Emilia-Romagna, regione più innovativa d’Italia
L’Emilia-Romagna è la regione più innovativa d’Italia. Ne abbiamo parlato con Marina Silverii, direttrice operativa di ART-ER
«La natura giuridica di ART-ER racconta il suo ruolo sul territorio – ci spiega Marina Silverii, direttrice operativa della società –. Si tratta, infatti, di una società consortile che vede come socio principale la Regione Emilia-Romagna, ma che coagula al suo interno una rete di soggetti che va dalle università emiliano-romagnole, al CNR, all’Enea, all’INFN, Unioncamere, Città Metropolitana di Bologna e altri.
Uno staff di circa 200 persone che ha l’obiettivo di rafforzare l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione nella nostra regione favorendone l’integrazione col sistema produttivo del territorio. Lo facciamo sia a supporto delle politiche innovative della Regione, sia promuovendo delle sperimentazioni di cui poi seguiamo le evoluzioni, secondo una traccia di convergenza con le direttrici regionali.
A mio avviso sono due gli aspetti che contribuiscono a spiegare le ottime performance regionali: da un lato la continuità di visione delle politiche volte all’implementazione dell’innovazione che si sono succedute dagli anni duemila ad oggi, dall’altro la capacità di fare sistema coinvolgendo tutti gli attori del territorio in processi partecipativi, favorendo con lungimiranza investimenti diffusi, che hanno poi contribuito alla formazione di massa critica da capitalizzare».
ART-ER è operativa dal 2019, ma nasce dalla fusione di Aster ed Ervet, per favorire la crescita sostenibile della regione attraverso lo sviluppo dell’innovazione e della conoscenza, l’attrattività di risorse e imprese sul territorio, nonché l’internazionalizzazione del sistema territoriale.
Tra le direttrici sulle quali la società si muove operativamente c’è quella relativa all’implementazione e coordinamento di progetti. Tra questi citiamo Ecosister, relativo alla creazione e al rafforzamento dell’ecosistema dell’innovazione per la sostenibilità. Marina Silverii ce lo spiega.
«Sono 11 i progetti relativi agli ecosistemi dell’innovazione in Italia finanziati coi fondi del Pnrr, l’Università di Bologna era il soggetto proponente del progetto di ecosistema dell’innovazione dell’Emilia-Romagna, presentato insieme alle altre università emiliano-romagnole, CNR, Enea, INFN, Cineca e altri soggetti del territorio, con il coordinamento delle attività di trasferimento tecnologico e innovazione da parte di ART-ER.
L’Ecosistema per la transizione sostenibile in Emilia- Romagna ha avuto il punteggio più alto e quindi il primo posto nella graduatoria nazionale. Grazie a questo risultato, abbiamo ottenuto 110 milioni di euro con cui sostenere la transizione ecologica del sistema economico e sociale regionale da utilizzare in 3 anni.
Con questo e tanti altri progetti cerchiamo di supportare anche le start up e percorsi di open innovation, consapevoli degli aspetti che dobbiamo migliorare: anzitutto la scalabilità delle imprese innovative e la capacità di attrarre investimenti e capitali di rischio».
Recentemente ART-ER ha curato una nota sullo scenario macroeconomico dell’Emilia-Romagna basata sulle nuove stime previsionali elaborate a gennaio da Prometeia, società di consulenza, sviluppo software e ricerca economica per banche, assicurazioni e imprese.
Per il 2024 si prevede uno scenario macroeconomico complessivamente positivo, ma caratterizzato da una crescita economica debole. Con la direttrice di ART-ER abbiamo provato a chiarire questo aspetto.
«Sia il Pil regionale sia gli indicatori dell’innovazione sono stimati in crescita nel 2024 e la regione resta la prima per export pro-capite. Anche il mercato del lavoro regionale appare sostanzialmente riallineato al periodo pre-pandemico.
Nel 2024 il tasso di attività dovrebbe crescere al 73,8 per cento (dal 73,5 per cento del 2023), il tasso occupazione al 70,4 per cento (dal 70 nel 2023) con un tasso di disoccupazione frizionale che scenderà al 4,5 per cento (dal 4,8 per cento registrato nel 2023).
Ciò non toglie che il territorio risenta dell’instabilità dello scenario internazionale determinata sia dell’aumento generalizzato dei prezzi, sia dall’incertezza del quadro geopolitico. Pur in questo difficile contesto, l’impegno continuerà a essere quello per uno sviluppo equo, condiviso con tutti gli attori del territorio».
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