Con CPR System la ristorazione collettiva è all’insegna della sostenibilità e dell’economia circolare
Con Redea, la cassetta ultra smart e sostenibile in grado di ridurre l’impatto ambientale e i rifiuti, CPR System entra nella ristorazione collettiva.
CPR System (sito web), la cooperativa ferrarese che associa i produttori ortofrutticoli e leader italiano degli imballaggi di plastica a sponde abbattibili e pallet, entra nella ristorazione collettiva grazie alla cassetta Redea. Dopo una prima fase di test nelle mense scolastiche – supportata dalle cooperative Camst Group e CIRFOOD, dalla società CONOR che fa parte della cooperativa di produttori orticoli Agribologna, e dal coordinamento scientifico dell’Università di Bologna – l’attività è diventata realtà. Il tutto all’insegna dell’economia circolare, della sostenibilità e della cooperazione.
Infatti, dall’inizio dell’anno scolastico nei Comuni di Bologna, Reggio Emilia e Modena, la maggioranza delle materie prime ortofrutticole che servono per produrre pasti nelle mense scolastiche sono consegnate con le cassette REDEA di CPR System, senza dover più ricorrere a imballaggi a perdere e da smaltire con un notevole impatto sull’ambiente.
LA CASSETTA REDEA
La cassetta ortofrutta REDEA, già lanciata nel 2021, è un’innovazione pura per design e funzionalità. Il design, progettato dal Politecnico di Milano, si ispira alla natura e alle sue forme organiche e si contestualizza perfettamente nei reparti ortofrutta di nuova generazione, valorizzando l’esposizione dei prodotti. Infatti, grazie a un’interna aerazione ottimale protegge e valorizza il prodotto grazie a una minor superficie di contatto fra la cassetta e il contenuto.
Dal punto di vista dell’innovazione, grazie all’etichetta Smart-Label che è dotata di un codice a barre 1D e 2D e il Tag Rfid rappresenta un rinnovamento delle modalità operative del settore agricolo. L’etichetta Smart-Label e il Tag Rfid consentono di acquisire e gestire le informazioni attraverso l’utilizzo di strumenti portatili (lettori bar-code o gate RFID). La smart label è associata univocamente alla singola cassa e ad essa verranno collegati i dati gestiti e resi disponibili in un server cloud centralizzato a cui i vari attori della filiera potranno accedere per competenza.
Dal punto di vista dell’impatto ambientale la cassetta Redea contribuisce a ridurre i trasporti del 20% circa prevedendo un risparmio 10,3% nelle emissioni di CO2 e una riduzione del 1,66% del consumo carburante e della distanza percorsa in fase di trasporto, rispetto ai valori ottenuti con le più note cassette verdi.
COME FUNZIONA LA DISTRIBUZIONE
Prendendo spunto dalla Distribuzione Organizzata, l’attività nella ristorazione collettiva funziona in modo analogo. Le cassette Redea partono dalla cooperativa CPR System, arrivano da CONOR che in questa fase processuale è il Centro Distributivo delle materie prime e in base alle richieste di fornitura delle cucine gestite da Camst e CIRFOOD eroga i prodotti che poi arriveranno alle cucine delle scuole. Una volta utilizzate, le cassette vengono restituite a CONOR per avviare un nuovo ciclo.
Questo processo virtuoso di gestione delle cassette REDEA è monitorato costantemente dal Centro di ricerca Food Supply Chain Center dell’Università di Bologna del Dipartimento di Ingegneria Industriale. Infatti, recentemente l’Unibo ha certificato la notevole riduzione dell’impatto ambientale, che è in gran parte riconducibile ai gas serra clima alteranti provenienti dalla Distribuzione Organizzata e si appresta a certificarlo anche nella Ristorazione Collettiva grazie allo strumento del Life Cycle Assessment (LCA).
Grazie all’etichetta Smart-Label e il Tag Rfid della cassetta REDEA, l’intero processo logistico sarà perfettamente circolare senza perdite d’imballi nelle varie fasi di movimentazione e le scuole che aderiscono al progetto possono gestire tramite un’apposita App la restituzione delle cassette.
L’obiettivo di CPR System è quello di creare valore e oggi con il progetto della ristorazione collettiva coinvolta nella gestione degli imballaggi, le potenzialità di questo modello virtuoso ampliano gli orizzonti dimostrando di essere uno strumento efficace a tutela dell’ambiente riducendo l’immissione di rifiuti.
“Il progetto nella Ristorazione Collettiva – dichiara il Direttore Generale di CPR System Monica Artosi – apre enormi opportunità per il settore. Abbiamo raggiunto, con REDEA, circa 100.000 movimentazioni a fine gennaio 2023 e questo ritengo sia solo l’inizio di un percorso che dimostra le grandi potenzialità dell’economia circolare che fa parte del DNA della nostra azienda”.
“Abbiamo sempre creduto in questo progetto, che abbiamo contribuito a far nascere. Il periodo di sperimentazione, della durata di circa 4 mesi, ci ha visti, infatti, protagonisti in 40 scuole di Reggio Emilia e nel centro pasti del Comune di Modena, consentendoci di testare operativamente il modello di gestione delle casse REDEA di CPR System. – dichiara Massimiliano Merenda, Procurement & Supply Chain Executive Director di CIRFOOD. – Ridurre gli imballi a perdere e gli impatti ambientali del nostro business è, per noi, un obiettivo da continuare a perseguire.”.
“Per Camst la riduzione dell’impatto ambientale delle attività produttive aziendali è un fattore distintivo – commenta Alberto Raneri, Direttore Innovazione e Tecnologie di Camst group. – L’adozione delle casse REDEA di CPR System per il trasporto dei prodotti ortofrutticoli destinati alla ristorazione collettiva è la dimostrazione concreta di quanto si possa essere sostenibili lungo tutta la filiera, con risultati misurabili e oggettivi.”
“CONOR ha voluto fortemente partecipare a questo progetto innovativo con partner di livello nazionale come CIRFOOD e Camst per la ristorazione, Cpr System per la gestione degli imballi a sponde abbattibili. – sottolinea Dario Guidi, direttore commerciale di CONOR – Con il supporto progettuale della facoltà di ingegneria di UNIBO ha posto ulteriori accenti, alla costruzione di una economia circolare volta a valorizzare le produzioni nazionali, minimizzare l’uso di imballi primari e secondari”.
“Il sistema distributivo e di conferimento dell’ortofrutta basato sull’uso di contenitori a sponde abbattibili – afferma in conclusione il prof. Riccardo Manzini direttore del Food Supply Chain Center – è in grado di ridurre significativamente l’impatto ambientale riconducibile a tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto e della relativa catena di imballo. Questo è stato recentemente certificato da una nostra ricerca condotta nella Distribuzione Organizzata italiana e pubblicata su una prestigiosa rivista internazionale”.
Leggi altri articoli: Dalle Imprese dell’Emilia Romagna