Ferrara, l’export supera i livelli del 2019
Il 2021 è stato l’anno della ripresa delle esportazioni ferraresi: le anticipazioni dell’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio, infatti, confermano, per tutto il 2021, 2,5 miliardi di euro di merci esportate, valore che corrisponde ad una variazione tendenziale positiva del +25,5%, oltre 500 milioni in più rispetto al 2020, ma soprattutto ampio recupero anche rispetto al 2019 (+130 milioni).
A livello congiunturale, nel quarto trimestre 2021, i dati mensili delle esportazioni ferraresi crescono ancora ad un ritmo elevato, pur se rallentato rispetto ai mesi primaverili, con una variazione tendenziale trimestrale del +21,1%. Il dato finale riferito ai soli ultimi tre mesi dell’anno, 664milioni di euro, risulta essere il valore più alto degli ultimi 10 anni.
Se l’anno era iniziato con un leggero calo rispetto al gennaio 2020, per tutti i mesi i successivi si sono rilevati aumenti relativi a due cifre e con la variazione più consistente ad aprile; infine a dicembre il recupero sembra in naturale decelerazione. Anche in termini trimestrali, il quarto periodo dell’anno al confronto con il terzo, evidenzia un andamento migliore, con una variazione congiunturale tra le più elevate della serie storica.
L’aumento su base annua dell’export risulta marcato e diffuso su gran parte del territorio nazionale. Ferrara è tra le province che registrano la variazione più elevata in Italia, con il miglior risultato in Emilia-Romagna e aumentando così la propria quota sul totale regionale al 3,4%, anche se l’apporto alle esportazioni regionali della provincia estense rappresenta ancora il contributo minore, con un’incidenza inferiore anche a quella di Rimini.
“La crescita che siamo riusciti a mettere a segno – ha sottolineato Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commercio – è la conferma dei punti di forza delle nostre imprese, della loro abilità dimostrata nel riposizionamento sui mercati esteri e nelle filiere produttive, sia a livello nazionale sia internazionale. I dati con cui si è chiuso il 2021 – ha proseguito Govoni – non sono in grado, tuttavia, di descrivere pienamente la situazione che si trovano ad affrontare gli imprenditori, messi a dura prova dalle sempre più crescenti tensioni geopolitiche, dalle conseguenti fibrillazioni registrate sui mercati energetici, con prezzi mai visti prima d’ora, e mancanza di materie prime. Non tutti i nostri competitor, a livello europeo, si trovano, però, nella nostra situazione. Germania e Francia, ad esempio, possono contare su politiche energetiche più efficaci rispetto a quella italiana e si trovano, perciò, a pagare letteralmente un prezzo minore per questa crisi”.