• 24/01/2025

Il punto sull’economia della Romagna

 Il punto sull’economia della Romagna

Il punto sull’economia della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini a fine 2024.  Diffusi i dati aggiornati relativi alle province di Forlì-Cesena e di Rimini

 A fine 2024 l’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna diffonde i dati aggiornati relativi al territorio Romagna e alle province di Forlì-Cesena e di Rimini, valorizzati dalle previsioni sullo scenario.

Il contesto generale e lo scenario

Nonostante il periodo davvero complesso che stiamo attraversando, caratterizzato da elevate tensioni geopolitiche che rischiano di sconvolgere i mercati energetici e le catene di approvvigionamento, secondo l’ultimo Economic Outlook dell’OCSE, l’economia globale rimarrà resiliente.

In questo contesto, le principali fonti rilevano che l’economia italiana è in rallentamento.

È infatti elevata l’incertezza sul Pil italiano nel 4° trimestre, dopo lo stop nel 3°: da un lato, la fiducia è bassa, l’industria in crisi, l’export debole, l’Eurozona fiacca; dall’altro al rialzo: il trend di crescita del turismo e dei servizi, il proseguimento del calo dei tassi, l’inflazione ridotta, l’attuazione del PNRR. Le prospettive di crescita rischiano quindi di essere frenate da alcuni ostacoli strutturali.

Secondo le ultime stime di Prometeia (ottobre 2024) la crescita dell’economia mondiale (PIL) si attesterà intorno al 3,2% nel 2024 e al 2,9% nel 2025, nell’area euro la crescita è prevista intorno allo 0,7% nel 2024 e all’1,0% nel 2025 mentre in Italia è stimata per lo 0,8% sia nel 2024 sia nel 2025.

“Dopo due anni brillanti post covid, il 2024 è stato un anno complesso con diffuse criticità, ma si chiude comunque complessivamente con un segno positivo. Nei nostri territori le imprese sono resilienti, solide e basate sull’economia reale, ma si trovano sempre più coinvolte dalla frammentazione geopolitica che sta sostituendo la globalizzazione. Oggi si devono fare scelte importanti in uno scenario di veloce trasformazione digitale ed estremamente competitivo in termini di innovazione – commenta Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna –.

In questo contesto, è essenziale che le imprese riescano ad aumentare il valore delle produzioni e quindi la produttività, e per riuscire a farlo devono investire in modo deciso in termini di innovazione e nuove tecnologie, ma anche saper creare aggregazioni e progetti comuni, in particolare per le PMI. Tutto ciò mette al centro anche il capitale umano e richiede talenti e competenze che le imprese devono imparare a trattenere e ad attrarre. Dal canto suo la politica deve essere più efficace sui temi cruciali a partire da quello di una semplificazione profonda e costante e anche di una vera strategia industriale di lungo respiro”.

I dati aggiornati della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

Sintesi

In un contesto internazionale e generale decisamente complesso e incerto, a fine 2024 il sistema economico dell’area Romagna Forlì-Cesena e Rimini ha fatto rilevare diffusi segnali difficoltà e alcuni segnali positivi.

Il periodo di analisi è stato caratterizzato dai seguenti trend:

  • sostanziale stabilità delle imprese attive e lieve aumento delle localizzazioni
  • livelli che si confermano comunque elevati di imprenditorialità
  • crescita del tasso di occupazione
  • calo del tasso di disoccupazione
  • deciso incremento delle ore autorizzate di Cassa integrazione
  • calo della produzione industriale
  • diminuzione delle esportazioni
  • aumento delle presenze turistiche

Secondo gli scenari Prometeia, aggiornati ad ottobre 2024, al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2024 indicano però nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto, pur in calo rispetto alle precedenti stime di luglio, che dovrebbe attestarsi intorno all’1,1% (+1,1% anche per Emilia-Romagna, +1,0% per l’Italia).

Dettaglio

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Il punto sull’economia della Romagna

Al 1/1/2024 la circoscrizione territoriale della Camera di commercio della Romagna, che interessa le province di Forlì-Cesena e di Rimini, ha una superficie complessiva di 3.300 kmq e comprende 57 comuni; la popolazione residente ammonta a 733.207 abitanti, di cui l’11,2% ha nazionalità straniera.

Nel 2023 la stima del valore aggiunto nominale (dati Istituto Tagliacarne) del territorio Romagna è pari a 24,7 miliardi di euro (+6,0% sul 2022), con un valore aggiunto pro-capite di 33.789 euro; l’export complessivo dell’anno 2023, a valori correnti, ammonta a 7,5 miliardi di euro (-0,1% annuo) mentre nei primi nove mesi del 2024 risulta essere di 5,6 miliardi di euro (-0,7% sullo stesso periodo dell’anno precedente).

