• 12/11/2024

BES – edizione 2023

 BES – edizione 2023

Benessere equo e sostenibile (BES) nelle province di Forlì-Cesena e Rimini – edizione 2023

La Camera di commercio della Romagna contribuisce a valorizzare la sintesi degli ultimi dati ufficiali, sul benessere equo e sostenibile (BES) nelle province di Forlì-Cesena e Rimini. Il BES viene declinato attraverso un insieme organico di indicatori, suddivisi in 11 dimensioni: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi.

Sono usciti a fine dicembre gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) 2023 delle province italiane, che hanno la finalità di misurare e confrontare, ricorrendo a dati quantitativi e qualitativi, i diversi modelli di sviluppo territoriale, evidenziando esiti e ritardi. Gli indicatori sono riuniti per argomento e la possibilità di metterli a confronto offre l’occasione, per le province, di comprendere e valutare il proprio posizionamento in ciascuna area.

Di seguito è riportata una sintesi del lavoro di elaborazione dati e commento, a cura di ISTAT – UPI – CUSPI – ANCI, su fonti varie, delle province di Forlì-Cesena e Rimini; i relativi documenti, pubblicati sul sito BES delle province, sono stati redatti sulla base delle informazioni disponibili al 31 ottobre 2023.

Sintesi dei dati sul benessere equo e sostenibile (BES) in provincia di Forlì-Cesena

SALUTE – Nell’ambito della dimensione salute gli indicatori legati al tema dell’aspettativa di vita si attestano su valori positivi: nel territorio provinciale le stime 2022 si presentano nuovamente superiori sia al dato regionale che a quello nazionale; nella speranza di vita totale (83,4 anni), +0,3 p.p. rispetto al dato regionale e +0,8 p.p. rispetto al dato nazionale, nella speranza di vita alla nascita-maschi, +0,5 p.p. in confronto al dato Emilia-Romagna e +1,2 p.p. rispetto al dato Italia. Spicca comunque il dato sulla speranza di vita femminile a 85,2 anni, con un dato superiore alla media nazionale e in linea con quello regionale (contro gli 81,7 anni degli uomini). Per quanto riguarda gli indicatori sulla mortalità, va sottolineato che fanno riferimento all’anno 2020, quindi ancora in piena emergenza covid19; il tasso standardizzato di mortalità totale si attesta a 84,9 morti per diecimila abitanti, rispetto ai 91,8 del dato regionale e ai 95,3 del dato nazionale, in evidente peggioramento rispetto alla precedente rilevazione (che conteneva dati riferiti all’anno 2019). Nel 2020, ultimo dato utile, il tasso standardizzato di mortalità per tumore (20-64 anni) si colloca al 7,3 ogni 10mila ab., dato in linea col contesto regionale e migliorativo rispetto a quello nazionale (8,0%).

ISTRUZIONE E FORMAZIONE – Il profilo di benessere legato alla dimensione Istruzione e formazione si presenta complessivamente positivo nel territorio provinciale. Analizzando i dati, l’indicatore che riguarda i giovani che non lavorano e non studiano, appare particolarmente basso rispetto al dato nazionale (-11.4 p.p.) e inferiore anche al dato regionale (-4,6 p.p.), a testimonianza di un’attenzione particolare per contrastare Il fenomeno dei cosiddetti “Neet”; la percentuale si attesta, nel 2022, al 7,6% (rispetto al 13,8% del 2021) ed è un risultato assai positivo se si paragona al 19% nazionale. L’incidenza di persone tra i 25 e 64 anni con almeno un diploma risulta più bassa della media regionale di oltre tre punti, seppur superiore alla media nazionale; si segnala, comunque, che rispetto al 2021 (63,0%) la percentuale del 2022 si attesta al 64,7%, quindi con un “trend” positivo di crescita. Il dato dei laureati ed altri titoli terziari nella fascia d’età 25-39 (33,0%, dato superiore rispetto a quello regionale e nazionale) è in costante aumento; con lo sviluppo dell’Università degli Studi di Bologna, sul versante forlivese-cesenate, si ritiene che questa percentuale debba avere una crescita ulteriore nell’immediato futuro, viste le opportunità sempre crescenti di corsi di laurea. Buoni i punteggi ottenuti nelle prove di competenza alfabetica e di competenza numerica, riferiti all’anno scolastico 2022/23, superiori entrambi al dato italiano ed in linea al dato emiliano-romagnolo. Il dato dei laureati in discipline tecnico-scientifiche (Stem), che misura rapporto tra i residenti nella provincia che hanno conseguito nell’anno solare di riferimento un titolo di livello terziario nelle discipline scientifico-tecnologiche e la popolazione residente media di 20-29 anni della stessa provincia, per 1.000, presenta invece un forte calo rispetto alla rilevazione precedente del 2020 (era il 24,2%); per il 2021 si registra, infatti, un 18,1%, percentuale in linea con quella regionale (18,2%) e nazionale (17,7%). L’indicatore sulla formazione permanente (9,7% della popolazione 25-64 anni), poi, si presenta in linea col dato nazionale ma ancora distante da quello regionale (-2.2 p.p.).

