Antica Stamperia Pascucci innovatori per tradizione
“Se ti fermi vai indietro” è il motto che ispira Riccardo Pascucci, eclettico rappresentante della sesta generazione dei più antichi stampatori romagnoli, per mantenere una tradizione centenaria attraverso l’innovazione
La Stamperia Pascucci di Gambettola (sito web) custodisce e mantiene in vita l’arte centenaria della stampa a mano su tessuto. Si potrebbe sbadatamente affermare che da sei generazioni questi stampatori mantengono intatta una tradizione. Invece, ascoltando il racconto di Riccardo Pascucci, si comprende come la ripetizione immutata di ciò che si è fatto sia la più grande nemica della conservazione di una tradizione.
La storia di questa attività artigiana risale ad almeno due secoli fa. Il primo riscontro certo è del 1826, quando la famiglia Pascucci si trasferisce dalle Marche, probabilmente da Castelfidardo, nella cittadina di Gambettola, dove la canapa è disponibile in abbondanza. A inizio ‘800 la vicinanza della materia prima ai luoghi della sua trasformazione era molto più importante che non ora, in un’epoca in cui il trasporto delle merci è infinitamente più semplice. Questa scelta richiama alla mente l’attuale consumo a chilometro zero, come se i nostri antenati, probabilmente analfabeti, avessero assai più chiaro di noi cosa fare per non sprecare energie.
Inizialmente tintori di lana, seta e canapa, diventano in seguito stampatori. Nell’800 il bisnonno di Riccardo stampa coperte per buoi in canapa, fibra calda d’inverno e fresca d’estate. I drappi sono decorati con motivi rurali color ruggine come i galli, l’uva e Sant’Antonio Abate protettore degli animali. Dal 1930 al 1950 il nonno, invece, produce principalmente tende da spiaggia, rispondendo alle mutate richieste di un mercato in cui i buoi sono stati sostituiti dai trattori e le famiglie iniziano ad andare al mare. Non mancano comunque le stampe di canovacci e coperte, destinati alle famiglie contadine, che non possono permettersi biancheria ricamata, venduti sotto le stesse tende da spiaggia, che diventano botteghe all’aperto. La generazione seguente apre un importante business invernale con le tovaglie, molto richieste dai ristoranti di Roma e dintorni, dai Castelli Romani fino a Latina e al litorale, per coprire il lavoro dei mesi in cui le spiagge non sono frequentate.
Il presente inizia quando Riccardo diventa, assieme al fratello Giuseppe, il responsabile dell’attività. Pur potendo contare su clienti importanti come l’Aga Khan, che ha utilizzato le tele per arredare il suo yacht, oppure Lucio Dalla che non solo ha commissionato tessuti per le pareti delle sue abitazioni, ma ha più volte portato disegni suoi per realizzare stampe da regalare agli amici, sanno che essere aperti al cambiamento è fondamentale per sopravvivere.
La grande innovazione di questa sesta generazione è il connubio tra la produzione artigiana e l’arte. Durante gli anni i disegni di artisti noti hanno dato vita a stampe uniche: tra questi Tinin Mantegazza, Romano Buratti, Gianfranco Zavalloni e Tonino Guerra. In particolare, l’incontro con Tonino è determinante sia per la visibilità della stamperia, sia per gli “insegnamenti” tratti dalle sue idee.
La collaborazione inizia nel 2000 a Cervia, con la mostra AD ARTE curata da Giorgio Villa e prosegue a Cesenatico con Tende al Mare. La manifestazione nasce nel 1998 da un’idea di Dario Fò, Premio Nobel la letteratura nel 1997, e trasforma in una mostra d’arte l’esposizione delle tende realizzate artigianalmente. Il primo anno le tende proposte da Pascucci ritraggono le donne dalle forme generose di Tonino. L’intuizione innovativa arriva però l’anno in cui si celebrano i 150 anni dell’unità d’Italia: a Riccardo sembra naturale proporre disegni realizzati con stampi risorgimentali, ma Tonino commenta “questi disegni ti aiutano poco”. Occorre reinterpretare in chiave attuale il messaggio, lasciando che di tradizionale resti solamente il modo in cui si realizza la tela. Nasce la scritta VIVA L’ITALIA, assieme alla consapevolezza di Riccardo che “il vecchio resta bello solo se vicino ci costruisci il nuovo”.
La collaborazione con Guerra prosegue; in particolare, la mostra SUGGERIMENTI offre l’opportunità di proporre a ristoranti e albergatori locali i tessuti stampati con i nuovi disegni, da impiegare rinnovare l’immagine delle attività della Riviera Romagnola.