Al 31/10/2024 sono attive 70.361 imprese (sedi), sostanzialmente stabili rispetto al 31/10/2023 (+0,1%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 96 imprese attive ogni mille abitanti (88 in Emilia-Romagna, 86 in Italia).

Secondo gli scenari Prometeia, aggiornati a ottobre 2024, nel complesso, l’area Romagna (FC-RN) ha fatto rilevare nel 2023 un aumento del valore aggiunto stimato allo 0,5%, rispetto al +0,8% regionale e al +1,1% nazionale.

Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2024 indicano però nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto, pur stimato in calo rispetto alle previsioni di luglio, che dovrebbe attestarsi intorno all’1,1% (+1,1% anche per Emilia-Romagna, +1,0% per l’Italia).

I dati aggiornati della provincia di Forlì-Cesena

Sintesi

In un contesto generale decisamente complesso e incerto, a fine 2024 il sistema economico della provincia di Forlì-Cesena ha fatto rilevare diffusi indicatori in terreno negativo e alcuni in terreno positivo.

Il periodo di analisi è stato caratterizzato dai seguenti trend:

  • sostanziale stabilità delle sedi di impresa e localizzazioni, con livelli comunque elevati di imprenditorialità
  • diminuzione delle start-up innovative
  • problematiche strutturali e congiunturali nel settore agricolo, aggravate dalle intense piogge autunnali e dai fenomeni alluvionali del mese di settembre, con danni alle strutture produttive delle varietà frutticole autunnali alle colture in semina
  • negative le variabili congiunturali del Manifatturiero, sia nel trimestre di riferimento sia nella media annuale
  • in calo il volume d’affari nelle Costruzioni, in buona parte dovuto alla rimodulazione e alla riduzione del Superbonus fiscale
  • sostanzialmente stabili le vendite del Commercio al dettaglio, in un contesto strutturalmente difficile
  • aumento delle esportazioni
  • incremento degli arrivi e delle presenze turistiche (rispetto ad un difficile 2023)
  • stabilità per la struttura anagrafica dell’Artigianato
  • riduzione delle Cooperative, dovuto principalmente a fattori normativi ed interventi di scioglimento ministeriali
  • aumento del tasso di occupazione
  • calo del tasso di disoccupazione, con una diminuzione degli inattivi
  • ma crescita delle ore autorizzate di CIG, con una forte impennata di quella straordinaria
  • calo dei prestiti e depositi; aumento degli investimenti nei fondi comuni e titoli di Stato.

Secondo gli Scenari Prometeia, aggiornati ad ottobre 2024, al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2024 indicano però nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto, pur in calo rispetto alle precedenti stime di luglio, che dovrebbe attestarsi intorno all’1,1% (+1,1% anche per Emilia-Romagna, +1,0% per l’Italia).

Dettaglio

La popolazione residente al 31/12/2023 è pari a 393.065 (11,4% stranieri); positivo il saldo migratorio (+3.364 unità complessive), indice di attrattività della provincia.

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 31/10/2024, è costituito da 35.604 imprese attive (sedi), sostanzialmente stabili rispetto al 31/10/2023 (-0,1%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 91 imprese attive ogni mille abitanti (88 in Emilia-Romagna, 86 in Italia). Più della metà delle imprese attive (il 55,5%) sono imprese individuali, mentre le società di capitale, pari al 22,0% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, ben il 92,6% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da aziende con meno di 10 addetti.

Stabile anche il numero delle imprese artigiane (11.389 al 30/09/2024) mentre si riduce significativamente il numero delle imprese cooperative (432 al 30/09/2024, -7,1% annuo); quest’ultimo fenomeno risulta in parte riconducibile a fattori esogeni, quali l’aggiornamento d’ufficio delle forme giuridiche obsolete rispetto alla normativa di riferimento, da un lato, e lo scioglimento ministeriale, con conseguente cancellazione dal Registro Imprese, di molte cooperative risultanti non più attive, dall’altro.

Le start-up innovative risultano 45 (dati al 25/11/2024), in sensibile diminuzione annua (-23,7%); la maggior parte delle stesse (39 unità) opera nel macrosettore dei Servizi.