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - BES - edizione 2023LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – I dati 2022 sul mercato del lavoro presentano le seguenti caratteristiche. Per ciò che riguarda il tasso di inattività (15-74 anni), il dato provinciale (36,6%) è pressoché in linea con quello regionale (36,1%) e distante da quello nazionale (43,2%); il tasso di inattività giovanile (15-29 anni) si attesta al 49,8% rispetto al 52,7% regionale e al 58,8% nazionale. Analizzando la differenza di genere F-M nel tasso di inattività 15-74 anni, si riscontra un +14,9 (Emilia-Romagna: +12,3 p.p., Italia: +17,3 p.p.). In ambito occupazionale, positivi i dati sia sul lavoro giovanile (46,6% il tasso di occupazione 15-29 anni, quasi 13 punti in percentuale superiore alla media nazionale e oltre 4 punti di quella regionale), come pure il tasso di occupazione complessivo (20-64 anni) (75,4%), nettamente superiore alla media nazionale e lievemente sopra a quella regionale; permane invece preoccupante il gap tra il tasso di occupazione femminile e maschile (20-64 anni), che si attesta a -14,9%. I valori dei tassi di disoccupazione 15-74 anni (4,0%) e 15-34 anni (5,8%) sono inferiori rispetto sia alle medie regionali (5,0% e 8,9%) che a quelle nazionali (8,1% e 14,4%). Nel complesso, i dati riferiti all’anno 2022 mostrano dati positivi per il mercato del lavoro forlivese. L’indicatore sulle giornate retribuite nell’anno (anno 2021) analizza il rapporto tra il numero medio di giornate di lavoro effettivamente retribuite nell’anno a un lavoratore dipendente e il numero di lavoratori nell’anno; sono 237,3 in provincia, rispetto a 243,4 in regione e a 235,3 in ambito nazionale, quindi un segno positivo solo nel confronto nazionale. Il dato sulla differenza di genere F-M delle giornate retribuite nell’anno (-23,6) certifica ulteriormente le difficoltà delle donne nel mercato del lavoro italiano, sia in ambito locale, sia in ambito nazionale. Permane elevato, nel 2021, il dato sugli infortuni sul lavoro e inabilità permanente, che si attesta a 13,7 per 10mila occupati, superiore al dato regionale e nazionale (rispettivamente 11,4 e 10,2).

BENESSERE ECONOMICO – La situazione reddituale dei cittadini del territorio provinciale presenta il seguente quadro economico: riguardo al reddito disponibile delle famiglie pro capite, che è il rapporto tra il reddito complessivo lordo delle famiglie anagrafiche e il numero totale di componenti delle famiglie anagrafiche, il dato provinciale è assai vicino a quello regionale (22.529,8 euro, a fronte di 23.335,6 euro) e superiore a quello nazionale (19.761,0 euro). La retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti (20.778,23 euro) si presenta inferiore ai contesti regionali e nazionali con un saldo negativo, importante soprattutto se confrontato con il reddito regionale (circa 3.000 euro in meno); meno marcato il saldo negativo nel confronto nazionale (-1.000 euro circa). Pure l’importo medio annuo delle pensioni (12.997,36 euro) risulta inferiore agli altri contesti, sebbene con differenze meno evidenti. Infine, il dato sulle pensioni di basso importo, che analizza la percentuale di pensioni vigenti inferiori a 500 euro sul totale delle pensioni, si attesta attorno al 20%, rispetto al 18,3% regionale e 21,2% nazionale. Un quadro economico complessivo, in sostanza, non molto positivo. Si evidenzia che i dati sopra commentati riferiti al reddito e alla retribuzione sono dell’anno 2021, mentre quelli pensionistici fanno riferimento a fine 2022. La differenza di genere F-M nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti (-8.190,77 euro) si attesta quasi sugli stessi valori nazionali (-7.907,76 euro), ma in controtendenza rispetto a quelli regionali (-9.328,60 euro), con una decisa differenza in senso positivo (anno 2021); ovviamente il dato testimonia le problematiche salariali di genere presenti anche nel territorio provinciale, con il noto gap salariale nei confronti del lavoro femminile, che, se anche meno evidente rispetto ad altri ambiti, ne testimonia l’esistenza. Per quanto riguarda il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie (0,42) appare lievemente inferiore al dato nazionale ed in linea con quello regionale, con un trend in diminuzione.

