Crescono le imprese femminili Ferraresi
Crescono le imprese femminili ferraresi, quota in aumento e più elevata rispetto alla media Regionale
Vigarano Mainarda (25,7%), Fiscaglia (25,6%) e Ferrara (25%) i comuni con il più alto tasso di femminilizzazione.
Il più basso nel comune di Jolanda di Savoia (19,7%)
Sono 6.986 (il 23,7% del totale) le imprese femminili in provincia di Ferrara alla fine del 2022, quota in aumento e più elevata della media regionale (21,4%) e di quella nazionale (22,8%). +71 unità rispetto al 2021 e si concentrano, per lo più, nel Commercio e nel Turismo, ma anche nelle attività professionali e artistiche. Vigarano Mainarda (25,7%), Fiscaglia (25,6%) e Ferrara (25%) i comuni con il più alto tasso di femminilizzazione. Il più basso nel comune di Jolanda di Savoia (19,7%). È quanto emerge dall’indagine condotta dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio sui dati del Registro imprese. ”Tutti insieme – ha sottolineato Gisella Ferri, presidente del Comitato provinciale per l’imprenditoria femminile dell’Ente di Largo Castello – abbiamo il dovere di individuare e di rimuovere impedimenti e pregiudizi se vogliamo crescere dal punto di vista economico, culturale, sociale e da quello – non meno importante – della qualità della vita. In particolare – ha proseguito Ferri – sviluppando una rete di Welfare efficiente e capillare e lavorando per rimuovere quegli ostacoli concreti che scoraggiano e tengono lontane le giovani donne dai percorsi di formazione. Perché formazione professionale, studio, specializzazione, aumento della cultura, rappresentano una leva fondamentale per trovare occupazione e per uscire da una condizione di marginalità e di subalternità”.
Tante le imprese femminili giovanili e straniere. L’andamento è determinato in particolare dalla movimentazione delle imprese femminili giovanili e straniere. A fine 2022 le imprese a cui è possibile attribuire i caratteri di under 35 femminili erano 690 pari al 9,9% delle imprese in rosa ferraresi. Una quota ancora ridotta, ma più elevata rispetto allo stesso indicatore riferito alle non femminili (7,1%). Sono concentrate in quattro divisioni di attività: pesca e acquacoltura (14,9%), commercio al dettaglio (15,1%), ristorazione (11,7%, in calo rispetto allo scorso anno) e servizi per la persona (14,1%). L’apparente lieve riduzione della consistenza, effetto delle cancellazioni d’ufficio, nasconde invece un saldo tra iscrizioni e chiusure di ben 81 attività in più. Alla stessa data, le imprese femminili straniere sono risultate 772 pari all’11,1% del totale delle imprese rosa ferraresi (l’incidenza per le non femminili si ferma al 10%). Sono diffuse, in particolare, nel Commercio al dettaglio (25,1%, circa 1 su 4) e nella Ristorazione (18,3%), negli altri Servizi per la persona, parrucchiere centri estetici, (11%), nell’Attività manifatturiera delle confezioni (5,5%, in diminuzione rispetto allo scorso anno), nel Commercio all’ingrosso (5,7%) e nei Servizi per edifici e paesaggio, pulizie (5,6%). Le imprese femminili di donne nate all’estero sono risultate in aumento dall’inizio della rilevazione. La tendenza positiva si era arrestata nel 2020, ma ha poi ripreso forza nel 2021 e anche quest’anno, sempre al netto delle chiusure d’ufficio, le iscrizioni sono state superiori alle cessazioni.
Nuove imprese femminili in crescita nei settori performanti. Se al lordo delle operazioni di chiusura d’ufficio i cali delle consistenze si diffondono in tutti settori, fatta eccezione che per le attività professionali, quelle artistiche e tra i servizi alla persona, al netto di questa pulizia la crescita non avrebbe coinvolto solo agricoltura, costruzioni e attività immobiliari, con ampie differenze di intensità tra le divisioni. In particolare, le imprese del terziario sono aumentate di 72 unità. Sono stati i servizi destinati al consumatore finale, diversi dal commercio, a crescere in maniera decisamente consistente (+28 unità), anche se in modo non uniforme. Alloggio e ristorazione, ad esempio, sono cresciuti del +1% (+7 unità), sostenuti dalla ripresa del secondo ambito. La dinamica delle imprese è risultata positiva anche per le attività professionali, scientifiche e tecniche femminili (+14 unità, +8%) e per le attività artistiche (+13 unità, +13,1%). In controtendenza dal lato delle contrazioni, l’insieme di agricoltura, silvicoltura e pesca è risultato uno dei pochi macrosettori ad avere subito una diminuzione con la perdita di 13 imprese, pari al -0,9% da attribuire esclusivamente al comparto agricolo a fronte della continua crescita della pesca. Una diminuzione più contenuta ha caratterizzato il settore delle costruzioni, in controtendenza con le altre tipologie di imprese (-4 unità).
La forma giuridica. La crescita delle imprese femminili “calcolata” senza le chiusure d’ufficio è diffusa in tutte le tipologie. Se in termini assoluti il saldo migliore rimane quello delle imprese individuali che hanno confermato la nuova tendenza positiva con una contenuta accelerazione (+31 unità pari al +0,6%), in termini relativi l’aumento è stato trainato anche dall’incremento delle società di capitale (+25 unità, pari a un +2,3%), tipologia di azienda, di norma, più strutturata e “robusta” sotto il profilo organizzativo e gestionale, favorita anche dall’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata. Tendenza positiva anche per le società di persone (+16 unità, +1,5%). Alla fine del 2022 le imprese femminili ferraresi risultano ancora costituite per la gran parte da imprese individuali (69%), quindi da società di capitale (15%), quota che tende ad aumentare, poi da società di persone, pari al 14,1% del totale, con un peso invece in diminuzione, e infine da cooperative e consorzi, che sono pari solo al 1,9% delle imprese in rosa.
La sopravvivenza a dieci anni. Nei primi 3 anni di vita la perdita annuale delle imprese femminili nate nel 2012 risulta più elevata rispetto al dato dell’intera struttura produttiva locale, negli anni successivi i tassi si riducono, avvicinandosi fino a risultare anche più bassi. Dopo 10 anni, il 41,6% delle imprese rosa risultano ancora attive nel 2022, con un’incidenza però inferiore oltre quattro punti rispetto al dato complessivo.