In merito all’andamento dei principali settori, la consistenza delle imprese agricole attive (5.833 unità al 31/10/2024) è in flessione del 2,1% rispetto al 31/10/2023. Le imprese del comparto pesca e acquacoltura, al 31 ottobre 2024, sono 88, in calo tendenziale (-2,2%). Nel mercato ittico all’ingrosso di Cesenatico, nel periodo gennaio-settembre 2024, si rileva un incremento delle quantità commercializzate (+7,8% sui primi nove mesi del 2023) ed una crescita del valore del pescato (+30,5%), che risulta pari a 5,6 milioni di euro.

I dati relativi all’industria manifatturiera, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna (rivolta a imprese con più di 9 addetti), al terzo trimestre 2024, rilevano dati negativi per la produzione (-5,3% sul terzo trimestre 2023), il fatturato (-8,1%) e gli ordini interni (-11,0%), associati ad un ridimensionamento della domanda estera (-4,8%); altrettanto negativo, poi, il trend medio degli ultimi 12 mesi della produzione e del fatturato (rispettivamente, -3,0% e -5,0%).

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Il punto sull’economia della RomagnaLa contrazione della produzione (sui 12 mesi) investe diversi comparti, con il maggiore decremento per quello delle calzature (-28,6%), seguito da legno (-9,6%), prodotti in metallo (-7,4%) e mobili (-5,0%); in aumento, invece, il comparto confezioni (+4,1%) e alimentare (+2,9%). In tale contesto si inserisce il calo dell’occupazione negli ultimi 12 mesi (-1,9%). In merito, infine, alla struttura produttiva, si rileva una riduzione della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 31/10/2024 (-1,4%, 3.277 unità), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel settore edile (5.630 unità a fine ottobre 2024) si riscontra un incremento annuo del numero di imprese attive (+1,7%); in calo, invece, rispetto al terzo trimestre 2023, il relativo volume d’affari nel terzo trimestre dell’anno in corso (-0,7%), in buona parte dovuto alla rimodulazione e riduzione del Superbonus fiscale (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Per ciò che concerne il commercio al dettaglio, le vendite, nel terzo trimestre 2024, in termini tendenziali, risultano sostanzialmente stabili (-0,2%), con una variazione positiva dei prodotti alimentari (+1,4%) e negativa del comparto non alimentare (-0,6%). Riguardo alla dimensione, crescono lievemente le vendite nella piccola e media distribuzione (rispettivamente, +0,3% e +0,4%) mentre diminuiscono in quella grande (-0,9%).

In termini di numerosità, le imprese attive del commercio al dettaglio (3.583 unità al 31/10/2024) risultano in calo annuo del 2,4%, così come la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (ingrosso, dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta, al 31/10/2024, 7.344 imprese (-1,4% rispetto al 31/10/2023); continua, invece, il trend decisamente positivo delle imprese e-commerce (248 unità, +9,3%).

Nel periodo gennaio-settembre 2024 aumentano le esportazioni in provincia di Forlì-Cesena (pari a 3.364 milioni di euro): +0,7% rispetto allo stesso periodo del 2023, a differenza della variazione negativa sia regionale (-1,0%) sia nazionale (-0,7%).

Riguardo ai principali prodotti, crescono le esportazioni delle navi e imbarcazioni (+8,5%, 10,3% del totale), degli articoli sportivi (+8,1%, 7,3%), dei prodotti di colture agricole permanenti (+7,3%, 4,6%) e di quelli di colture agricole non permanenti (+8,2%, 3,7%); diminuiscono, invece, le esportazioni dei mobili (-3,1%, 8,0% del totale), dei tubi, condotti, profilati cavi e accessori in acciaio (-6,3%, 7,2%), delle altre macchine per impieghi speciali (macchine specifiche di utilizzo nei vari comparti manifatturieri) (-12,8%, 5,8%), degli articoli in materie plastiche (-8,3%, 4,7%), delle macchine per l’agricoltura (-7,3%, 4,2%) e degli apparecchi per uso domestico (-9,9%, 3,8%).

Riguardo ai principali Paesi, in flessione l’export verso la Francia (-1,0%, 15,7% del totale), la Germania (-1,3%, 11,5%), gli Stati Uniti (-9,3%, 6,7%) e la Polonia (-6,2%, 3,9%), in crescita verso la Spagna (+13,3%, 6,2%).

Per ciò che concerne il turismo, le imprese attive dei servizi di alloggio e ristorazione (2.686 unità al 31/10/2024) risultano in lieve aumento rispetto al 31/10/2023 (+0,4%). Positivi anche i dati provvisori relativi al movimento turistico che, nel periodo gennaio-ottobre 2024, registrano un incremento annuo degli arrivi del 2,6% (1.101.683 unità) e delle presenze del 3,1% (5.429.308 unità).