RELAZIONI SOCIALI – La dimensione Relazioni sociali evidenzia le seguenti tendenze, riguardo ai temi della disabilità, dell’immigrazione e della società civile. Inferiore il dato sulla presenza complessiva di alunni disabili negli Istituti scolastici rispetto agli altri contesti territoriali; in provincia di Forlì-Cesena la percentuale si attesta al 2,5% a fronte del 3,5% regionale e nazionale; rispetto all’indicatore riguardante le scuole di II grado che li ospitano, la percentuale degli alunni disabili (2,0%) è inferiore di 1 p.p. sia al dato regionale che a quello nazionale. Il dato statistico fa riferimento all’anno scolastico 2021/2022. Nel 2021, ultimo dato utile, la presenza di postazioni informatiche adattate (75,0%) continua ad evidenziare un ritardo se paragonato al contesto regionale (-7,3 p.p.) e a quello nazionale (-1,9 p.p.). Rispetto alle acquisizioni di cittadinanza, che misura la percentuale di cittadini stranieri residenti che hanno ottenuto la cittadinanza italiana nel corso dell’anno sul totale degli stranieri residenti (dato anno 2021), la tendenza risulta in forte crescita rispetto alla rilevazione precedente (dall’1,6% al 3,0%), in linea col dato regionale e nazionale. Il valore relativo alla quota di istituzioni non profit ogni 10.000 abitanti (69,7) è superiore di oltre 7 p.p. rispetto al dato regionale e di circa 8 p.p. rispetto al dato nazionale, a testimonianza della capillare diffusione in provincia di questo tipo di associazionismo.

POLITICA ED ISTITUZIONI – Il problema della rappresentanza politica delle donne in Italia rimane una situazione generalizzata, sia nelle amministrazioni centrali che in quelle locali. Nonostante diversi interventi normativi specifici approvati negli anni, “le quote rosa” faticano nel nostro Paese a trovare una corrispondenza istituzionale. Nella nostra regione, comunque, il dato regionale e quello dei Comuni del territorio provinciale si attesta su una percentuale superiore al dato nazionale (che è attorno al 34%); 39,0% a livello regionale e 37,5% a livello comunale. Anche la percentuale di giovani (<40 anni) sul totale degli amministratori comunali non presenta un dato esaltante (29,2%, dati riferiti all’anno 2022). Positivo il valore relativo all’incidenza delle spese rigide sulle entrate correnti dell’Amministrazione provinciale (31,7%), dato migliore rispetto ai valori regionali (27,7%) e nazionali (24,2%). Buona anche la capacità di riscossione (0,80 per 1 euro di entrata), che misura il rapporto tra l’ammontare delle riscossioni in conto competenza e le entrate accertate, con valore migliore del dato medio Emilia-Romagna (0,78) e Italia (0,62). (Rilevazione anno 2021).

SICUREZZA – In tema di sicurezza le rilevazioni fanno riferimento all’anno 2021. Il tasso di omicidi volontari consumati, che misura la media negli ultimi tre anni del numero di omicidi per 100.000 abitanti, è in provincia di Forlì-Cesena dello 0,3, migliore della media regionale (0,7) e di quella nazionale (0,5); il dato sul tasso di criminalità predatoria, che conteggia il numero di rapine denunciate per 100.000 abitanti, presenta un valore del 29,1, a fronte del 47,8 regionale e 37,4 nazionale, mentre le truffe e frodi informatiche risultano 362,2 ogni 100mila ab., contro il 448,6 regionale e 498,5 nazionale. In aumento il dato sulle violenze sessuali, che si attesta intorno a circa 11,7 casi ogni 100.000 abitanti, tendenza evidenziata anche nei dati Emilia-Romagna (14,2) e Italia (8,9). Il tema della sicurezza stradale è affrontato analizzando il numero di feriti rispetto agli incidenti e alla popolazione residente. Il rapporto percentuale tra i feriti e gli incidenti per ogni tipologia di strada nel territorio di Forlì-Cesena si presenta più basso rispetto agli altri contesti territoriali (126,5, a fronte di 128,8 regionale e 134,8 nazionale), mentre quello limitato al solo ambito stradale extraurbano (escluse le autostrade) evidenzia un +2 p.p. rispetto al dato regionale (140,6%, a fronte di 138,6%, il dato nazionale è stabile sui 150%). L’analisi del tasso di feriti in incidenti stradali ogni 1.000 abitanti, evidenzia un dato del 4,4, identico al dato regionale, mentre il dato nazionale è inferiore dello 0,9 p.p.; probabilmente la vocazione turistica del territorio provinciale, con un sempre più consistente aumento del traffico nei periodi di vacanza e di una sempre più presenza massiccia di veicoli sulle strade, determina la pericolosa crescita di questo indicatore.

PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE – La percentuale relativa alla densità di verde storico e parchi urbani di notevole interesse pubblico (D.lgs. 42/2004) si attesta sullo 0,1%, dato più basso rispetto al valore regionale (0,6%) e nazionale (1,7%). Il dato si riferisce al comune capoluogo di provincia e la rilevazione risale all’anno 2021. Non soddisfacente, per il territorio forlivese e cesenate, l’indicatore sulla densità e rilevanza del patrimonio museale per 100 kmq, che certifica il numero di strutture espositive permanenti (musei, aree archeologiche e monumenti aperti al pubblico), ponderato per il numero dei visitatori (0,5, a fronte di un 1,2 regionale e 1,4 nazionale), nonostante la presenza di musei molto importanti (Rilevazione anno 2021). Buona la presenza del numero delle biblioteche per 100mila abitanti (22 unità), rilevato nell’anno 2022, uguale al dato nazionale e in avvicinamento a quello regionale. La dotazione di risorse del patrimonio culturale per 100 kmq (77,0), che certifica beni immobili culturali, architettonici e archeologici registrati nel sistema informativo VIR – Vincoli in rete, si attesta su valori superiori al dato nazionale (75,2) ma di gran lunga inferiore al dato regionale (114,0). Grazie alla particolare posizione geografica e all’attenzione espressa dalla Regione Emilia-Romagna per sostenere il turismo rurale, aggiunta alla notorietà di cui godono le produzioni tipiche romagnole, si rileva una particolare diffusione sul territorio provinciale delle aziende agrituristiche, pari a 8,1 aziende ogni 100 kmq, superiore di 2,5 punti percentuali al dato regionale e praticamente in linea con il dato nazionale. La percentuale di comuni in cui sono presenti aree di particolare interesse naturalistico (70,0%), poi, risulta inferiore al dato regionale ma assai superiore a quello nazionale.

