• 05/12/2024

Il sistema Legacoop nel quadriennio 2019 – 2022

 Il sistema Legacoop nel quadriennio 2019 – 2022

Daniele Montroni

Nel quadriennio 2019-2022 si sono registrati due grandi elementi di discontinuità: la pandemia da Covid e la guerra in Ucraina. Questi fenomeni hanno prodotto fortissimi impatti sul sistema economico e sulla società. Il sistema Legacoop e le imprese cooperative hanno reagito positivamente a queste emergenze

Il confronto tra i bilanci 2019 e 2021 fornisce un’immagine positiva di quanto è accaduto nell’ultimo periodo. Il valore della produzione è aumentato del 16% rispetto al 2019 e il valore aggiunto si è incrementato del 36%. Il patrimonio netto delle cooperative segnala una sostanziale tenuta, con un incremento del 3%.

Questi dati positivi vengono sostanzialmente confermati dalla rilevazione previsionale effettuata con le cooperative di Legacoop per l’anno 2022. Il 53% delle cooperative intervistate ha aumentato il valore della produzione e solo per il 9% vi è una diminuzione. Stabile il 38%. Per quanto riguarda l’occupazione solo il 12% ha avuto una diminuzione e il 26% ha addirittura aumentato. Nel 2022 l’80% delle cooperative ha chiuso il bilancio in attivo. Infine, l’87% delle cooperative giudica invariata la propria posizione di mercato.

Valutando il peso regionale Legacoop Emilia-Romagna rappresenta una ricca rete di cooperative radicate in tutto il territorio emiliano-romagnolo. Delle 448 mila imprese attive in Emilia -Romagna 1121 sono cooperative aderenti a Legacoop. Su un totale di 1,6 milioni di occupati nella regione, le cooperative danno lavoro a 138 mila persone; il valore della loro produzione è stimato in 30,7 miliardi di euro su un totale di 315,4 miliardi delle imprese emiliano-romagnole, pari al 9,7% del fatturato di tutte le imprese dell’Emilia-Romagna.

Va poi sottolineata la presenza in Emilia-Romagna di 22 cooperative di “Workers BuyOut” per un totale di 548 soci e 615 lavoratori. Testimonianze e materiali su questa peculiare esperienza cooperativa possono essere visitate sul sito del Museo virtuale dei Wbo: “Rigenerazioni cooperative”.

Oltre alle imprese cooperative nel sistema Legacoop gravitano imprese di capitali, consorzi e gruppi cooperativi controllati dalle cooperative stesse, che vanno ad ampliare la magnitudo del sistema Legacoop.  Considerando anche queste società il numero di imprese del sistema Legacoop è pari a 2.251, che impiegano quasi 188.000 addetti, con un fatturato di 56,6 miliardi di euro, portando al 17,9% il peso del sistema Legacoop sull’economia regionale.

A livello nazionale, le cooperative emiliano-romagnole rappresentano il 14,2% delle associate a Legacoop Nazionale, impiegano il 42,6% degli addetti e il 48,6% del valore della produzione. Inoltre, le cooperative di Legacoop Emilia-Romagna pesano il 48,5 % del valore aggiunto di tutte le cooperative aderenti a Legacoop Nazionale, hanno il 45,8% del patrimonio netto e il 57,1% del risultato di esercizio.

A livello regionale, le cooperative sono presenti in molti settori dell’economia regionale. I settori con il maggior numero di aderenti è quello dei servizi in cui sono presenti 215 cooperative che producono 5,1 miliardi di valore aggiunto e la cooperazione sociale che conta 201 cooperative e produce 1,4 miliardi di valore aggiunto.

Il radicamento delle cooperative Legacoop sul territorio regionale è capillare: quasi ogni comune ne ospita almeno una con una presenza massiccia soprattutto nelle città della Via Emilia; ma è molto interessante constatare come, in rapporto alla densità di popolazione, le cooperative Legacoop siano molto presenti anche nelle zone più periferiche e montane della regione a testimonianza di una funzione di coesione sociale di grande utilità soprattutto nelle zone più fragili.

La cooperazione contribuisce alla economia dei diversi sistemi territoriali della regione con particolare intensità nei sistemi urbani delle città emiliane e soprattutto romagnole; in misura più ridotta nei poli urbani “di frontiera” di Piacenza e Rimini e nelle Aree Interne dove, ad eccezione del Delta, si registra anche una flessione. Significativa, invece, la grande crescita nelle aree della pianura centrale emiliana, la nuova frontiera della crescita manifatturiera della Regione.

Da rimarcare il fatto che sono proprio i sistemi territoriali dove la cooperazione è più presente quelli nei quali la distribuzione della ricchezza è più equilibrata. L’indice di Gini, che registra queste disuguaglianze con valori che tendono a 0 per distribuzioni perfettamente egualitarie e a 1 nella ipotesi di massima concentrazione, presenta infatti suoi valori più bassi nei sistemi territoriali dove maggiore è il peso economico della cooperazione. L’esigenza di costruire una economia sostenibile è ormai ritenuta improrogabile in tutti i settori dell’economia e della società. La forma cooperativa ha le caratteristiche più adeguate di ogni altro modello per rispondere alle molteplici esigenze poste dalla costruzione di imprese e filiere più eque, ambientalmente e socialmente sostenibili.

Giancarlo Pergallini

 

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Redazione

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