Gli aumenti, rispetto ai primi dieci mesi del 2023, interessano sia la clientela italiana sia quella straniera, con risultati migliori per quest’ultima. Nel dettaglio: +1,6% gli arrivi italiani e +2,2% le presenze nazionali, +7,8% gli arrivi stranieri e +6,9% le presenze estere. In crescita, poi, nel terzo trimestre di quest’anno, il fatturato dell’intero settore (+1,3% rispetto al terzo trimestre 2023, come risulta da indagine congiunturale Unioncamere E-R).

Le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” risultano in calo annuo dell’1,6% (881 unità al 31/10/2024), analogamente alla dinamica del settore principale, trasporti e magazzinaggio (1.161 unità, -1,2%). Negativi, nel periodo gennaio-ottobre 2024, anche i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto Ridolfi di Forlì: in termini tendenziali, -3,1% di arrivi (58.410 unità) e -4,6% di partenze (56.346 unità).

I dati ISTAT Forze di lavoro relativi al secondo trimestre 2024 (media annua trimestrale), ultimo aggiornato, rilevano per la provincia di Forlì-Cesena:

– un tasso di attività (15-64 anni) pari al 73,5% (stabile rispetto al 2° trim. 2023), inferiore al dato regionale (74,1%) ma superiore alla media nazionale (66,9%);

– un tasso di occupazione (15-64 anni) pari al 70,5% (+0,9 punti percentuali), in linea col dato regionale (70,6%) e maggiore di quello nazionale (61,9%);

– un tasso di disoccupazione (15-74 anni) del 3,9% (-1,3 p. p.), più basso sia della media regionale (4,6%) sia di quella nazionale (7,3%);

– un tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) del 13,8% (-4,3 p. p.), minore di quello dell’Emilia-Romagna (15,0%) e dell’Italia (22,1%).

In crescita le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel periodo gennaio-settembre 2024 (2,5 milioni di ore): +18,9%, infatti, rispetto ai primi nove mesi del 2023. La causa va ricercata nel forte incremento della CIG straordinaria (+295,8%, 42,5% del totale) mentre cala quella ordinaria (-21,6%, 57,5%) e la CIG in deroga riporta valori nulli. A livello settoriale, le ore autorizzate si concentrano in netta prevalenza nel Manifatturiero (91,8% del totale, +16,6%).

Positivo risulta il saldo attivazioni-cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente nel primo semestre 2024: +1.786 unità (+1.296 unità nel 1° trimestre, +490 unità nel 2° trimestre), dovuto a 49.882 attivazioni (+1,9% su gennaio-giugno 2023) e 48.096 cessazioni (+0,6% tendenziale); in particolare, nel periodo aprile-giugno la maggior parte delle attivazioni (il 33,7%) è avvenuta nei servizi (esclusi commercio e turismo) e attraverso contratti di apprendistato, somministrazione e a tempo determinato (91,2% dei casi).

Rimanendo in tema di lavoro, un cenno alle dimissioni volontarie, che nel forlivese, nei primi sei mesi dell’anno, hanno caratterizzato 8.122 rapporti di lavoro dipendente; nello specifico, queste costituiscono il 28,5% del totale delle cessazioni e risultano in diminuzione rispetto al primo semestre 2023 (-1,3%).

Come sostegno economico di contrasto alla povertà, a maggio 2024 (ultimo aggiornato) sono 999 i nuclei familiari che hanno percepito l’assegno di inclusione (dal 1° gennaio, misura sostitutiva del reddito di cittadinanza), con un importo medio mensile di 556 euro; 41.500 nuclei familiari hanno invece percepito, nel periodo gennaio-agosto 2024, l’assegno unico universale, con un importo medio mensile di 261 euro (+4,8% sull’importo medio mensile 2023).

Riguardo all’andamento del credito, al 30/09/2024 i prestiti totali ammontano a 10.267 milioni di euro, di cui il 54,8% alle imprese, il 41,8% alle famiglie e il 3,4% ad altri soggetti (società finanziarie, enti pubblici, istituzioni senza scopo di lucro). Rispetto al 30 settembre 2023 si registra una flessione del 2,1% dei prestiti concessi; continua, pertanto, da inizio anno 2023, la diminuzione del credito, anche se in forma più attenuata.

