• 24/01/2025

Il sapere incontri la comunità

 Il sapere incontri la comunità

Valeria Pignedoli

Per promuovere una cultura dell’innovazione, il sapere incontra la comunità. Vediamolo con Valeria Pignedoli, Manager Tecnopolo Bologna CNR

Con i suoi seimila metri quadrati di superfice di infrastrutture di ricerca, apparecchiature innovative, acceleratori di innovazione, spazi dedicati ad aziende interessate allo sviluppo di attività imprenditoriali ad alto impatto, il Tecnopolo Bologna CNR rappresenta, ad oggi, uno dei più grandi investimenti sul territorio.

Recentemente la Regione Emilia-Romagna ha concesso un contributo di 1,5 milioni di euro per il suo ampliamento, quale ulteriore conferma di una politica volta a sostenere lo sviluppo strategico delle imprese e del territorio.

Tali risorse saranno destinate, oltre che al potenziamento infrastrutturale del Tecnopolo, anche ad attività di animazione territoriale volte al coinvolgimento e alla sensibilizzazione della comunità sui temi della ricerca e della tecnologia al fine di promuovere una cultura dell’innovazione.

Ne abbiamo parlato con Valeria Pignedoli, Manager del Tecnopolo Bologna CNR e General Manager di Mister Smart Innovation, a cui è affidata la gestione del polo in collaborazione con Proambiente e CNR. Il Tecnopolo Bologna CNR rappresenta un punto di riferimento importante per lo sviluppo dell’innovazione delle imprese emiliane e non solo.

Afferiscono in esso molteplici settori di specializzazione che vanno dall’automazione al manifatturiero, dall’impresa 4.0 all’elettromedicale e poi ancora intelligenza artificiale, energia, ambiente, tecnologie immersive e comunicazione. Fa parte dell’ecosistema regionale dell’innovazione e promuove attività di ricerca e trasferimento delle conoscenze.

«Un’esperienza riuscita – la definisce Valeria Pignedoli – che nasce da una visione politica, nata oltre vent’anni fa, corretta e lungimirante di fare sistema mettendo insieme università, enti pubblici di ricerca, privati e aziende.

Il Tecnopolo è gestito da MISTER, società a partecipazione pubblico-privata che comprende infatti il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) come socio di riferimento, oltre alle Università di Ferrara e Parma, alcune imprese operanti in diversi ambiti manifatturieri e soggetti attivi nei settori della formazione, finanza e innovazione.

Un microsistema capace di unire competenze variegate, filiere molto importanti seppur diversificate, soggetti molto differenti tra loro, ma sicuramente uniti dall’avere condiviso questa visione. È la dimostrazione che la sinergia crea valore».

Così Pignedoli spiega gli importanti traguardi che l’Emilia-Romagna è riuscita a conseguire, confermandosi Regione leader in Italia per l’innovazione secondo l’Innovation Scoreboard della Commissione europea, il rapporto biennale che dal 2001 fa il punto sullo stato dell’innovazione continentale, individuando punti di forza, debolezza e tendenze.

La Regione ha investito e continua a investire molto nel Tecnopolo, prossimamente saranno realizzati nuovi spazi e laboratori, ma questi fondi serviranno anche a promuovere la cultura dell’innovazione all’interno della comunità.

Cos’è la cultura dell’innovazione e perché è importante diffonderla sul territorio?

«Se in una prima fase l’attenzione è stata rivolta essenzialmente al potenziamento infrastrutturale attraverso la creazione di spazi destinati alla ricerca, laboratori e strumentazione di ultima generazione, adesso puntiamo a diffondere una cultura dell’innovazione all’interno della nostra comunità, rispettando la vocazione territoriale del Tecnopolo, affinché la ricerca non resti confinata all’interno dei laboratori, ma diventi un patrimonio di conoscenza collettivo.

Cerchiamo da sempre di promuovere un sapere che non resti chiuso nell’accademia, ma che sia capace di creare opportunità per le imprese e per il territorio.

Promuoviamo progetti di education già a partire dalle scuole elementari per intercettare e stimolare curiosità scientifiche già in età infantile, organizziamo momenti didattici e promozione della cultura tecnica e delle discipline STEM rivolta alle ragazze, con visite all’interno dei nostri laboratori con un’attenzione particolare alla valorizzazione delle soft skills.

La cifra distintiva del Tecnopolo però è sicuramente la contaminazione dei settori e dei saperi, la capacità di mettere insieme profili e competenze diverse: imprenditori, startupper, studenti e ricercatori pubblici e industriali per fare network insieme agli altri partner dell’ecosistema dell’innovazione».

L’Emilia-Romagna dispone di una legge regionale per attrarre giovani talenti: persone a elevata specializzazione che possono trovare lavoro sul territorio, un proprio spazio professionale o di ricerca, intraprendere un percorso di ulteriore, alta formazione.

Uno strumento che potrebbe invertire la tendenza dei “cervelli in fuga” attirandoli dall’estero o favorendo il rientro di chi è già fuggito.

«Sì, siamo in grado di attirare competenze da ogni parte del mondo, ma oltre ad attirarlo il talento dobbiamo essere in grado di trattenerlo – sottolinea Valeria Pignedoli –. Intendo dire che i giovani che vengono dall’estero possono facilmente trovare da noi un ambiente di ricerca e di lavoro molto stimolante, pieno di opportunità, che offre molteplici occasioni di sperimentazione, ma occorre lavorare ancora sul “contorno” se vogliamo incentivare giovani talenti, aziende piccole e grandi a rimanere stabilmente, mi riferisco, per esempio, alla mobilità locale e soprattutto alle soluzioni abitative».

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Il sapere incontri la comunità
Palazzina del Tecnopolo CNR

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Maria Salerno

Giornalista - maria.salerno@toscanaeconomy.it

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