Imprese ferraresi: bilancio anagrafico attivo
Imprese ferraresi: bilancio anagrafico attivo tra luglio e settembre. Più aperture e meno chiusure ma la vitalità del sistema imprenditoriale resta contenuta
Lieve ripresa della vitalità del sistema imprenditoriale ferrarese nel trimestre estivo. Tra luglio e settembre di quest’anno, infatti, l’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio – sulla base di Movimprese, l’analisi trimestrale condotta da Unioncamere e InfoCamere – ha rilevato un saldo attivo di 20 attività economiche (contro le 65 del 2022 e le 88 dello stesso periodo del 2021). In termini assoluti, il saldo si colloca al di sotto della media degli ultimi dieci anni e i due flussi di aperture e chiusure si segnalano tra i meno brillanti del periodo.
Il bilancio del periodo deriva, da una parte, dalla diminuzione delle iscrizioni (-14% rispetto allo stesso periodo del 2022) e, dall’altra, dal calo – più lento – delle cessazioni (-2% al confronto con l’estate dello scorso anno). Gli scenari critici, dall’inflazione alla stretta monetaria e creditizia, ostacolano lo sviluppo del sistema imprenditoriale. Inoltre, gli ultimi dati disponibili al 30 settembre non hanno potuto ancora tener conto della guerra tra Gaza e Israele, con gli effetti su petrolio e commodities energetiche.
Il terzo trimestre del 2023 – fa sapere l’Osservatorio dell’economia – contribuisce al saldo positivo della movimentazione annuale: con 320 iscrizioni di nuove attività (diminuite di 52 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e 300 cessazioni (7 in meno al confronto con il terzo trimestre 2022). L’estate ha chiuso complessivamente con +21 unità (1.318 aperture e 1.297 chiusure dall’inizio del 2023).
Ciò ha consentito di registrare, come accaduto nel biennio precedente, ancora un saldo positivo tra iscrizioni e cancellazioni in ridimensionamento, portando lo stock delle imprese ad un valore pari a 32.378 unità, consistenza che risente però delle cosiddette cancellazioni d’ufficio, cioè le verifiche d’ufficio portate avanti dal Registro delle imprese che nei primi 9 mesi del 2023 hanno identificato e fatto sparire dal registro poco meno di 500 aziende non più operative (lo scorso anno erano state oltre 1.600).
Al bilancio del trimestre ha contribuito anche la componente artigiana: per il settore il tasso di crescita è pari a +0,23%, con un saldo attivo di 19 imprese (138 le iscrizioni di nuove aziende contro 119 cessazioni volontarie), in linea con quanto verificatosi nel terzo trimestre 2022, ma superiore al tasso di crescita trimestrale del totale delle imprese che si ferma al +0,06%). Per il comparto artigiano, ancora una volta il contributo più significativo arriva dal gruppo di imprese dell’edilizia (+17 il saldo totale nel periodo per le artigiane edili).
“Pur con alcuni punti di tenuta, ancora individuabili tra quelle imprese maggiormente orientate a operare con l’estero – ha sottolineato Paolo Govoni, vice presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna – il quadro di fronte a noi non sembra ancora mostrare chiari segnali di inversione di tendenza. Resta tuttavia centrale il valore del lavoro e, con esso, dell’impresa, sostenuto anche da moltissimi giovani, spinti non tanto dalla necessità ma ben più di frequente dal desiderio di valorizzare le proprie capacità e competenze.
Ma non basta porre al centro dell’attenzione il lavoro e i giovani, quasi a voler intercettare una “moda” del momento: occorre che i giovani diventino i soggetti delle nostre politiche, i veri protagonisti di un nuovo modello di sviluppo. Il PNRR – ha concluso Govoni – ci dà l’irripetibile opportunità di compiere un’evoluzione nel modo di concepire i processi di investimento, costruire relazioni pubblico-privato, concretizzare trasferimenti di tecnologie e valorizzare la ricerca. Opportunità che non va sprecata per rilanciare le performance e la competitività delle nostre imprese in chiave futura”.
Le Forme Giuridiche
A Ferrara, una impresa su quattro (83 su 320) nasce nella forma di società di capitale che, anche in questo trimestre, si conferma la formula organizzativa più dinamica (+0,76% il tasso di crescita, pari a un saldo tra entrate e uscite che si attesta a 51 unità). In termini assoluti, l’impresa individuale (con 210 iscrizioni nel trimestre) resta la principale forma organizzativa scelta dai neo-imprenditori ma, a fronte delle 238 chiusure rilevate nel periodo, contribuisce al bilancio trimestrale con un saldo negativo di -28 unità (pari a un tasso di crescita trimestrale del -0,15%), quando l’anno precedente, nello stesso trimestre, si era registrata una variazione positiva.
Il Bilancio dei Settori. La crescita del trimestre – pur se più contenuta rispetto allo scorso anno – è ancora diffusa in molti comparti: il superbonus, come del resto si è verificato per i trimestri precedenti, stimola la nascita di imprese edili. Oltre il 40% del saldo è infatti appannaggio del settore delle costruzioni (18 imprese in più rispetto alla fine di giugno, pari a una crescita dello 0,4%), ma il tasso più sostenuto si segnala per le attività professionali, scientifiche e tecniche (+0,8% corrispondente a 8 attività in più nel trimestre). In evidenza anche le attività di alloggio e ristorazione: +8 unità, corrispondenti a una crescita dello 0,3% rispetto alla fine di giugno.
Al palo, senza variazioni significative, la manifattura e i settori del terziario come quelli rivolti alle imprese, i sanitari e quelli di ICT. È finito in campo negativo ancora una volta il commercio, insieme al solo comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca al cui interno non riesce a prevalere il contributo positivo delle attività ittiche. I trend a dodici mesi differiscono un po’ da quelli del terzo trimestre dell’anno, con andamenti negativi anche per le attività dei servizi alloggio e ristorazione, la logistica e la manifattura, che insieme ai settori del commercio e all’agricoltura registrano contrazioni, sempre al netto delle chiusure d’ufficio.
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