Nel dettaglio, calano i prestiti alle imprese del 3,2% (-2,3% alle medio-grandi, -6,5% alle piccole) ma crescono lievemente quelli alle famiglie (+0,5%); riguardo ai prestiti alle imprese, si rilevano variazioni negative per quelli verso il manifatturiero (-2,2%), le costruzioni (-0,6%) e i servizi nel complesso (-2,7%). Si evidenzia, poi, il decremento annuo dei depositi (-3,8%, 12.047 milioni di euro al 30 settembre 2024), a cui si contrappone l’aumento degli investimenti in titoli gestiti dagli Organismi di investimento collettivo del risparmio (+17,3%; 3.921 milioni di euro) e degli investimenti in titoli di Stato (+33,7%; 2.547 milioni di euro).

In ultimo, l’incidenza delle sofferenze sui prestiti totali, al secondo trimestre 2024, risulta pari all’1,2%, sostanzialmente in linea con il dato di Emilia-Romagna e Italia (1,1%).

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Il punto sull’economia della RomagnaIn relazione al Fondo di Garanzia per le PMI, tra gennaio e settembre 2024 sono state accolte 1.167 operazioni di finanziamento relative alle imprese di Forlì-Cesena (9,9% del totale regionale), con un incremento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del 5,5%; l’importo finanziato complessivo ammonta a 218 milioni di euro mentre l’importo finanziato medio (per singola operazione) risulta di 187mila euro (193mila euro in Emilia-Romagna, 182mila euro in Italia).

In tale contesto si inserisce il discorso relativo all’inflazione sul territorio, misurata dall’indice ISTAT NIC (prezzi al consumo per l’intera collettività).

Sulla base di tale indice, la variazione tendenziale media per il capoluogo di Forlì (estendibile alla provincia di Forlì-Cesena) nel periodo gennaio-ottobre 2024 è stata pari a +0,5% (Emilia-Romagna: +0,9%, Italia: +0,9%), con un trend crescente nei primi tre mesi (da +0,4% di gennaio a +0,9% di marzo), calante nei tre successivi (da +0,7% di aprile a +0,6% di giugno) e, dopo una lieve risalita a luglio (+0,7%), ancora in discesa negli ultimi tre mesi (da +0,6% di agosto a -0,1% di settembre e ottobre); nello specifico, la dinamica “deflattiva” di ottobre si differenzia dall’incremento a livello regionale (+0,8%) e nazionale (+0,9%).

Complessivamente, secondo gli Scenari Prometeia, aggiornati a ottobre 2024, la provincia di Forlì-Cesena ha fatto rilevare nel 2023 un lieve aumento del valore aggiunto stimato pari allo 0,4%, rispetto al +0,8% regionale e al +1,1% nazionale.

Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2024 indicano però nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto, pur in calo rispetto alle stime di luglio, che dovrebbe attestarsi intorno all’1,1% (+1,1% anche in Emilia-Romagna, +1,0% in Italia).

I dati aggiornati della provincia di Rimini

Sintesi

In un contesto generale decisamente complesso e incerto, a fine 2024 il sistema economico di Rimini, ha fatto rilevare numerosi indicatori in terreno negativo e qualche segnale positivo.

Il periodo di analisi è stato caratterizzato dai seguenti trend:

  • aumento delle sedi di impresa e localizzazioni, con livelli elevati di imprenditorialità
  • diminuzione delle start-up innovative
  • ridimensionamento della base imprenditoriale e della PLV in Agricoltura
  • negative le variabili congiunturali del Manifatturiero, sia nel trimestre di riferimento sia nella media annuale
  • calo del volume d’affari nelle Costruzioni, in buona parte dovuto alla rimodulazione e alla riduzione del Superbonus fiscale
  • sostanzialmente stabili le vendite del Commercio al dettaglio, in un contesto strutturalmente difficile
  • diminuzione delle esportazioni
  • incremento degli arrivi e delle presenze turistiche
  • in lieve aumento la struttura anagrafica dell’Artigianato
  • riduzione delle Cooperative, dovuto principalmente a fattori normativi ed interventi di scioglimento ministeriali
  • aumento del tasso di occupazione
  • calo del tasso di disoccupazione, con una diminuzione degli inattivi
  • ma crescita delle ore autorizzate di CIG, con una forte impennata di quella straordinaria
  • calo dei prestiti e depositi; aumento degli investimenti nei fondi comuni e titoli di Stato.

Secondo gli scenari Prometeia, aggiornati ad ottobre 2024, al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2024 indicano però nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto, pur in calo rispetto alle precedenti stime di luglio, che dovrebbe attestarsi intorno all’1,0% (+1,1% per Emilia-Romagna, +1,0% per l’Italia).

Dettaglio

La popolazione residente al 31/12/2023 è pari a 340.142 (11,1% stranieri); positivo il saldo migratorio (+2.730 unità complessive), indice di attrattività della provincia.

