Il futuro dei giovani imprenditori
Il bilancio del primo anno e mezzo di presidenza di Marco Moscatti del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia
«È stato un periodo intenso e affascinante». Marco Moscatti riassume così il suo anno e mezzo da presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia (sito web).
Classe 1988, imprenditore di seconda generazione, Moscatti è Ceo di Tec Eurolab Srl. Contribuire a far crescere una nuova generazione di imprenditori è l’elemento cardine del suo mandato.
Che bilancio può fare di questo primo anno e mezzo di presidenza?
«Fin dalla campagna elettorale avevo definito le linee guida del mio programma, partendo dalla missione del Gruppo Giovani, ovvero contribuire alla formazione della prossima generazione imprenditoriale. Tutte le nostre attività devono rispondere a questo obiettivo, e per farlo ho individuato alcuni punti programmatici fondamentali.
Il primo è stato incrementare la partecipazione associativa. Non è semplice: siamo tutti imprenditori con poco tempo libero. Per questo, abbiamo lavorato molto per rendere le attività coinvolgenti, per accogliere nuovi associati e integrarli nel gruppo.
Io stesso, insieme alla squadra di presidenza e al direttivo, ci siamo impegnati a incontrare personalmente i nuovi membri, ascoltarli e coinvolgerli. Un lavoro che porta i suoi frutti: si sono da poco svolte le elezioni nazionali Giovani Imprenditori Confindustria e i nostri due vicepresidenti territoriali sono entrambi stati eletti (Annalisa Po come vicepresidente nazionale e Luca Avagliano come membro del Consiglio Centrale).
È un obiettivo a cui lavoravamo da due anni e il risultato è senza precedenti per il nostro gruppo».
E una volta gettate le basi della partecipazione, come avete strutturato le vostre iniziative?
«Abbiamo puntato su due direttrici principali: la formazione e l’education.
Sul fronte della formazione, abbiamo avviato progetti importanti, come l’Open Program in General Management con la Bologna Business School.
Questo programma è dedicato ai giovani imprenditori e si concentra su temi chiave come gestione del personale, strategia, marketing e trasformazione digitale. Il valore aggiunto è che questa formazione non si esaurisce con il corso: lavorando in gruppo, manteniamo viva la discussione e l’apprendimento anche successivamente, nelle altre attività associative.
Stiamo valutando di coinvolgere anche il Gruppo Giovani Federmanager, creando così una contaminazione positiva tra le competenze verticali degli imprenditori e l’approccio trasversale dei manager. È un arricchimento reciproco che potrebbe aprire nuovi scenari».
E per quanto riguarda l’education?
«Qui lavoriamo con scuole e università per diffondere la cultura imprenditoriale. Partiamo dalle scuole medie e superiori con progetti come Creiamo l’impresa, in cui gli studenti simulano la creazione di un’azienda: sviluppano un’idea, realizzano un prototipo, redigono un business plan e imparano a presentarlo.
È un’esperienza formativa completa, che apre la mente e prepara i ragazzi sia a diventare imprenditori sia a entrare consapevolmente in un’organizzazione aziendale.
Con le università, invece, collaboriamo a progetti come il TACC – Training for Automotive Company Creation dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che mette insieme studenti di ingegneria ed economia per sviluppare idee innovative. Noi contribuiamo come tutor, trasmettiamo la nostra esperienza di mercato, aiutando gli studenti a incontrare l’interesse di clienti e investitori.
E poi portiamo avanti attività di networking, ma anche di esplorazione tecnologica, per accompagnare i nostri associati in un percorso concreto di innovazione».
Guardando al vostro ruolo in Confindustria Emilia, come percepisce il peso del Gruppo Giovani all’interno dell’associazione?
«Siamo fortunati: Confindustria Emilia ci considera una risorsa strategica. Siamo coinvolti nelle discussioni e ci vengono affidate responsabilità importanti, come il coordinamento del convegno di chiusura di Farete, uno degli eventi più rilevanti dell’anno. Questo è un segnale di grande apertura e fiducia nei confronti dei giovani».
Quali sono, secondo lei, i punti di forza dell’Emilia, quelli su cui puntare per il futuro?
«Direi la flessibilità, la capacità di leggere il mercato e di anticiparne le tendenze. Nel nostro territorio c’è un’abilità unica di adattarsi e reinventarsi. Prendiamo il settore automotive: già nel 2019 avevamo capito le difficoltà che avrebbe incontrato, e molte aziende hanno iniziato a diversificare, esplorando settori come l’aerospazio o la difesa».
Guardando al futuro della sua presidenza, quali sono gli obiettivi su cui vi concentrerete?
«Proseguiremo sulla strada tracciata: ampliare la partecipazione, aumentare il numero di scuole coinvolte nei nostri progetti e rafforzare le collaborazioni con le università. Inoltre, continueremo a esplorare temi tecnologici di frontiera, come l’intelligenza artificiale e l’aerospazio. L’obiettivo è moltiplicare l’impatto delle nostre iniziative, coinvolgendo sempre più persone e istituzioni nel nostro percorso di crescita».