• 24/01/2025

Crowdfunding: lo studio ART-ER

 Crowdfunding: lo studio ART-ER

Emilia-Romagna, quasi 62 milioni di euro raccolti grazie al crowdfunding. Lo studio ART-ER: in 10 anni promosse 740 campagne, possibili anche sinergie con i fondi pubblici

Il crowdfunding piace all’Emilia-Romagna. Secondo uno studio realizzato da ART-ER in collaborazione con l’organizzazione no profit EUROCROWD, negli ultimi dieci anni lo strumento di finanza alternativa è stato ampiamente utilizzato sul territorio regionale, collezionando 740 campagne per un totale di oltre 61,6 milioni di euro raccolti.

L’analisi fotografa dettagliatamente le iniziative di crowdfunding avviate in Emilia-Romagna a partire dal 2013, quando l’esordio è stato di 6 campagne condotte fino al massimo di 168 compagne lanciate nel corso dei dodici mesi del 2022, con un risultato di 28 volte superiore rispetto al primo anno mappato.

Secondo la mappatura, anche la varietà di applicazioni dello strumento è stata molto ampia, basandosi principalmente sull’utilizzo di tre dei quattro modelli attualmente classificati (donazione, reward, equity) attivando, fin dal 2016, dinamiche di “match-funding”, ovvero una combinazione tra fondi pubblici e risorse reperite tramite crowdfunding.

Nel periodo analizzato (2013-2022) questi modelli di co-finanziamento hanno interessato 317 campagne sulle 740 mappate, pari al 43% del totale e hanno alzato il tasso di successo delle campagne di crowdfunding che passa dal 95,8% (in generale per il totale delle campagne analizzate) al 97,8%.

Le attività di informazione, formazione e accompagnamento che negli anni si sono sviluppate a sostegno delle iniziative di crowdfunding, sono state sicuramente funzionali al miglioramento del mercato regionale. Tra queste ricordiamo KICK-ER, il servizio di orientamento e accompagnamento al crowdfunding lanciato nel 2015 da ART-ER, dedicato a imprese, startup, progetti di impresa, enti del Terzo Settore ed enti pubblici che intendono lanciare una campagna di crowdfunding per un progetto innovativo di impatto sul territorio regionale.

Da subito lo strumento del crowdfunding si è dimostrato un importante alleato di organizzazioni non-profit, enti del Terzo Settore, enti pubblici, imprese e startup poiché rappresenta una modalità di raccolta fondi/capitale che permette a soggetti di varia natura di fare appello ad un ampio numero di potenziali sostenitori, al fine di raccogliere quanto necessario a sostenere la propria iniziativa tramite l’utilizzo di piattaforme dedicate.

Chi lo ha utilizzato di più?

Le organizzazioni che maggiormente hanno utilizzato lo strumento del crowdfunding sono gli enti del Terzo Settore (432) di cui fanno parte quei soggetti che tradizionalmente sono più legati alla comunità locale e che sono in grado di mobilitare maggiori numeri in termini di partecipazione della collettività.

Da segnare l’unicum del caso del restauro del Portico di San Luca a BolognaUn passo per San Luca che nel 2013 ha raccolto quasi 340 mila euro da oltre 7000 sostenitori. «Dopo questa prima esperienza pionieristica, nel territorio regionale si sono moltiplicate negli anni le iniziative che hanno visto soggetti pubblici e privati co-finanziare iniziative di impatto locale», commenta Martina Lodi, referente di ART-ER per il crowdfunding. «Questi modelli – aggiunge – hanno spinto la Regione Emilia-Romagna ad indagare le possibili sinergie tra fondi pubblici e crowdfunding. Prima sperimentazione: l’inserimento del crowdfunding come premialità contributiva all’interno dell’Avviso pubblico per il Sostegno all’innovazione e agli investimenti delle imprese culturali e creative dello scorso anno».

Allo scopo di poter intercettare ulteriori possibili combinazioni e sinergie con il Programma Regionale FESR, le campagne di crowdfunding sono state suddivise per ambiti di intervento/settori dell’iniziativa.

Cultura, riqualificazione e inclusione sociale gli ambiti maggiormente interessati

Delle 642 campagne afferenti alla tipologia reward e donation, quasi un terzo 220 sono riconducibili al settore della cultura (il 34%), seguite dalle 128 dedicate a progetti di riqualificazione (il 20% del totale) e da progetti di inclusione sociale (114, cioè il 18% delle campagne).

Per il crowdfunding finanziario (equity), i settori che riescono ad attirare un maggior numero di investimenti e investitori sono senza dubbio l’immobiliare e la tecnologia, confermando i trend nazionali, che raccolgono da soli 40 degli oltre 56 milioni di euro complessivi.

Per quanto riguarda l’equity crowdfunding, la campagna che ha raccolto più fondi è stata quella della PMI Innovativa bolognese Forno Brisa che nel 2022 ha ripetuto l’esperienza dell’equity crowdfunding, già provata con successo nel 2020, raccogliendo in questo secondo round 4.329.362 euro da 662 investitori. A seguire Eggtronic, startup innovativa modenese della nostra rete regionale, che nel 2022 ha raccolto 4 milioni di euro con un co-investimento di CDP.

Eggtronic è un’azienda attiva nel mercato dei semiconduttori che fornisce soluzioni tecnologiche ad alta efficienza energetica. Terzo gradino del podio “equity” per Tulips, il primo supermercato italiano esclusivamente online con sede a Cesena che, nel suo secondo round di finanziamento del 2021, ha raccolto 3.770.722 euro da 207 investitori.

Record in ambito reward crowdfunding per il Parma Calcio che nel 2015 ha raccolto 238.308 euro da 4.783 sostenitori (supporto medio di 50 euro), seguito da AGEOP con le sue campagne annuali #LOTTOANCHIO, AIL e ADO. Prime organizzazioni non ambito charity che raccolgono cifre importanti tramite il crowdfunding non finanziario sono l’Estragon di Bologna, con la campagna da 52.534 euro (780 sostenitori) del 2020 e l’Associazione sportivo dilettantistica Pianta di Forlì con i suoi 216 supporter che hanno sostenuto nel 2021 la riqualificazione del campo della loro squadra del cuore per 45.655 euro.

La distribuzione del crowdfunding sul territorio

Secondo i dati raccolti, vi sono differenze a livello territoriale per quanto riguarda l’adesione al crowdfunding, La provincia di Bologna è sede del maggior numero di campagne di crowdfunding attivate (314), seguita dai buoni risultati della Romagna (Ravenna e Forlì-Cesena rispettivamente con 101 e 107) mentre è Piacenza (12) ad essere la meno attiva nell’utilizzo di questo strumento scavalcata da Reggio Emilia (75), Modena (58), Rimini (27) Ferrara (25) e Parma (21).

A valle dell’analisi di benefici, vantaggi e applicabilità del crowdfunding per lo sviluppo territoriale, lo studio propone inoltre le opportunità di combinazione del crowdfunding con strumenti e misure di finanziamento regionali in Emilia-Romagna, mettendo in evidenza una panoramica delle possibili sinergie tematiche con i programmi regionali FESR ed FSE+ e alcune policy recommendation.

Il report completo è scaricabile qui.

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Redazione

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