AMBIENTE – L’analisi ambientale presenta la seguente situazione. La disponibilità di verde urbano (25 mq per abitante nel capoluogo di provincia) presenta un valore assai inferiore a quello regionale (45 mq per abitante) e pure a quello nazionale (32,5 mq per abitante). Il dato è riferito all’anno 2021. Il valore più elevato relativo alla concentrazione media annua di PM2,5 rilevato tra tutte le centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria nel comune capoluogo di provincia è stato 13 μg/m3 (5 μg/m3 il valore limite per la protezione della salute umana); il valore più elevato relativo alla concentrazione media annua di NO2 è stato 28 μg/m3 (10 μg/m3 il valore limite per la protezione della salute umana). Il consumo di energia elettrica per uso domestico (1.052,2 kwh per ab.) risulta inferiore al dato nazionale del 3,9% e a quello regionale del 6% (dato riferito all’anno 2022). L’indicatore energia elettrica da fonti rinnovabili, che misura il rapporto percentuale tra la produzione lorda annua di energia elettrica degli impianti da fonti rinnovabili e l’energia elettrica lorda consumata nello stesso anno, presenta un dato nel territorio provinciale del 23,3%, rispetto al 22,7% regionale e al 39,3% nazionale. Il dato è riferito all’anno 2021. La produzione lorda degli impianti fotovoltaici, cioè il rapporto tra la produzione degli impianti fotovoltaici ed il totale dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, presenta un dato significativo; 58,5% a livello provinciale, contro i 37,8% regionali e i 21,5% nazionali (rilevazione anno 2022); anche l’indice degli impianti fotovoltaici installati per kmq (5,7) esprime un ottimo indicatore, superiore sia al dato regionale sia al dato nazionale. La capacità produttiva media per impianto fotovoltaico, che misura il rapporto tra la produzione lorda degli impianti fotovoltaici installati sul numero degli impianti fotovoltaici installati, risulta superiore al dato regionale (22,1 megawatt orari, a fronte di 20,6) ed in linea col dato nazionale (23,0). La percentuale di superficie provinciale classificata come area a pericolosità da frana elevata è pari al 30,9% (più alta rispetto agli altri ambiti territoriali) mentre l’area a pericolosità idraulica media risulta al 20,6%; a seguito degli eventi meteo verificatesi a maggio 2023, è alquanto importante il monitoraggio continuo di questi indicatori.

RICERCA, INNOVAZIONE E CREATIVITÀ – In tema di Innovazione, l’indicatore che analizza la specializzazione produttiva in settori ad alta intensità di conoscenza (incidenza delle imprese con attività principale nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei servizi ad alta intensità di conoscenza, sul totale delle imprese) presenta sul territorio provinciale un gap negativo: 29,5%, rispetto al 32,8% regionale e 33,7% nazionale. Il dato è riferito all’anno 2021. Sempre nel 2021, nel campo della ricerca, viene analizzato il tasso di migratorietà dei laureati italiani, compresi nell’età 25-39 anni, che presenta un dato nel nostro territorio pari a +5,9 (per 1000 laureati residenti); il valore dell’indicatore col segno “+” certifica l’attrattività del territorio provinciale, seppur lontano dalle medie regionali (+17,8). Stessa tendenza positiva nell’analisi dei dati nell’ottica di genere; la mobilità dei laureati di sesso femminile si attesta a +6,0 (per 1000 laureati residenti) e quella di sesso maschile a +5,7 (per 1000 laureati residenti). I valori nazionali di queste rilevazioni presentano tutti, invece, un segno negativo. Le imprese nel settore culturale e ricreativo (calcolate sul totale delle imprese) sono il 4,5%, rispetto al 4,6% in regione e al 4,5% a livello nazionale, mentre i lavoratori che operano in questo settore (calcolati sul totale dei lavoratori) sono il 5,3% in provincia di Forlì-Cesena, il 5,8% in Emilia-Romagna e in Italia; infine, il valore aggiunto prodotto dal settore culturale e creativo (sul valore aggiunto dell’intera economia) si attesta al 4,2%, inferiore a quello regionale e nazionale (rispettivamente, 5,1% e 5,6%). Le rilevazioni sono riferite all’anno 2022.