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 31/10/2024, è costituito da 34.757 imprese attive (sedi), in lieve aumento rispetto al 31/10/2023 (+0,4%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 102 imprese attive ogni mille abitanti (88 in Emilia-Romagna, 86 in Italia). La metà delle imprese attive (il 50,2% per l’esattezza) sono imprese individuali, mentre le società di capitale, pari al 25,1% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, ben il 92,1% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da aziende con meno di 10 addetti.

In lieve aumento anche il numero delle imprese artigiane (9.645 al 30/09/2024, +0,4% sullo stesso periodo dell’anno precedente) mentre si riduce significativamente il numero delle imprese cooperative (243 al 30/09/2024, -10,7% annuo); quest’ultimo fenomeno risulta in parte riconducibile a fattori esogeni, quali l’aggiornamento d’ufficio delle forme giuridiche obsolete rispetto alla normativa di riferimento, da un lato, e lo scioglimento ministeriale, con conseguente cancellazione dal Registro Imprese, di molte cooperative risultanti non più attive, dall’altro.

Le start-up innovative risultano 75 (dati al 25/11/2024), in sensibile diminuzione annua (-19,4%); la maggior parte delle stesse (51 unità) opera nel macrosettore dei Servizi.

In merito all’andamento dei principali settori, la consistenza delle imprese agricole attive
(2.303 unità al 31/10/2024) è in flessione del 3,1% rispetto al 31/10/2023. Le imprese del comparto pesca e acquacoltura, al 31 ottobre 2024, sono 182, in calo tendenziale (-2,7%). Nel mercato ittico all’ingrosso di Rimini, nel periodo gennaio-settembre 2024, si rileva un incremento delle quantità commercializzate (+1,6% sui primi nove mesi del 2023) ed una crescita del valore del pescato (+10,3%), che risulta pari a 7,6 milioni di euro.

I dati relativi all’industria manifatturiera, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna (rivolta a imprese con più di 9 addetti), al terzo trimestre 2024, rilevano dati decisamente negativi per la produzione (-13,5% sul terzo trimestre 2023), il fatturato (-13,7%) e, in modo più attenuato, gli ordini interni (-4,8%), associati ad una stabilità della domanda estera; altrettanto negativo, poi, il trend medio degli ultimi 12 mesi della produzione e del fatturato (rispettivamente, -10,6% e -11,9%).

La contrazione della produzione (sui 12 mesi) investe diversi comparti, con il maggiore decremento per quello dei macchinari (-17,3%), seguito da abbigliamento e accessori (-12,2%), prodotti in metallo (-11,4%) e chimica e plastica (-0,4%); in aumento, invece, il comparto legno e mobili (+5,8%) e alimentare (+3,1%). In tale contesto si inserisce l’aumento dell’occupazione negli ultimi 12 mesi (+2,1%). In merito, infine, alla struttura produttiva, si rileva una riduzione della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 31/10/2024 (-1,6%, 2.411 unità), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel settore edile (5.195 unità a fine ottobre 2024) si riscontra un incremento annuo del numero di imprese attive (+1,8%); in calo, invece, rispetto al terzo trimestre 2023, il relativo volume d’affari nel terzo trimestre dell’anno in corso (-2,2%), in buona parte dovuto alla rimodulazione e riduzione del Superbonus fiscale (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Per ciò che concerne il commercio al dettaglio, le vendite, nel terzo trimestre 2024, in termini tendenziali, risultano sostanzialmente stabili (-0,2%), con una variazione positiva dei prodotti alimentari (+1,2%) e negativa del comparto non alimentare (-0,7%). Riguardo alla dimensione, crescono le vendite nella grande distribuzione (+0,9%), rimangono stabili in quella media (-0,1%) mentre diminuiscono nella piccola (-1,0%).

In termini di numerosità, le imprese attive del commercio al dettaglio (4.587 unità al 31/10/2024) risultano in calo (-1,6% annuo), così come la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (ingrosso, dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta, al 31/10/2024, 8.320 imprese (-1,0% rispetto al 31/10/2023); continua, invece, il trend positivo delle imprese e-commerce (340 unità, +6,9%).

Nel periodo gennaio-settembre 2024 calano le esportazioni in provincia di Rimini (pari a 2.246 milioni di euro): -2,7% rispetto allo stesso periodo del 2023, superiore alla variazione altrettanto negativa regionale (-1,0%) e nazionale (-0,7%).

