Intervista a Cinzia Ligabue, presidente regionale di Donne Impresa Confartigianato

Cinzia Ligabue, presidente regionale di Donne Impresa Confartigianato
Cinzia Ligabue, imprenditrice modenese, è la nuova presidente regionale di Donne Impresa Confartigianato. Oggi la incontriamo per capire come intende portare avanti questo nuovo incarico.
Presidente come stanno le donne imprenditrici oggi in Emilia-Romagna?
Le imprenditrici e più in generale le lavoratrici sono sotto forte pressione. Ce lo raccontano tanti e diversi studi che hanno dimostrato che le donne durante la pandemia e il lockdown hanno sacrificato il lavoro per le esigenze della famiglia, per curare figli e anziani.
A quali studi fa riferimento?
Durante l’ottava edizione del Summer Camp del Gruppo Donne Impresa di Confartigianato ER abbiamo presentato il focus “Donne e imprese: le sfide della primavera 2022”.
Il primo dato che emerge è che nella nostra regione torna a crescere l’imprenditoria femminile, dell’1% rispetto allo stesso trimestre del 2021 e sono ancora più positivi se andiamo a confrontare più indietro. Ma registriamo anche un calo del lavoro femminile del 3,8% rispetto al 2019, soprattutto per le libere professioniste.
Le donne perdono il lavoro e crescono come imprenditrici, come considera questa tendenza?
Diciamo che le donne si sono rimboccate le maniche! Spronate anche dalle difficoltà certo, ma hanno saputo reagire e ci sono stati sostegni sia da parte dello Stato che dalla Regione Emilia-Romagna.
Quindi nonostante tante difficolta va tutto bene?
Non direi. Le istituzioni hanno investito e molto per far riprendere il lavoro. E questo è positivo, ma non tutte le politiche adottate hanno funzionato bene. I ticket day non funzionano. I bandi sono spesso troppo complessi e mal spiegati, così chi ha economie per avvalersi di esperti partecipa e vince, chi invece avrebbe più bisogno e ha meno mezzi perde. Questo non va affatto bene. Poi abbiamo superato, o meglio stiamo superando le criticità della pandemia e stiamo entrando in un nuovo periodo di difficoltà dovuto alla guerra, perché stanno mancando in modo preoccupante le materie prime.
Ci sono politiche alternative per aiutare concretamente le lavoratrici?
Uno dei servizi che mancano di più e che più servirebbero sono gli asili nido. Anche nella nostra regione mancano, a Modena sono appena uscite le graduatorie dei nidi: solo un bambino su due è stato accolto. Dovremmo pensare e immaginare dei servizi più “leggeri” in cui accogliere i bambini mentre le donne sono al lavoro. Oggi costano molto e sono difficilissimi da avviare per via di una burocrazia esagerata.
Cosa intende cambiare con la sua presidenza?
Vorrei dare valore alle aziende green, in linea con la precedente presidenza. Il mio progetto è creare un momento di confronto di queste realtà e quindi di premiazione. Vorrei occuparmi delle persone perché ho notato che la pandemia ha fatto emergere tante fragilità alimentate da un pessimismo diffuso.