QUALITÀ DEI SERVIZI – Gli indicatori sociosanitari sono complessivamente positivi; la percentuale di bambini (0-2 anni) che ha usufruito di servizi per l’infanzia (28,5%), risulta assai superiore al dato nazionale (15,2%), anche se inferiore al dato regionale (30,9%); così come è particolarmente basso l’indicatore dell”emigrazione ospedaliera in altra regione (2,9%, rispetto al 5,1% regionale e al 7,8% nazionale). Rilevante la presenza di servizi per l’infanzia (90,0%), lievemente superiore al dato regionale (88,8%) e maggiore di un terzo di quella nazionale (59,6%). (Rilevazione anno 2021). In crescita continua il dato sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani da parte dei Comuni del territorio provinciale (71,6%), in forte recupero rispetto alla rilevazione di partenza dell’anno 2019, superiore a quello nazionale e praticamente in linea con quello regionale (La rilevazione si riferisce all’anno 2021). Ritardo infrastrutturale sulla copertura internet a banda larga, anche se in forte espansione (42,4%), ma lontano dal dato regionale (52,5%) e nazionale (53,7%). In tema di mobilità urbana, infine, continua a rimanere basso nel comune capoluogo il valore dell’indicatore che misura l’offerta del trasporto pubblico locale (1.676 posti-km per abitante, riferito all’ultima rilevazione del 2021), caratterizzato sempre con un notevole gap nei confronti della media italiana (4.748) ed emiliano-romagnola (2.807). Come già osservato in passato, occorre tuttavia ricordare che tale indicatore è fortemente influenzato, a livello regionale, dal numero di Km/anno del servizio TPL assegnato dalla Regione Emilia-Romagna alle singole Province in fase di programmazione.

Sintesi dei dati sul benessere equo e sostenibile (BES) in provincia di Rimini

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - BES - edizione 2023SALUTE – Gli indicatori della dimensione salute mostrano un quadro positivo sia per quanto riguarda l’aspettativa di vita che il tema della mortalità. Continua la crescita post pandemia degli indicatori legati al tema dell’aspettativa di vita; le stime 2022 mostrano tutti valori in miglioramento anche se non ancora tornati ai livelli del 2019. Nel territorio riminese le stime 2022 relative alla speranza di vita alla nascita per maschi, femmine e totale (nell’ordine, 81,5, 85,7 e 83,6 anni) presentano tutte valori superiori e migliori sia al dato regionale che a quello nazionale; da evidenziare come il valore per il sesso femminile sia particolarmente alto rispetto a quello maschile. Migliore rispetto ai territori di confronto il tasso standardizzato di mortalità totale (dati riferiti all’anno 2020) che si attesta a 91,6 morti per diecimila abitanti, in linea al dato regionale e inferiore del 3,9% rispetto al dato nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per tumore 20-64 anni (7,5 ogni 10mila ab., dato 2020) si colloca tra il dato regionale (7,3) e quello nazionale (8,0).

ISTRUZIONE E FORMAZIONE – Nell’ambito della dimensione Istruzione e formazione la provincia presenta indicatori perlopiù intermedi rispetto a quelli di Emilia-Romagna e Italia. Per ciò che riguarda il dato riferito ai NEET, acronimo con cui si indicano i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano, si nota che tale percentuale, nel 2022, è pari al 14,0%, migliore rispetto al dato nazionale (19,0%) e peggiore di quello regionale (12,2%). La percentuale di persone con almeno il diploma (il 67,3% della popolazione tra i 25-64 anni), dal canto suo, presenta un valore prossimo al dato regionale (-0,8 p.p.) e migliore del dato nazionale (+4,3 p.p.). Buono il valore 2022 relativo alla percentuale di persone di 25-39 anni che hanno conseguito un titolo di livello terziario sul totale delle persone di 25-39 anni (36,0%), nettamente superiore rispetto ai valori medi regionali e nazionali; gli indicatori del livello di competenza alfabetica numerica, invece, risultano entrambi intermedi tra il valore regionale ed il dato nazionale. Non buono il dato 2021 dei laureati in discipline tecnico-scientifiche (STEM) dove in provincia di Rimini si registra un valore (16,8 per 1.000 abitanti) inferiore al valore regionale (-7,8%) e nazionale (-5,1%). Per quanto riguarda il tema del lifelong learning, l’area riminese è caratterizzata da una bassa percentuale di persone in età lavorativa in formazione permanente, pari al 8,3%, valore più basso di quello nazionale (-1,3 p.p.) e soprattutto di quello regionale (-3,6 p.p.).

LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA – I dati 2022 sul mercato del lavoro presentano le seguenti caratteristiche. Gli indicatori relativi ai tassi di inattività (totale e giovanile) (nell’ordine, 38,4% e 54,1%) risultano entrambi migliori rispetto al dato italiano e lievemente superiori ai valori regionali. La differenza di genere F-M nel tasso di inattività (+13,1 p.p.) e nel tasso di occupazione (-16,0 p.p.) mostrano valori intermedi, ovvero peggiori rispetto ai dati regionali e migliori nel confronto con i valori nazionali. Proseguendo, il tasso di occupazione (20-64 anni), pari al 70,5%, è inferiore al dato regionale (-4,3 p.p.), ma superiore a quello nazionale (+5,7 p.p.); il tasso di occupazione giovanile (15-29 anni), pari al 38,3%, segue lo stesso andamento: -3,5 p.p. se confrontato con il dato regionale e +4,5 p.p. rispetto a quello nazionale. Anche i tassi di disoccupazione 15-74 anni (6,5%) e 15-34 anni (11,3%) si inseriscono in mezzo tra le rispettive medie regionali (5,0% e 8,9%) e nazionali (8,1% e 14,4%). Negativa la situazione nella differenza di genere F-M delle giornate retribuite all’anno (-23,6), che certifica ulteriormente le difficoltà delle donne nel mercato del lavoro, dove il dato del territorio riminese è peggiore rispetto ai valori regionali e nazionali. Il numero medio di giornate retribuite nell’anno per i lavoratori dipendenti (199,5, riferito all’anno 2021) risente fortemente dell’incidenza del lavoro stagionale in ambito turistico che caratterizza il territorio, mostrando nette differenze in negativo rispetto ai dati di Emilia-Romagna (243,4) e Italia (235,3). In linea con il dato regionale e negativo rispetto al dato nazionale il valore del tasso di infortuni mortali e con inabilità permanente: 11,9 per 10mila occupati (11,4 in Emilia-Romagna, 10,2 in Italia, rilevazione 2021).

BENESSERE ECONOMICO – Gli indicatori della dimensione benessere economico descrivono per il territorio riminese delle criticità per quanto riguarda il tema del reddito e, nel complesso, delle difficoltà economiche, fortemente legati alla stagionalità che caratterizza il mondo del lavoro. Non buono, nel 2021, il valore del reddito disponibile pro capite delle famiglie consumatrici (19.753,90 euro), peggiore rispetto al valore regionale (-3.581,70€), anche se in linea con il dato italiano (-7,10€). La retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti (16.068,42 euro), dato dal rapporto tra la retribuzione totale annua dei lavoratori dipendenti del settore privato non agricolo assicurati presso l’Inps e il numero dei lavoratori dipendenti, presenta valori tutt’altro che positivi, risultando inferiore sia al dato nazionale
(-26,5%) sia a quello regionale (-32,5%). L’importo medio annuo delle pensioni (12.108,84 euro) e la percentuale di pensionati con pe

nsione di basso importo (22,15%), dato dal rapporto tra le pensioni vigenti inferiori a 500 euro sul totale delle pensioni, sono prossimi (ma sempre più bassi) al dato nazionale, ma ancora molto distanti dai valori regionali. Meglio, in tale contesto, l’indicatore in tema di diseguaglianze (rilevato nel 2021); nella differenza di genere F-M nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti (-6.516,52 euro), lo svantaggio delle donne risulta molto inferiore rispetto al dato nazionale (-7.907,76 euro) ed ancor di più rispetto alla regione (-9.328,60 euro). Per quanto riguarda il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie (0,53) appare lievemente inferiore al dato nazionale e maggiore di quello regionale, con un trend in diminuzione.

RELAZIONI SOCIALI – La dimensione relazioni sociali mostra tendenze diverse tra i suoi temi di disabilità, immigrazione e società civile. Il territorio riminese registra una minore percentuale di alunni disabili presenti nelle scuole, sia nel totale che nelle scuole secondarie di secondo grado, rispetto a regione e Italia; la percentuale di alunni con disabilità sul totale degli alunni nell’anno 2020 è in provincia di Rimini del 3,3%, inferiore di 0,2 p.p. rispetto alla percentuale regionale e nazionale. Per quanto riguarda le sole scuole secondarie di secondo grado il valore provinciale (2,6%) si distanzia maggiormente dal valore regionale
(-0,5 p.p.) rispetto a quello nazionale (-0,3 p.p.). Negativo per l’anno 2021 l’indicatore relativo alla composizione percentuale di postazioni informatiche adatte nelle scuole secondarie di secondo grado (58,8%), molto lontano dai valori Emilia-Romagna (82,3%) e Italia (76,9%). La percentuale di cittadini stranieri residenti che hanno ottenuto la cittadinanza italiana nel 2021 in provincia di Rimini (2,7%) è intermedia tra il valore della Regione (3,0%) ed il valore Italia (2,4%). Infine, il valore relativo alla quota di istituzioni non profit ogni 10.000 abitanti (56,8) risulta essere minore rispetto al dato regionale (62,1) e nazionale (61,2).

