• 03/12/2024

L’Istituto Ramazzini, un baluardo della ricerca indipendente nel cuore dell’Emilia-Romagna

 L’Istituto Ramazzini, un baluardo della ricerca indipendente nel cuore dell’Emilia-Romagna

Abbiamo intervistato Marco Benni, AD dell’Istituto Ramazzini, che ci ha raccontato la mission e la vision del centro di ricerca che ha sede a Bologna

Dalla ricerca puramente scientifica alla promozione di politiche di prevenzione e alla sensibilizzazione pubblica sui rischi ambientali e lavorativi legati allo sviluppo di tumori.

È questa la mission dell’Istituto Ramazzini, con sede a Bologna, che nel corso dei suoi anni ha effettuato numerose ricerche focalizzate su diverse tematiche, come l’impatto dei pesticidi, degli inquinanti industriali, delle radiazioni non ionizzanti (come quelle emesse dai telefoni cellulari) e di altre sostanze chimiche presenti nell’ambiente.

L’Istituto Ramazzini, fondato nel 1987 da Cesare Maltoni e Luigi Orlandi, prende il nome dal fondatore della medicina del lavoro Bernardino Ramazzini. È una cooperativa sociale ONLUS, associata a Legacoop, che attualmente conta più di 37mila soci.

In Emilia-Romagna ha 3 strutture situate nella Città Metropolitana di Bologna: il Centro di Ricerca Indipendente sul Cancro Cesare Maltoni con sede al Castello di Bentivoglio (BO), il Poliambulatorio di Prevenzione Oncologica di Bologna e Centro Clinico di Prevenzione Oncologica di Ozzano dell’Emilia (BO).

La vision dell’Istituto Ramazzini mette in luce l’importanza della ricerca indipendente, un elemento di distintività che permette alla Cooperativa di condurre ricerche senza compromessi.

Come spiegato dall’Amministratore Delegato Marco Benni fare questo tipo di ricerca comporta numerose sfide, come ad esempio la capacità di assicurare fondi sufficienti per sostenere studi che richiedono tempo e risorse significative.

Nonostante le difficoltà, l’istituto ha ricevuto ampio sostegno dalla comunità, dimostrando un crescente riconoscimento dell’importanza della prevenzione oncologica.

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Istituto Ramazzini, ricerca
Marco Benni

«La nostra indipendenza è la chiave di volta che ci permette di condurre ricerche obiettive, senza alcuna interferenza esterna – dichiara Marco Benni –. La collaborazione con altre cooperative e il sostegno della comunità sono fondamentali per il nostro lavoro.

Siamo grati ai nostri 37mila soci che condividono la nostra visione e ci supportano in questa missione. Affrontiamo le sfide del finanziamento con creatività e determinazione, cercando sempre nuove vie per assicurare la sostenibilità delle nostre iniziative».

Nell’era in cui la ricerca spesso dipende da finanziamenti esterni, con potenziali conflitti di interesse, l’Istituto Ramazzini si finanzia principalmente tramite 5 per mille, donazioni, lasciti e iniziative di autofinanziamento dei soci volontari mantenendo così la sua indipendenza.

Questo modello di finanziamento, sebbene sfidante, ha permesso all’istituto di condurre ricerche senza compromessi, focalizzandosi su sostanze come l’amianto, il benzene e il glifosato, e portando alla luce pratiche industriali spesso pericolose per la salute pubblica.

ALCUNI PROGETTI E RICERCHE DELL’ISTITUTO RAMAZZINI

Tra i progetti di spicco, l’Istituto Ramazzini ha condotto ricerche importanti sull’impatto del glifosato, sull’aspartame e sui pesticidi, influenzando significativamente le politiche di salute pubblica a livello globale e di tutti i cittadini, portando una maggiore attenzione a tali sostanze di uso quotidiano.

Questi studi non solo hanno contribuito a una maggiore consapevolezza dei rischi sanitari ma hanno anche stimolato dibattiti critici e revisioni legislative per la protezione della salute pubblica.