Riguardo ai principali prodotti, diminuiscono le esportazioni delle macchine utensili e per la formatura dei metalli (-20,4%, 13,4% del totale), delle navi e imbarcazioni (-13,3%, 11,7%), delle altre macchine di impiego generale (forni, caldaie, condizionatori, macchine e distributori automatiche/ci) (-2,3%, 8,3%), degli apparecchi per uso domestico (-12,0%, 3,5%), degli articoli di maglieria (-7,5%, 2,3%) e dei materiali da costruzione in terracotta (-6,0%, 2,1%).

Aumentano, invece, le esportazioni degli altri prodotti alimentari (zucchero, cacao, condimenti vari, pasti pronti, preparati omogeneizzati, alimenti dietetici) (+19,9%, 5,5% del totale), degli elementi da costruzione in metallo (+21,7%, 4,8%) e delle bevande (+23,7%, 3,8%). Stabile, in tale contesto, l’export degli articoli di abbigliamento (principale prodotto, incidenza del 14,8%). Riguardo ai principali Paesi, in flessione l’export verso gli Stati Uniti (-15,6%, 12,3% del totale), la Francia (-3,1%, 7,9%), la Germania (-5,5%, 6,6%) e la Spagna (-5,1%, 4,2%), in crescita verso il Regno Unito (+13,5%, 10,5%).

Per ciò che concerne il turismo, le imprese attive dei servizi di alloggio e ristorazione (4.741 unità al 31/10/2024) risultano in lieve aumento rispetto al 31/10/2023 (+0,5%). Positivi anche i dati provvisori relativi al movimento turistico che, nel periodo gennaio-ottobre 2024, registrano un incremento annuo degli arrivi dell’1,2% (3.495.813 unità) e delle presenze dell’1,8% (14.456.587 unità).

Gli aumenti, rispetto ai primi dieci mesi del 2023, interessano solo la clientela straniera mentre cala lievemente quella italiana. Nel dettaglio: -0,5% gli arrivi italiani e -0,4% le presenze nazionali, +6,9% gli arrivi stranieri e +8,0% le presenze estere. In crescita, poi, nel terzo trimestre di quest’anno, il fatturato dell’intero settore (+1,7% rispetto al terzo trimestre 2023, come risulta da indagine congiunturale Unioncamere E-R).

Le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” sono in calo annuo dell’1,9% (509 unità al 31/10/2024), mentre risulta sostanzialmente stabile la dinamica del settore principale, trasporti e magazzinaggio (885 unità, -0,2%). Positivi invece, nel periodo gennaio-ottobre 2024, i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto Fellini di Rimini: in termini tendenziali, +14,9% di arrivi (150.297 unità) e +14,9% di partenze (151.070 unità).

I dati ISTAT Forze di lavoro relativi al secondo trimestre 2024 (media annua trimestrale), ultimo aggiornato, rilevano per la provincia di Rimini:

– un tasso di attività (15-64 anni) pari al 71,6% (+1,2 punti percentuali rispetto al 2° trim. 2023), inferiore al dato regionale (74,1%) e superiore alla media nazionale (66,9%);

– un tasso di occupazione (15-64 anni) pari al 67,4% (+2,6 punti percentuali), minore del dato regionale (70,6%) ma più alto di quello nazionale (61,9%);

– un tasso di disoccupazione (15-74 anni) del 5,6% (-2,1 p. p.), maggiore rispetto alla media regionale (4,6%) ma più basso di quella nazionale (7,3%);

– un tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) dell’11,9% (ben -18,9 p. p.), inferiore al dato sia dell’Emilia-Romagna (15,0%) sia dell’Italia (22,1%).

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Il punto sull’economia della RomagnaIn sensibile crescita le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel periodo gennaio-settembre 2024 (5,2 milioni di ore): +81,9%, infatti, rispetto ai primi nove mesi del 2023. La causa va ricercata nel forte incremento della CIG straordinaria (+262,6%, 47,0% del totale), a cui segue l’altrettanta variazione positiva di quella ordinaria (+26,2%, 53,0%), mentre la CIG in deroga riporta valori nulli. A livello settoriale, le ore autorizzate si concentrano in netta prevalenza nel Manifatturiero (95,3% del totale, +89,6%).

Positivo risulta il saldo attivazioni-cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente nel primo semestre 2024: +1.531 unità (+1.121 unità nel 1° trimestre, +410 unità nel 2° trimestre), dovuto a 48.020 attivazioni (+3,0% su gennaio-giugno 2023) e 46.489 cessazioni (+3,9% tendenziale); in particolare, nel periodo aprile-giugno la maggior parte delle attivazioni (il 56,2%) è avvenuta nei settori commercio e turismo e attraverso contratti di apprendistato, somministrazione e a tempo determinato (94,1% dei casi).

