• 03/12/2024

In Giappone e Cina si beve il vino emiliano-romagnolo di Terre Cevico 

 In Giappone e Cina si beve il vino emiliano-romagnolo di Terre Cevico 

Terre Cevico

In Giappone e Cina si beve il vino emiliano-romagnolo della cooperativa Terre Cevico

La cooperativa romagnola Terre Cevico è il primo esportatore di vino in Giappone e il secondo in Cina, con un occhio sempre rivolto alla sostenibilità.
La crescita di una società passa anche dalla lungimiranza nel saper veicolare oltreconfine le proprie idee. Lo dimostra il caso della Società Cooperativa Agricola di produzione e vendita di vino Terre Cevico che si aggiudica il primato di esportatore in Giappone e secondo in Cina.
Per la cooperativa l’export rappresenta una quota sempre più rilevante delle vendite e il risultato di 15 anni di questa attività mette a bilancio nel 2022 73 milioni di euro su una quota complessiva di fatturato di 190 milioni di euro.

In Italia si stima una produzione vitivinicola di circa 50 milioni di ettolitri l’anno con un consumo di circa 24 milioni di ettolitri. L’export risulta quindi, da un punto di vista dei volumi, sia fondamentale e sia strategico. Contemporaneamente in paesi come quelli del sud est asiatico, in un cui il consumo di vino era poco conosciuto fino a qualche decennio fa, l’interesse è aumentato. Ma anche negli Stati Uniti, in cui il vino era già storicamente conosciuto, negli ultimi quindici anni c’è stato un forte incremento nei volumi consumati con un valore aggiunto assolutamente significativo.

Per l’estero vale lo stesso ragionamento dei mercati interni, ovvero l’importanza della multicanalità tra Horeca e GDO e una flessibilità e diversificazione sulle produzioni perché in questi paesi in cui non è storicamente collocato al centro di un’abitudine alimentare come si può fare in Italia, il vino è soggetto a continui mutamenti delle mode e delle abitudini e la capacità di offrire nuovi packaging e un prodotto sostenuto da promozioni che segua i cambiamenti dei consumi, soprattutto in una fascia di popolazione più giovane, è molto importante per crescere nell’export.

«Non sono risultati che arrivano a caso – ha spiegato l’export manager di Terre Cevico, Francesco Paganelli – Siamo partiti tardi ma abbiamo messo in campo un progetto preciso: abbiamo guardato i mercati meno battuti, ad esempio l’Asia, da lì ci siamo approcciati sui canali mass market. Ma attenzione: se vai in Cina e Giappone, che sono due mondi diversissimi, devi presentarti con un prodotto che sappia parlare a quei mercati nel packaging, nel racconto, nelle certificazioni. E oltre al prodotto devi offrire un servizio. Un buyer giapponese mi ha detto: noi non abbiamo terreni ma 130 milioni di persone. Ecco tu oltre al vino devi offrire loro anche un servizio».

Tra i fattori di crescita e attenzione della Cooperativa Terre Cevico ci sono anche quelli della sostenibilità e dell’economia circolare. Soprattutto quest’ultimo è strategico nel settore agricolo e lo dimostra il progetto a cui aderisce chiamato Legàmi di Vite che, in cordata con altre imprese cooperative, restituisce ai terreni agricoli, ad esempio coltivati a vigneto, degli ammendanti che derivano dalla lavorazione degli scarti del vino. Il progetto Legàmi di Vite, che ha avuto l’approvazione dal Ministero dello Sviluppo Economico, prevede lo sviluppo di una filiera sostenibile e circolare attraverso la messa a punto di un protocollo ambientale in cui si cerca di integrare e aggregare più realtà per valorizzare al meglio l’immagine del vino regionale. Questo progetto è supportato dalla Regione Emilia-Romagna con gli Assessorati allo Sviluppo economico e green economy e all’Agricoltura e agroalimentare.

Terre Cevico aderisce anche al consorzio Vitres, che porterà alla creazione di vigneti resistenti. Un percorso di ricerca innovativo e sperimentale che punta al miglioramento genetico delle varietà di vigneti locali emiliano-romagnoli.
Sempre sul fronte della sostenibilità la Cooperativa è impegnata sul fronte delle energie rinnovabili e dell’approvvigionamento energetico. Le ristrutturazioni della azienda prevedono sempre l’implementazione e l’incremento di volumi, già molto significativi, di pannelli fotovoltaici per rendere sostenibile l’approvvigionamento. Sul fronte dei consumi dell’acqua è impegnata sull’utilizzo di sistemi di lavorazione che permettono un quasi totale recupero dell’acqua utilizzata per la pulizia degli impianti attraverso processi di microfiltrazione.

Inoltre, la sostenibilità non riguarda solo il fattore ambientale ma anche quello sociale ed economico. Terre Cevico ha ricevuto la certificazione EQUALITAS che nella filiera vitivinicola prevede il riconoscimento di situazioni di totale regolarità e rispetto di quelli che sono gli approcci sul fronte del lavoro, sia in termini di rispetto delle norme contrattuali, ma anche di impegno oltre le norme cogenti sul tema della sicurezza sul lavoro. Sul fronte della sostenibilità economica è in grado di esprimere delle liquidazioni, quindi il valore dei prezzi dei prodotti che i soci conferiscono, che permettono al socio stesso di poter continuare a investire in agricoltura.

TERRE CEVICO IN BREVE
Terre Cevico, Cooperativa Agricola di produzione e vendita di vino, nasce nel 1963, producendo vino con i soci viticoltori sul territorio romagnolo. Negli anni ’60 e ’70 ha iniziato il commercio di vino, esclusivamente sfuso. Un passo avanti, negli anni ’80 e ’90, è stata la vendita in grandi formati e bottiglie. Negli anni 2000, seguendo le indicazioni del mercato, ha dato il via alla produzione e al confezionamento in brick e bottiglie per il canale Ho.Re.Ca. Oggi è un Gruppo che opera principalmente in Emilia-Romagna ma anche con proprie cantine in Veneto e Puglia. È presente in 70 Paesi del mondo e in particolare in Giappone, Nord Europa, Francia, Cina, USA e sud est asiatico, con un fatturato consolidato di 189,6 milioni di euro.

Link al sito della Cooperativa Terre Cevico

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Giancarlo Pergallini

Giancarlo Pergallini - Collaboratore

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