Tre le più importanti e significative ricerche effettuate, il Ramazzini ha contribuito alla classificazione dell’aspartame come possibile cancerogeno per la persona da parte dell’IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), confermando la pericolosità di questo dolcificante.

I primi studi sperimentali, iniziati nel 1998, hanno rivelato gli effetti cancerogeni dell’aspartame su vari organi e tessuti in studi condotti su ratto e topo, fin dalla vita embrionale. Questi risultati sono stati fondamentali per la valutazione dello IARC che ha inserito l’aspartame nella categoria 2B, indicando una potenziale cancerogenicità.

Inoltre, lo studio sul glifosato ha rivelato che l’esposizione a basse dosi di glifosato ed erbicidi a base di glifosato causa leucemia. Questi risultati evidenziano un rischio significativo per la salute pubblica fornendo dati cruciali per le autorità regolatorie e sottolineando l’importanza di rivedere le valutazioni di sicurezza del glifosato, già classificato dall’IARC come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” nel 2015.

Invece, attraverso lo studio SPRINT dell’UE, ha analizzato l’impatto dei pesticidi sull’agricoltura e sulla salute umana. Scoprendo che l’86% dei campioni ambientali contiene residui di pesticidi, con il 76% che presenta miscele di pesticidi, inclusi residui di sostanze vietate.

Questi dati evidenziano la diffusione di pesticidi anche in ambienti domestici rurali, con implicazioni significative per la salute pubblica. La ricerca sottolinea l’urgenza di strategie di prevenzione efficaci contro l’esposizione a sostanze pericolose.

L’impatto dell’Istituto Ramazzini si estende ben oltre il campo della ricerca, influenzando l’economia e il tessuto sociale della Regione. Le sue attività stimolano l’innovazione, promuovono l’occupazione nel settore della ricerca e della salute pubblica e rafforzano le collaborazioni tra il mondo accademico e quello industriale.

Inoltre, l’Istituto ha stabilito partnership strategiche con università locali e internazionali, enti pubblici e aziende private, ampliando la portata e l’efficacia delle sue ricerche.

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Istituto Ramazzini, ricerca

L’IMPORTANZA DI COMUNICARE I RISULTATI ALL’OPINIONE PUBBLICA           

Una delle finalità dell’Istituto, a sostegno della prevenzione, è quello di promuovere le loro ricerche a più persone cercando di influenzare l’opinione pubblica nelle pratiche di prevenzione.

«La chiave sta nel rendere i nostri risultati accessibili e comprensibili per tutti, per promuovere un cambiamento positivo nelle abitudini e nelle politiche – sottolinea Benni –. Il nostro obiettivo rimane quello di promuovere una maggiore consapevolezza sulla prevenzione oncologica e di influenzare positivamente le politiche di salute pubblica».

Attraverso campagne di sensibilizzazione nei canali social e collaborazioni mediatiche, la Cooperativa si impegna a diffondere le conoscenze scientifiche al di là della comunità accademica.

UNO SGUARDO AL FUTURO

Guardando al futuro, l’Istituto Ramazzini è determinato a continuare la sua missione di esplorare nuove frontiere nella ricerca oncologica, con l’obiettivo di anticipare e prevenire i rischi per la salute legati all’ambiente e al lavoro.

«Le sfide sono molte, ma le opportunità offerte dall’avanzamento tecnologico e dalla collaborazione internazionale ci permettono di guardare avanti con ottimismo», conclude Benni, sottolineando la visione ambiziosa del Ramazzini verso un futuro in cui la prevenzione oncologica diventa sempre più centrale nella tutela della salute globale.

L’Istituto Ramazzini dimostra come la ricerca indipendente possa influenzare profondamente la comprensione scientifica e le politiche pubbliche, con un occhio sempre rivolto al benessere della comunità.

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Giancarlo Pergallini

Giancarlo Pergallini - Collaboratore

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