• 24/01/2025

Il Bettolino, innovazione sociale

 Il Bettolino, innovazione sociale

Francesca Benelli

Abbiamo intervistato Francesca Benelli, presidente della cooperativa Il Bettolino, che ci ha raccontato i progetti e le iniziative sul tema dell’innovazione sociale

 Nella pianura della Bassa Reggiana, Il Bettolino, cooperativa associata a Legacoop, rappresenta un esempio di innovazione sociale che unisce territorio, inclusione e sostenibilità. La presidente Francesca Benelli ci ha racconta le tappe principali di un percorso che collega mutualità e impatto sociale.

«Il Bettolino è nato oltre trent’anni fa su iniziativa delle amministrazioni locali, per creare opportunità lavorative destinate a persone con difficoltà occupazionali. L’idea iniziale era di utilizzare il calore prodotto dai rifiuti in una discarica intercomunale per riscaldare serre destinate alla coltivazione del basilico. Questo sistema permette ancora oggi di coltivare basilico durante tutto l’anno, trasformando un problema ambientale in una risorsa produttiva», spiega Benelli.

«Il Bettolino nasce da questa innovazione degli amministratori, dove avevano pensato a come utilizzare una risorsa che c’era sul territorio e destinarla a una cooperativa sociale che avrebbe fatto inserimento – afferma la presidente Benelli –. Unire produzione e inclusione sociale è sempre stata la nostra missione. Da un problema ambientale abbiamo costruito una soluzione che crea lavoro, sostenibilità economica e soprattutto fa tantissimo inserimento lavorativo».

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Il Bettolino, innovazione socialeL’esperienza delle cooperative Il Bettolino è fatta anche di scelte oculate per garantire che l’inserimento lavorativo rimanga costante. Infatti, come spiegato: «I nostri processi produttivi sono gestiti, dall’inizio alla fine, dalle persone. Abbiamo scelto appositamente di evitare di investire in strumenti tecnologici di automazione, altrimenti sarebbe venuto meno l’inserimento lavorativo. Che per noi è fondamentale. La nostra forza è anche la forte territorialità, questo lo sentiamo e lo percepiamo. Abbiamo una grossa rete con il territorio, con le amministrazioni comunali e il Consorzio 45.

Negli ultimi anni abbiamo cercato di aumentare i rapporti, condividendo strategie e progetti con altre cooperative e realtà associate».

Progetti e collaborazioni per l’inclusione e l’ambiente

Oltre al basilico, Il Bettolino ha avviato un progetto di apicoltura destinato a formare giovani con disturbi dello spettro autistico come apicoltori. «Questo progetto ha visto la collaborazione di Legacoop Emilia Ovest, dell’Asl e di diversi apicoltori. Con un finanziamento dell’Unione dei Comuni della Bassa Reggiana abbiamo realizzato un corso di formazione per apicoltori, sia per gli operatori che per i ragazzi disabili, soprattutto per i ragazzi autistici.

A settembre abbiamo smielato il nostro primo miele, frutto di un lavoro collettivo condiviso con il territorio, i servizi sociali e il centro autismo di Reggio Emilia.

Il miele, inoltre, è nel nostro negozio e sarà presente nei nostri pacchi di Natale». Questo progetto non mira solo a diversificare l’offerta, ma a creare nuove opportunità di inclusione attraverso il lavoro e rappresenta un progetto condiviso con il territorio e con i servizi sociali: «Abbiamo visto che lavorare con le api aiuta i ragazzi a sviluppare concentrazione e pazienza, due elementi fondamentali per il loro percorso di crescita. Per le persone autistiche, stare ferme, immobili, perché più ti agiti più le api ti attaccano è stata una conquista non da poco. Credo che questo sia stato uno dei progetti più belli che abbiamo fatto», evidenzia la presidente.

