Condizioni di lavoro per i giovani in Emilia-Romagna
Emilia-Romagna al quarto posto per le migliori condizioni per i giovani. Alcune evidenze del report ‘Traiettorie verso il prossimo futuro’
Alcune evidenze del report ‘Traiettorie verso il prossimo futuro’ Tra le regioni che offrono ai giovani le condizioni migliori per lavorare e fare impresa, l’Emilia-Romagna ottiene il quarto posto, dietro a Lombardia, Piemonte e Veneto.
Questo è quanto emerge dall’Indice dei Territori Youth-Friendly di Confartigianato presentato in occasione della Convention Giovani Imprenditori 2023.
L’indice misura il grado di apertura verso i giovani delle regioni e delle province mediante 13 indicatori inerenti al sistema imprenditoriale, mercato del lavoro, capitale umano e demografia.
Tra gli aspetti considerati, l’Emilia-Romagna mostra un mercato del lavoro giovanile in buona salute, con un tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni del 52,7%, il quarto più elevato in Italia e di 9 punti superiore rispetto al 43,7% medio nazionale. Rispetto al 2019 il tasso di occupazione giovanile emiliano-romagnolo cresce di un punto, recuperando il trend di crescita occupazionale che si osservava prima della pandemia.
Nella nostra regione rimane contenuta la quota di giovani che non lavorano e non studiano (NEET), che nel 2022 si ferma al 12,2% pari a circa un giovane di 15-29 anni su 10, il secondo valore più basso dopo il Trentino-Alto Adige, che si attesta al 10,5% (è il 19% a livello nazionale).
Grazie a questi e altri fattori di attrazione l’Emilia-Romagna è la prima regione per migrazione da altre regioni di giovani laureati 25-39 anni (con un saldo pari allo 0,59% su 1.000 giovani 25-39 anni). Un flusso che contrasta in parte la fuga di cervelli verso l’estero, fenomeno che in Emilia-Romagna pesa meno rispetto ad altre regioni ma in costante crescita negli ultimi 10 anni.
Sul lungo periodo incide anche il calo demografico, che prevede nell’arco dei prossimi 40 anni una riduzione della popolazione tra 25 e 34 anni del -6,5% in Emilia-Romagna (-21,1% in Italia). Sono queste alcune evidenze di un contesto che vede un progressivo impoverimento del capitale umano e una
riduzione della creazione d’impresa.
Rispetto alla vitalità imprenditoriale il nostro territorio mostra alcune debolezze, con un peso dell’imprenditoria giovanile del 7,1% che la porta in penultima posizione nel rank nazionale.
L’artigianato mostra una presenza di giovani più elevata (8,6%), seppure sempre al di sotto della media nazionale (9,7%). A fine 2022 le imprese con a capo un giovane Under35 in regione sono 31.860, di cui un terzo artigiane (il 33,3%) pari a 10.616 unità. Malgrado il contesto meno favorevole, rimane elevata la voglia di intraprendere tra i giovani: tra gli Under30 la quota che, se potesse scegliere, vorrebbe fare l’imprenditore si attesta al 48,2% in Italia, quasi dieci punti superiore al 38,7% della media Ue a 27.
Nella classifica provinciale, Modena e Reggio Emilia rientrano tra le 13 province italiane con habitat più favorevoli per i giovani, piazzandosi rispettivamente al sesto e al dodicesimo posto nel rank nazionale.
Questa migliore performance è determinata dalla propensione delle imprese alla collaborazione con le scuole (tirocini/stage), l’elevata domanda di lavoro da parte delle imprese di giovani Under30 e un buon tasso di occupazione. Reggio Emilia inoltre risulta la prima provincia italiana per vocazione artigiana delle imprese capitanate da Under35 (il 43,8%).
All’opposto le condizioni più difficili per i giovani in regione si riscontrano a Ferrara e Rimini, rispettivamente al 52° e 53° posto nel rank nazionale, determinato da una bassa presenza di imprese Under35 e una scarsa diffusione di contratti stabili offerti ad Under30