• 15/10/2024

Da dipendente a Imprenditore: la storia di Luca Avagliano

 Da dipendente a Imprenditore: la storia di Luca Avagliano

Luca Avagliano

Insieme a Luca Avagliano, socio e amministratore unico di Margotta Medical e vicepresidente del GGI Confindustria Emilia Area Centro, esploriamo il percorso e le sfide che possiamo incontrare per passare da dipendenti ad amministratori unici di un’azienda

 

Margotta Medical S.r.l. nasce nel dicembre 2019 dall’esperienza di Margotta Group. Luca Avagliano, partito da Cava de’ Tirreni e trasferitosi a Bologna, è oggi il suo amministratore unico dopo un percorso di crescita aziendale e sfide affrontate durante la pandemia.

Ma non solo, oggi è anche vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Area Centro. Vediamo insieme a lui qual è stato il suo percorso, le sfide affrontate e i progetti per il futuro prossimo.

Margotta Medical S.r.l. è una realtà che nasce nel dicembre del 2019 dall’esperienza e dalla professionalità di Margotta Group. Lei da dipendente di Margotta Group è oggi socio e amministratore unico di questa nuova società. Può raccontarci il suo percorso di carriera all’interno del gruppo?

«Fin da ragazzino sono sempre stato determinato, ma a quei tempi la mia determinazione non sapevo dove dirigerla. Appena maggiorenne, sono partito dalla piccola Cava de’ Tirreni con mia moglie Cristina per raggiungere il grande Nord Italia con solo una valigia a testa e un cuore pieno di speranze e sogni.

Quando sono arrivato a Bologna, mi sono dedicato con determinazione a qualsiasi lavoro, affrontando con coraggio numerose difficoltà. La vicinanza di Cristina unita alla mia forza d’animo mi hanno detto “Luca, non mollare” e finalmente dopo qualche anno sono stato assunto da Margotta come tecnico commerciale. Come si può intendere, le esperienze vissute mi hanno convinto a non arrendermi mai e a dedicare tutto me stesso al bene dell’azienda e al mio, sviluppando un forte senso di appartenenza per Margotta.

Quando la persona che ormai ero diventato si è unita alla passione e al senso di appartenenza, mi sono prodigato a introdurre nuove idee e pratiche operative che hanno migliorato l’efficienza aziendale e il fatturato. Di conseguenza, mi sono stati affidati incarichi con crescenti responsabilità manageriali, mantenendo comunque un’ampia autonomia operativa. Dopo pochi anni, sono diventato socio e membro del Consiglio di Amministrazione di Margotta Medical, per poi assumerne nel 2023 la carica di Amministratore Unico».

Quali sono state le principali sfide che ha dovuto affrontare nel passaggio da dipendente ad amministratore?

«Le dico questo, nel dicembre 2019 Margotta Medical si distacca da Margotta Group trasformandosi in una realtà aziendale autonoma che vedeva me come nuovo socio e membro del Consiglio di Amministrazione. Il progetto era completare il trasferimento delle risorse e del personale tra Margotta e Margotta Medical il 1° marzo 2020 e così è stato. La pandemia da Covid-19, però, è arrivata con il peggior tempismo.

Il Covid-19 ha colpito duramente le RSA e le altre strutture sociosanitarie per anziani e disabili, a cui i nostri prodotti sono destinati, e avevano necessità molto più immediate da soddisfare. Per questo, ho riconvertito le attività aziendali verso la rivendita di dispositivi medicali che importavamo dall’estero e consegnavo personalmente alle aziende e alle strutture per anziani nostre clienti; ho introdotto un servizio di formazione online con professionisti qualificati rivolto allo sconvolto personale sociosanitario e interfacciato il nostro software con un dispositivo medico per la rilevazione rapida dei parametri vitali.

In quel periodo trascorrevo le giornate a gestire e controllare il materiale dei dispositivi che ordinavamo e importavamo. Le notti, invece, le passavo a studiare i nuovi decreti legislativi per essere sempre aggiornato sulle certificazioni di conformità, che, come ricordiamo tutti, cambiavano continuamente.