POLITICA ED ISTITUZIONI – La dimensione politica e istituzioni presenta buoni risultati nei diversi temi della inclusività istituzionale e della gestione delle amministrazioni locali con un’unica eccezione. Buona la percentuale di donne sul totale degli amministratori (38,7%), con un valore in linea con i valori medi regionali (39,0%) e superiore al dato nazionale (34,1%). Negativa, invece, è la percentuale di giovani di età inferiore ai 40 anni sul totale degli amministratori comunali che, al 31 dicembre 2022, si attesta in provincia di Rimini al 23,1%, inferiore sia al dato nazionale (-2,8 p.p.) che a quello regionale (-4,3 p.p.). Positivo il valore relativo all’incidenza delle spese rigide sulle entrate correnti dell’Amministrazione provinciale (23,9%), dato migliore rispetto al valore regionale (27,7%) e nazionale (24,2%). Buona anche la capacità di riscossione (0,81 per 1 euro di entrata), che misura il rapporto tra l’ammontare delle riscossioni in conto competenza e le entrate accertate, con valore migliore del dato medio Emilia-Romagna (0,78) e Italia (0,62). (Rilevazione anno 2021).

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SICUREZZA – La dimensione sicurezza presenta indicatori, riferiti all’anno 2021, per lo più negativi per il territorio riminese. Nel dettaglio, si evidenzia quanto segue. Il tasso di omicidi volontari consumati, che misura la media negli ultimi tre anni del numero di omicidi per 100.000 abitanti, è in provincia di Rimini dello 0,9 peggiore della media regionale (0,7) e di quella nazionale (0,5). Molto negativi per il territorio riminese anche i dati relativi alle truffe e frodi informatiche (514,0 ogni 100mila ab.) ed il tasso di criminalità predatoria (131,6 ogni 100mila ab.), con una differenza: se da un lato le truffe e frodi informatiche mostrano valori superiori ma non molto distanti rispetto ai territori di confronto, i reati predatori risultano essere nei numeri circa 3 volte superiori al valore regionale e circa 4 volte al valore nazionale. L’andamento provinciale del numero di violenze sessuali (16,0 ogni 100.000 abitanti) è quasi in linea con i valori medi regionali (14,2) ma significativamente peggiori rispetto al dato medio nazionale (8,9). In tema di sicurezza stradale si nota come la presenza turistica nel territorio riminese influenzi il dato se questo è calcolato sul numero di abitanti: infatti, mentre i dati relativi all’indice di lesività degli incidenti stradali misurati come numero di feriti per 100 incidenti stradali evidenziano strade più sicure nel territorio riminese (122,7%, rispetto al 128,8% regionale e 134,8% nazionale), il tasso di feriti ogni 1.000 abitanti (5,4) presenta un valore peggiore rispetto alla media regionale e nazionale (rispettivamente, 4,4 e 3,5).

PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE – Molto discordante nei vari indicatori della dimensione Paesaggio e patrimonio culturale la posizione del territorio riminese rispetto ai territori di confronto. Bassa la densità di verde storico e parchi urbani di notevole interesse pubblico (D.lgs. 42/2004), sul totale delle superfici urbane, nel comune capoluogo (0,5%), ben al di sotto dei valori nazionali (1,7%), anche se in linea con quelli medi regionali (0,6%). Buoni gli indicatori relativi al patrimonio culturale, che testimoniano come l’attenzione messa in campo dalle politiche territoriali negli ultimi anni abbia dato i suoi frutti: il numero di strutture espositive permanenti per 100 kmq, ponderato con il numero di visitatori, presenta per il territorio riminese un valore (1,6) superiore al dato regionale (1,2) ed al dato nazionale (1,4); ancor più positivo il dato relativo alla dotazione di risorse del patrimonio culturale per 100 kmq (137,5) che registra per Rimini un numero doppio rispetto alla media nazionale. Negativo è invece il numero di biblioteche per 100mila abitanti (12 unità) che presenta un valore di molto al di sotto rispetto ai territori di confronto. Buono il valore sulla diffusione di aziende agrituristiche, pari a 8,2 ogni 100 kmq, a testimonianza di come il comparto turistico rappresenti un punto di forza del territorio, dato in linea con la media nazionale e migliore di quella regionale. La percentuale di comuni in cui sono presenti aree di particolare interesse naturalistico (55,6%), infine, risulta molto inferiore al dato regionale ma in linea con il dato nazionale.