L’introduzione di nuove grafiche va di pari passo con quella di nuovi prodotti: a tovaglie, strofinacci e presine si affiancano per esempio arazzi e parei. L’adeguamento dell’offerta pone però nuove sfide: la tecnica originaria prevede l’uso di colori che si fissano attraverso bagni in acqua, soda caustica e acido solforico, l’impiego di stampi realizzati a mano con legno di pero e la disponibilità di tessuto di canapa.
La bella notizia è che acido solforico e soda caustica si annullano nelle vasche di decantazione, restituendo acqua pulita e quindi non sono inquinanti, mentre le notizie brutte sono più di una: in primo luogo, ad eccezione del ruggine, prodotto miscelando ruggine di ferro, farina e aceto e forse del blue, reperire fornitori che realizzino i colori necessari è sempre più difficile se non impossibile. In secondo luogo, l’aumento del numero dei disegni richiede la realizzazione di un numero di stampi impensabile e infine la canapa scarseggia.
Occorrono nuove soluzioni: si velocizza la realizzazione degli stampi impiegando legno di betulla o compensato al traforo incollato su multistrato, si trova nei colori utilizzati per le bandiere una valida alternativa con il vantaggio che queste tinte cuociono in forno, limitando l’uso di acqua, e infine il lino sostituisce la canapa.
Anche la personalizzazione dell’offerta deve restare al passo: se da un lato il cliente può portare i propri teli di canapa e contare sull’abilità di una sarta ancora capace di unirli, dall’altro si può sfidare la sorte, arrivare con un paravento sintetico acquistato all’Ikea (fatto realmente accaduto), e uscire soddisfatti perché è stato personalizzato con le immagini desiderate, anche se Riccardo tiene a precisare che la sfida è stata stimolante, ma resta comunque fedele alle materie prime naturali.
Infine, non si può ignorare che il panorama mondiale, con produzioni a basso prezzo, renda non più indispensabili le tele Pascucci; affinché siano ancora “desiderabili”, la qualità del prodotto deve essere alta, lo stile in linea con il gusto contemporaneo e, elemento non trascurabile, devono essere conosciute.
Questa storia che tra poco compirà duecento anni si è tramandata senza mai far ricorso ad alcun tipo di pubblicità. All’inizio perché la pubblicità non esisteva. Ora perché i costi non sarebbero compatibili con una gestione che, come dice Riccardo, non rende ricchi né i titolari né i preziosi collaboratori con mani sapienti.
La regione Emilia Romagna concede il patrocinio ma nessuna sovvenzione; l’IVA agevolata per i settori in crisi, come i tessuti, è stata revocata e l’associazione Stampatori Tele Romagnole, che riunisce 10 attività, tutela unicamente l’originalità di questa produzione. In assenza di un qualsiasi sostegno economico, questa attività risponde unicamente alle logiche di mercato.
Dovendo escludere la pubblicità, la diffusione del “marchio” fa affidamento sul passaparola, sulla soddisfazione dei clienti, sull’attenzione della stampa e della televisione e sulla partecipazione e fiere e mostre, come quella legata al culto della Madonna del Fuoco di Forlì, iniziata nel 2003 e tutt’ora itinerante, con all’attivo moltissime tappe, tra cui Nazareth nel 2005, oppure la presenza ricorrente alle mostre estive di Riolo Terme, di Cervia o alla recente Jesolo Beach & Kite Festival.
Il futuro non sembra essere incerto: la bottega originaria è stata ampliata, mantenendo lo stile iniziale con travi a vista, per accogliere in maniera adeguata i collaboratori e i turisti che specialmente durante l’estate affluiscono numerosi (la visita è gratuita). La stamperia si trova inoltre su un percorso molto utilizzato dai ciclisti, assidui visitatori.
La prossima generazione si sta già preparando per raccogliere il testimone. A fianco del figlio Matteo, anche la nipote Veronica, figlia del fratello, aggiunge un tocco di femminilità con l’introduzione di nuovi elementi, come gli orecchini Bela Burdela. Si lavora anche per trasmettere la conoscenza anche attraverso le scuole, che al sabato mattina possono prenotare un laboratorio proprio nei locali della storica bottega.
Per chi ha letto fino a qui, ecco in premio un piccolo segreto svelato da Riccardo: le tovaglie stampate con il color ruggine non sono solamente belle: possono essere lavate tranquillamente con la candeggina (quella della nonna, che puzza) perché l’ipoclorido di sodio reagisce con la ruggine non scolorendola, ma rendendo dorato il colore!
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