I.E. Park: protagonista a Nagasaki
A Nagasaki è protagonista l’azienda reggiana I.E. Park: realizzata una giostra per il parco divertimenti alta 15 metri
L’azienda I.E. Park (sito web), leader da decenni a livello internazionale nella progettazione e produzione di giostre Made in Italy, ha messo a segno un nuovo importante successo all’estero.
E’ firmata infatti dall’azienda reggiana, che ha sede a Gattatico, una imponente giostra carousel del diametro di 12 metri e alta 15 metri, interamente dipinta a mano, che riporta alla memoria i tradizionali caroselli amati da intere generazioni e che è stata inserita in un contesto d’eccezione, il parco tematico Huis Ten Bosch a Sasebo City, nei pressi di Nagasaki in Giappone. L’attrazione made in Reggio Emilia è stata commissionata per la celebrazione del suo 30° anniversario, il “Natale nella Città della luce”.
L’area ospita una fedele riproduzione di una cittadina dei Paesi Bassi del XVII secolo per commemorare la lunga e ricca storia delle relazioni tra il Giappone e l’Olanda.
La giostra reggiana è molto suggestiva la sera tutta illuminata ed è stata installata vicino ad un pittoresco canale d’acqua, dai diversi piani consente di avere una panoramica a 360 gradi, grazie alla rotazione dell’attrazione, sulle bellezze del parco divertimenti.
La famiglia Munari, proprietaria dell’azienda, spiega: “E’ la prima volta che una giostra a tre piani viene introdotta in un parco a tema in Giappone. Questa è stata sicuramente una sfida importante per la nostra azienda, dal momento che la costruzione ha richiesto il duro lavoro di molti collaboratori: designer, ingegneri, responsabili logistici, artigiani decoratori, tecnici e installatori.
Prodotta interamente nella nostra fabbrica è dotata di 68 soggetti e veicoli tra cui 22 cavalli grandi, 22 cavalli medi, 8 cavalli piccoli, 2 carrozze a zucca, 6 gondole, 4 tazze rotanti. Può ospitare fino a 104 passeggeri e permette di avere una capacità totale di oltre mille persone all’ora. E’ un prodotto esclusivo di filiera totalmente emiliana”.