AMBIENTE – Fatta eccezione per un ristretto numero di indicatori, l’analisi della dimensione Ambiente evidenzia una situazione non positiva per il territorio rispetto alla regione ed alla nazione. Per quanto riguarda gli indicatori della qualità ambientale, la disponibilità di verde urbano del capoluogo di provincia (21,2 mq per abitante) mostra un valore significativamente inferiore rispetto al territorio regionale (45 mq per abitante) ed a quello nazionale (32,5 mq per abitante). Il valore più elevato relativo alla concentrazione media annua di PM2,5 rilevato tra tutte le centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria nel comune capoluogo di provincia è stato 15 μg/m3 (5 μg/m3 il valore limite per la protezione della salute umana); il valore più elevato relativo alla concentrazione media annua di NO2 è stato 36 μg/m3 (10 μg/m3 il valore limite per la protezione della salute umana). Il consumo di energia elettrica per uso domestico (1.174,1 kwh per ab.) mostra nel 2022 valori leggermente superiori alla media regionale (+4,8%) ed a quella nazionale (+7,2%). Molto basso in provincia (solo il 12,1% del totale), e molto al di sotto delle percentuali regionale (22,7%) e nazionale (39,3%), risulta essere la produzione di energia elettrica dagli impianti di fonti rinnovabili. Molto positivi, invece, i dati relativi agli impianti fotovoltaici: il numero di impianti fotovoltaici installati per Kmq (11,1) è in provincia di Rimini circa il doppio del valore medio regionale e circa il triplo del nazionale; pur presentando una capacità produttiva media del singolo impianto inferiore alle medie nazionale e regionale, la percentuale di produzione lorda degli impianti fotovoltaici sul totale dell’energia prodotta da fonti rinnovabili raggiunge il 56,8%, dato ben al di sopra rispetto al valore regionale (37,8%) e nazionale (21,5%). La percentuale di superficie provinciale classificata come area a pericolosità da frana elevata è pari al 20,5% (più alta rispetto agli altri ambiti territoriali) mentre l’area a pericolosità idraulica media risulta al 15,7%; a seguito degli eventi meteo verificatesi a maggio 2023, è alquanto importante il monitoraggio continuo di questi indicatori.

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RICERCA, INNOVAZIONE E CREATIVITÀ – Nel territorio riminese l’indicatore della specializzazione produttiva nei settori ad alta intensità di conoscenza, misurata tramite la percentuale di imprese con attività principale nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei servizi ad alta intensità di conoscenza sul totale delle imprese, presenta nel 2021 un gap negativo: 29,1%, rispetto al 32,8% regionale e 33,7% nazionale. Sempre nel 2021, nel campo della ricerca, viene analizzato il tasso di migratorietà dei laureati italiani, compresi nell’età 25-39 anni, che presenta un dato provinciale pari a +2,8 (per 1000 laureati residenti); il valore dell’indicatore col segno “+” certifica l’attrattività del territorio provinciale, seppur lontano dalle medie regionali (+17,8). Stessa tendenza positiva nell’analisi dei dati nell’ottica di genere; la mobilità dei laureati di sesso femminile si attesta a +4,1 (per 1000 laureati residenti) e quella di sesso maschile a +1,0 (per 1000 laureati residenti). I valori nazionali di queste rilevazioni presentano tutti, invece, un segno negativo. Positivi gli indicatori relativi alle imprese ed ai lavoratori che operano nel settore culturale e creativo. La percentuale di imprese culturali e creative sul totale delle imprese (4,7%) e la percentuale di lavoratori occupati nelle imprese culturali e creative sul totale dei lavoratori (6,0%) risultano superiore ad entrambi i territori di confronto; infine, il valore aggiunto prodotto dal settore culturale e creativo (sul valore aggiunto dell’intera economia) si attesta al 5,2%, sostanzialmente in linea con quello regionale (5,1%) e inferiore al dato nazionale (5,6%). Le rilevazioni sono riferite all’anno 2022.

QUALITÀ DEI SERVIZI – La dimensione qualità dei servizi mostra per la provincia un quadro positivo in quasi tutti gli indicatori nel confronto con le medie nazionali, evidenziando però ancora un generale ritardo nei confronti dei dati regionali. La percentuale di bambini (0-2 anni) che ha usufruito di servizi per l’infanzia (24,0%), risulta superiore al dato nazionale (15,2%) e inferiore al dato regionale (30,9%); stessa situazione per la presenza di servizi per l’infanzia (63,0%, rispetto a 88,8% dell’Emilia-Romagna e 59,6% dell’Italia) (Rilevazione anno 2021). Positivo è l’indicatore di emigrazione ospedaliera in altra regione sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione nel 2021, dove la provincia di Rimini (con il 4,3%) presenta un valore al di sotto di quello regionale (5,1%) e nazionale (7,8%). Discordanti i risultati dei servizi di pubblica utilità: positivo il numero medio annuo per utente delle interruzioni del servizio elettrico senza preavviso, pari a 1, migliore rispetto al dato di 1,3 della regione e di 2,2 nazionale; la raccolta differenziata di rifiuti urbani raggiunge, nel 2021, il 69,4%, superiore alla media nazionale ma più bassa di quella regionale; ritardo infrastrutturale sulla copertura internet a banda larga, anche se in espansione (38,7%), ma lontano dal dato regionale (52,5%) e nazionale (53,7%). In tema di mobilità urbana, infine, nel comune capoluogo, il valore dell’indicatore che misura l’offerta del trasporto pubblico locale (4.234 posti-km per abitante, riferito all’ultima rilevazione del 2021) è superiore al dato emiliano-romagnolo (2.807) e inferiore alla media nazionale (4.748). L’indicatore risulta fortemente condizionato dal numero di km/anno di servizio Tpl, assegnato alle singole Province dalla Regione Emilia-Romagna in fase di programmazione.

Elaborazione dati e commento a cura di ISTAT – UPI – CUSPI – ANCI su fonti varie 

Sistemazione e adattamento: Osservatorio economico della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini a cura dell’Ufficio Informazione Economica

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