Di recente, Il Bettolino ha partecipato alla fondazione di una comunità energetica, un progetto promosso dall’Unione Bassa Reggiana e Sabar per la produzione di energia rinnovabile. «Abbiamo appena firmato come soci fondatori di una comunità energetica, un progetto per il nostro territorio – spiega Benelli –. Collaborare con altre realtà per noi è importante perché vuol dire inserimento lavorativo, inclusione sociale e lavoro».

L’importanza della formazione e della sensibilizzazione

«All’interno de il Bettolino c’è tanta formazione, sia interna, per quanto riguarda i dipendenti e educatori che lavorano nella cooperativa (che sono tutti soci), ma anche all’esterno per tutti i nostri soci – dichiara la presidente Benelli –. Nei nostri prodotti che vengono immessi nella GDO cerchiamo sempre di raccontarci per cercare di coinvolgere tutte le persone». Ma la sensibilizzazione non si ferma qui, infatti annualmente la Cooperativa organizza una cena sociale aperta alla cittadinanza. Una cena che richiama tante persone incuriosite dalla realtà del Bettolino: «Quest’anno abbiamo messo a tavola 370 persone».

L’attualità e le prospettive future

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Il Bettolino, innovazione socialeGuardando ai prossimi obiettivi: «Mi auguro che il futuro de Il Bettolino sia di cercare di lavorare di portare avanti insomma tutto quello che ti ho raccontato. Cercare di migliorarsi ma cercare di farlo con un po’ meno problemi. Negli ultimi anni, in particolare dopo la pandemia, lavorare è diventato veramente difficile. Non voglio dire la solita frase retorica che il mondo è cambiato. Però sicuramente per noi che lavoriamo con il libero mercato è veramente difficile», afferma la presidente Benelli.

«Tutti i giorni hai sempre bisogno di raccontarti, di raccontare quello che stai facendo e non c’è niente di sicuro come poteva essere 15 anni fa. Oggi, arriva un competitor con un prezzo molto più basso del tuo e tu sei fuori mercato. Mi auguro di lavorare non dovendo sempre aggrapparsi a queste cose, ma cercare di valutare e fare la differenza.

Quando vado nei buyer dell’ortofrutta, dico sempre che il basilico de Il Bettolino ha un profumo diverso. L’obiettivo della nostra cooperativa questo è di continuare a progettare cose nuove per fare inclusione sociale. Questo è il nostro compito, è quello che siamo nati per questo e quindi dobbiamo cercare di farlo. Se non sarà con il basilico sarà con il miele o con altri prodotti».

Ma oltre il versante economico, c’è anche l’aspetto relazionale: «Il periodo post-pandemia è stato un vero ricominciare, soprattutto per noi che lavoriamo con una realtà in cui l’80 per cento delle persone sono disabili, fragili o vulnerabili. Affrontare questo periodo ha portato molte paure, ma gli operatori del Bettolino si sono dimostrati pronti a adattarsi, modificando le modalità di lavoro e offrendo una risposta straordinaria», osserva la presidente Benelli.

«La sfida maggiore è stata per gli utenti con disabilità gravi: sei mesi di chiusura sono stati devastanti, con conseguenze ancora visibili per alcuni. Per loro, il lavoro è una delle migliori medicine: alzarsi al mattino con un obiettivo concreto fa una grande differenza, accrescendo l’autostima e riducendo ricoveri e medicine. Ad esempio, quando vanno a visitare aziende come la Mutti e vedono che la foglia del basilico va dentro al vasetto per loro è un momento di crescita enorme. Questo accresce l’autostima, come accade per tutti noi. E più autostima significa meno ricoveri, meno medicine. L’esperienza lo dimostra chiaramente», afferma Francesca Benelli.

È proprio in questa capacità di trasformare il lavoro in un motore di dignità e benessere che risiede la forza del modello de Il Bettolino. Non è solo una cooperativa sociale, ma un esempio concreto di come si possano costruire comunità inclusive, capaci di rispondere alle esigenze del territorio attraverso il lavoro condiviso, la sostenibilità e l’innovazione sociale.

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Giancarlo Pergallini

Giancarlo Pergallini - Collaboratore

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