• 07/12/2024

Imprese in crescita a Ferrara

 Imprese in crescita a Ferrara

Imprese in crescita a Ferrara: +161 attività tra aprile e giugno (+0,50%). Il miglior risultato del trimestre negli ultimi 12 anni

Nonostante le sfide economiche persistenti, riprende un po’ di vigore la voglia di fare impresa a Ferrara.

Secondo l’analisi trimestrale Movimprese condotta dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna sui dati Infocamere del Registro delle Imprese, tra aprile e giugno di quest’anno il saldo positivo tra aperture e chiusure di imprese vede un incremento di 161 attività, con un risultato superiore a quello dello stesso periodo dell’anno scorso. Uno degli elementi chiave di questa crescita è stato l’aumento delle iscrizioni, che hanno toccato quota 440 (+8,9% rispetto allo stesso trimestre del 2023, il miglior risultato degli ultimi 12 anni.

Sul fronte opposto le cessazioni hanno raggiunto le 276 unità, segnando una riduzione rispetto agli ultimi 3 anni. A contribuire al bilancio del trimestre anche la componente artigiana, che ha chiuso il periodo con un saldo attivo di 44 imprese (156 le iscrizioni di nuove imprese contro 112 cessazioni), solo in lieve riduzione rispetto a quanto verificatosi nel secondo trimestre 2023 (+49 unità), portando il totale delle imprese in provincia di Ferrara, al 30 giugno di quest’anno, a 32.104 unità.

Le forme giuridiche In termini assoluti, tutte le tipologie hanno contribuito alla formazione del saldo positivo, ma sono sempre le società di capitale insieme alle imprese individuali, con un’incidenza alle iscrizioni superiore al loro peso sul totale delle imprese registrate, ad essere determinanti sul risultato finale. Delle 161 imprese in più alla fine del trimestre, circa il 44% è stato determinato dal risultato delle imprese individuali (+70 unità).

Rispetto allo scorso anno, l’analisi della nati-mortalità delle imprese per forme giuridiche nel secondo trimestre 2024, rileva un’accelerazione del tasso di crescita delle società di capitale: con un saldo di 84 unità, il loro tasso trimestrale aumenta a +1,23% (l’indicatore riferito allo stesso periodo nel 2023 era +0,55%, nel 2022 +0,85% e nel 2021 +1,08%). Anche le altre forme giuridiche non registrano tassi di crescita negativi.

Le dinamiche territoriali Saldi positivi tra iscrizioni e cessazioni si rilevano anche in ambito nazionale (+0,50%) e in quello regionale (+0,50%), con tassi di crescita più costanti nel tempo, ma soprattutto ora corrispondenti al dato ferrarese. Nel 2024 Ferrara non risulta più fanalino di coda, e se in Italia si colloca al 44° posto della graduatoria decrescente provinciale (lo scorso anno, con il suo +0,32%, si era collocata all’83°), anche tra le province dell’Emilia-Romagna, è a metà classifica, superata da Bologna (+0,61%), Modena, Reggio Emilia e Rimini (+0,51%).

Le dinamiche settoriali Rispetto al 31 marzo 2024 a giugno si registrano saldi attivi in tutti i settori a partire dalle costruzioni (+28, poco meno della metà è il saldo delle artigiane), seguite dai servizi di alloggio e ristorazione (+19) e dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+19). Un segno più a due cifre anche per il settore primario (+13), le altre attività di servizi alla persona (+12), attività finanziarie e assicurative (+11), attività manifatturiere (+10), logistica (+10) e servizi alle imprese (+10).

In termini percentuali e di macro-settori l’avanzamento più sensibile si registra nei servizi in particolare quelli orientati alle attività produttive che segnano un +1,37% seguiti da quelli destinati ai consumatori finali (+0,67%), che superano l’indice riferito al gruppo manifattura ed edilizia (+0,55%). L’analisi a dodici mesi, sempre al netto delle chiusure d’ufficio, rileva trend diversi per le consistenze finali, in particolare per il settore che raggruppa agricoltura e pesca, si registra un calo di numerosità importante (-237 unità) che sommato a quanto accaduto per il commercio (-90 unità) determina una riduzione per il complesso di imprese registrate al 30 giugno 2024, ora inferiore di 150 unità rispetto alla stessa data del 2023.

La contrazione è contenuta grazie ai valori positivi di costruzioni, attività professionali e servizi alle imprese. I trend degli ultimi otto anni vanno in queste direzioni, con un settore industriale che comunque fatica a preservare la propria consistenza numerica e il comparto dei servizi turistici che tiene nel lungo periodo grazie anche ad un turn over elevato tra le attività.

Tipologie di imprese Le imprese giovanili rappresentano il 27% del totale delle iscrizioni e poco più del 12% delle chiusure complessive, con un saldo trimestrale positivo (+85), in linea con lo scorso anno, ma ancora lontano dal dato pre-Covid (+104).

Il tasso di crescita relativa risulta comunque più elevato rispetto al complesso delle imprese (+3,83% al confronto con il +0,50% complessivo) e la loro consistenza rispetto al 31 marzo 2023 cresce, nonostante la possibile perdita dei requisiti “giovanili” da parte di realtà iscritte in precedenza. Anche per le imprese femminili il saldo della movimentazione è positivo (+43 unità), in miglioramento rispetto al dato dello scorso anno (+27): la loro quota sul totale delle imprese si assesta al 23,5%, sempre superiore a quanto rilevato in Emilia-Romagna (21,1%) e in Italia (22,3%).

Il risultato è stato determinato dall’aumento delle aperture, accompagnato da un numero di chiusure in calo. Trend analoghi si rilevano per le imprese straniere: la differenza tra aperture e chiusure, sempre positiva (+58 unità), risulta in leggera flessione rispetto allo scorso anno (+61); a fronte di nuove iscrizioni pressoché invariate, le cancellazioni sono aumentate di qualche unità. In crescita l’incidenza delle imprese estere sul totale: ogni 11 imprese registrate una non è gestita da italiani.

“Gran parte delle nostre imprese – ha sottolineato Paolo Govoni, vice presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna – non smette di credere nel futuro e di portare avanti piani di investimento, seppur in uno scenario funestato dall’incertezza internazionale, da conflitti bellici tutt’ora in corso e da costi dell’energia ancora lontani da livelli che si possano ritenere anche solo accettabili. Sono molte le transizioni in atto che stanno mettendo alla prova gli imprenditori: da quella digitale, a quella ecologica fino a quella energetica.

Gli imprenditori, giovani e meno giovani, sono traino della nostra economia e concorrono al benessere della provincia, alla coesione interna, alla sua capacità di competere e, dunque, alle prospettive del futuro. Per questo – ha concluso Govoni – vanno supportate sostenendo gli investimenti e rimuovendo i tanti ostacoli che ne frenano lo sviluppo”.

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Redazione

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