Come può immaginare, è stato un momento molto difficile e impegnativo, soprattutto all’inizio di una nuova esperienza professionale e imprenditoriale, ma grazie a questa mia intuizione abbiamo superato quel lungo periodo raggiungendo ottimi risultati e ottenendo importanti riconoscimenti. Devo però ringraziare i miei ragazzi per essere stati di così grande supporto perché, sembra banale, ma da soli non ci si salva».

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Che consigli darebbe a qualcuno che aspira a crescere all’interno dell’azienda e raggiungere una posizione di leadership?

«Il temperamento è importante, ma non è tutto. Il modo di essere si può perfezionare con l’esperienza e il duro lavoro, anche su se stessi. Un altro elemento molto importante è la creatività e una mentalità elastica. Ritengo che queste ultime due caratteristiche possano fiorire maggiormente in un ambiente di lavoro disteso e collaborativo.

La competizione è importante, ma se i collaboratori lavorano in un ambiente inclusivo e coinvolgente in cui sentono di poter esprimere le proprie opinioni e idee, il risultato è una maggiore sicurezza in se stessi ed è pertanto più facile emergere come persona e professionista. Per sapere “come” arrivare bisogna, prima di tutto, conoscere “dove” arrivare.

Essere un buon leader significa mettersi in gioco in prima persona: il buon leader “spinge” il gruppo con passione e comprensione per far sì che ogni membro possa migliorare come persona e come professionista e abbia gli strumenti per raggiungere i propri obiettivi; se il leader “traina” con forza il gruppo deve stare attento perché, quando si guarda alle spalle, potrebbe non trovare nessuno dietro di sé. Credo che queste parole possano far riflettere su quale tipologia di leader si vuole diventare».

Da giugno 2023 è anche Vice Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Area Centro in rappresentanza di Bologna con Delega Nazionale. Quali obiettivi spera di raggiungere durante il suo mandato e quali iniziative specifiche sta promuovendo?

«Gli elementi fondativi della mia esperienza professionale che ho raccontato finora mi aiutano a dare risposta a questa domanda. Il senso di appartenenza che ho sviluppato prima in Margotta e che mi ha permesso poi di immaginare un progetto di sviluppo per Margotta Medical, lo vivo anche per la mia attività istituzionale nel Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Area Centro. Al termine di questo primo anno come Vice Presidente, non posso essere più orgoglioso degli associati al Gruppo e della loro rinnovata passione per le sue attività; ma anche dei risultati in termini di progetti che abbiamo portato a termine.

Ho poco meno di 3 anni da trascorrere in questo incarico e ho intenzione di continuare a portare la mia esperienza e la mia persona a vantaggio di Confindustria Emilia e in particolare dei Giovani Imprenditori per poter lasciare un’eredità di compattezza e propositività per essere sempre più in grado di formare le prossime generazioni di imprenditori e manager e restituire alla comunità che ha accolto le nostre realtà imprenditoriali ciò che ci ha più di tutto regalato: un’identità personale e unica.

I progetti che abbiamo portato avanti quest’anno ci hanno mostrato come sia le aziende, sia il territorio, abbiano bisogno di imprenditori e manager che se ne prendano cura. Il ciclo di conferenze che ho promosso insieme alla cooperativa sociale CIDAS (Cooperativa Sociale di Ferrara) sulla sensibilizzazione normativa e valoriale dell’inclusione lavorativa per le persone diversamente abili, ha reso i partecipanti leader più consapevoli di un mondo dove la diversità di obiettivi e capacità può solo portare una crescita umana e aziendale che riordina le priorità dell’impresa e consolida una cultura aziendale più adattabile ai cambiamenti di mercato e della società stessa.

Ho altresì coinvolto il Gruppo nella partecipazione attiva alle iniziative di associazioni come FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue) e ANT (Associazione Nazionale Tumori). Ho tanti progetti in mente per il prossimo anno che spero potranno vedere la luce con il sostegno del Gruppo Giovani Imprenditori. Ma di questo, magari, parliamo un altro giorno».

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Martina Rossi

Coordinatrice editoriale

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