Rimanendo in tema di lavoro, un cenno alle dimissioni volontarie, che nel riminese, nei primi sei mesi dell’anno, hanno caratterizzato 6.689 rapporti di lavoro dipendente; nello specifico, queste costituiscono il 16,4% del totale delle cessazioni e risultano in diminuzione rispetto al primo semestre 2023 (-4,8%).

Come sostegno economico di contrasto alla povertà, a maggio 2024 (ultimo aggiornato) sono 1.375 i nuclei familiari che hanno percepito l’assegno di inclusione (dal 1° gennaio, misura sostitutiva del reddito di cittadinanza), con un importo medio mensile di 551 euro; 35.372 nuclei familiari hanno invece percepito l’assegno unico universale, con un importo medio mensile di 253 euro (+5,0% sull’importo medio mensile 2023).

Riguardo all’andamento del credito, al 30/09/2024 i prestiti totali ammontano a 8.394 milioni di euro, di cui il 55,8% alle imprese, il 40,1% alle famiglie e il 4,1% ad altri soggetti (società finanziarie, enti pubblici, istituzioni senza scopo di lucro). Rispetto al 30 settembre 2023 si registra una flessione dell’1,2% dei prestiti concessi; continua, pertanto, dal primo semestre 2023, la diminuzione del credito, anche se in forma più attenuata.

Nel dettaglio, calano i prestiti alle imprese del 2,0%, anche se ciò riguarda solo le piccole (-8,6%, +0,3% le medio-grandi), e, lievemente, quelli alle famiglie (-0,3%); riguardo ai prestiti alle imprese, si rileva una variazione negativa per quelli verso i servizi nel complesso (-4,0%) e positiva per i prestiti sia verso il manifatturiero (+1,3%) sia verso le costruzioni (+1,4%).

Si evidenzia, poi, il decremento annuo dei depositi (-2,2%, 10.752 milioni di euro al 30 settembre 2024), a cui si contrappone l’aumento degli investimenti in titoli gestiti dagli Organismi di investimento collettivo del risparmio (+18,5%; 3.041 milioni di euro) e degli investimenti in titoli di Stato (+30,2%; 2.715 milioni di euro). In ultimo, l’incidenza delle sofferenze sui prestiti totali, al secondo trimestre 2024, risulta pari all’1,4%, superiore al dato di Emilia-Romagna e Italia (1,1%).

In relazione al Fondo di Garanzia per le PMI, tra gennaio e settembre 2024 sono state accolte 992 operazioni di finanziamento relative alle imprese della provincia riminese (8,4% del totale regionale) con un incremento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del 14,3%; l’importo finanziato complessivo ammonta a 148 milioni di euro mentre l’importo finanziato medio (per singola operazione) risulta di 149mila euro (193mila euro in Emilia-Romagna, 182mila euro in Italia).

In tale contesto si inserisce il discorso relativo all’inflazione sul territorio, misurata dall’indice ISTAT NIC (prezzi al consumo per l’intera collettività). Sulla base di tale indice, la variazione tendenziale media per il capoluogo di Rimini (estendibile all’intera provincia) nel periodo gennaio-ottobre 2024 è stata pari a +1,6% (Emilia-Romagna: +0,9%, Italia: +0,9%), con un trend crescente nei primi tre mesi (da +1,0% di gennaio a +2,5% di marzo), calante nei tre successivi (da +1,6% di aprile a +1,3% di giugno) e, dopo una ripresa a luglio (+2,1%), ancora in discesa negli ultimi tre mesi (da +1,7% di agosto a +1,3% di ottobre); nello specifico, la dinamica “inflattiva” di ottobre risulta superiore a quella regionale (+0,8%) e nazionale (+0,9%).

Complessivamente, secondo gli Scenari Prometeia, aggiornati a ottobre 2024, la provincia di Rimini ha fatto rilevare nel 2023 un aumento del valore aggiunto stimato pari allo 0,7%, rispetto al +0,8% regionale e al +1,1% nazionale.

Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2024 indicano però nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto, pur in calo rispetto alle stime di luglio, che dovrebbe attestarsi intorno all’1,0% (+1,1% in Emilia-Romagna, +1,0% in Italia).

L’Osservatorio Economico della Camera di commercio della Romagna supporta dal punto di vista informativo la governance del territorio con analisi articolate e tempestive e con focus di approfondimento per le province di Forlì-Cesena e di Rimini.

Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare l’ampio e articolato report disponibile.

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