• 24/01/2025

La visione dietro RPM Italia

 La visione dietro RPM Italia

Il co-fondatore di RPM, Riccardo Paterni, racconta la nascita, l’evoluzione e le sfide di una rete che promuove l’eccellenza e l’innovazione nel motorsport e nei settori tecnologici affini

 RPM – Rete Professionisti Motorsport nasce nel cuore dell’Emilia-Romagna, a Modena, nel 2019, come risposta a una visione condivisa: unire l’eccellenza italiana del motorsport con le opportunità offerte dall’innovazione e dalla collaborazione. Riccardo Paterni, co-fondatore e manager della rete, ci guida alla scoperta di questo progetto che punta a valorizzare le piccole e medie imprese, i professionisti e le connessioni globali, promuovendo una mentalità di squadra e un approccio strategico per affrontare le sfide del presente e del futuro.

Può raccontarci come è nata RPM Italia, qual è la vostra identità e quali sono stati i momenti più significativi del suo percorso fino ad oggi?

«RPM, Rete Professionisti Motorsport, rete soggetto con una propria identità giuridica, è stata fondata nel 2019 a Modena. Sono stato fra i co-fondatori della rete e ne sono il manager. Tutto parte da approfondimenti e ricerche fatte in ambito universitario e aziendale oltre dieci anni fa in merito a due aspetti che spesso vengono associati: motorsport e innovazione. Sono sempre rimasto affascinato da questi due temi e in quegli anni, come professore a contratto dell’Università di Pisa attivo in un MBA Internazionale, ho avuto modo di approfondirli e sono giunto a scriverne un libro

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - La visione dietro RPM Italia
Riccardo Paterni – David Bianchi Photographer

Innovazione a tutto gas!: il libro approfondiva vari aspetti che generano innovazione prendendo come spunto aneddoti dalla storia del motorsport. C’è molta confusione fra ciò che è creativo (un esercizio di originalità) e ciò che è innovativo (qualcosa di originale che genera valore sul mercato, che il mercato riconosce come utile, qualcosa che risolve problemi e genera opportunità).

Tema cardine del libro era che l’innovazione vera, andando alle radici, è sempre e comunque lavoro di squadra, mai di una singola persona o di una singola azienda. Ebbi l’opportunità di parlare dei temi del libro con l’ingegnere Dallara e anche con l’ingegnere Toso: dialogammo sull’importanza di portare aziende a lavorare unendo idee e forze. Ricordo che proprio loro mi dissero che in Inghilterra c’era già un’associazione che si occupava di questo: la Motorsport Industry Association e mi fu fornito il contatto con Chris Aylett, il presidente dell’associazione.

Nel giro di qualche giorno incontrai Aylett a Donington in occasione del debutto della Formula E. Aylett mi fornì contatti con professori e ricercatori sul tema di gestione e sviluppo della motorsport industry presso università inglesi. Ho coinvolto uno di questi ricercatori, Tim Angus, in sessioni presso l’MBA dell’Università di Pisa per presentare il business model complessivo del motorsport.

Da questo sono originati articoli di approfondimento che furono letti da imprenditori come Francesco Sedea, direttore generale di Aviorace. Francesco mi contattò affermando che già da tempo si pensava all’idea di creare un gruppo di lavoro sul tema qua in Italia e da lì partì la scintilla concreta verso RPM.

Siamo partiti in 12 organizzazioni fondatrici. Ben presto alla rete si sono aggiunte altre realtà (ora siamo 29, una rete nazionale da nord a sud Italia, isole maggiori comprese) inclusa quella della storica Dino Paoli (l’azienda dei celebri avvitatori per i pit stop F1) – Francesca Paoli si è unita al consiglio direttivo insieme a Francesco Sedea (presidente) ed il sottoscritto – e da lì abbiamo avuto vari sviluppi con enti e organizzazioni, come ad esempio collaborazioni con Autopromotec (tramite l’associazione AICA di cui RPM fa parte), dove abbiamo la sede operativa, che hanno contribuito a una crescita organica nelle azioni, scopi e influenze utili al settore della rete.

L’identità della rete si racchiude nel suo slogan Promuovere innovazione attraverso l’eccellenza nel motorsport italiano che si sviluppa attraverso il potenziamento di progettualità e opportunità in Italia e internazionali per professionisti e per le piccole e medie imprese che ne fanno parte».

Come RPM riesce a connettere imprese e professionisti per creare sinergie utili? E quali soluzioni offrite per lo sviluppo delle imprese che aderiscono alla vostra rete?

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - La visione dietro RPM Italia«Il tutto parte dalla mentalità guida di una rete di imprese di questo tipo in cui sono presenti una varietà di competenze e contatti che possono operare in modo sinergico. È fondamentale che le aziende si rendano sempre più conto di competenze e progetti reciproci in modo da collaborare e generare anche progetti che fin dall’inizio nascono all’interno di RPM.

In una rete come la nostra si riesce a ottenere di più quando si dà e si condivide maggiormente (tutto in linea con le radici di cui abbiamo parlato prima). Abbiamo occasioni di incontro formali e informali, organizziamo la partecipazione condivisa a fiere internazionali di settore e stimoliamo una progettualità continua grazie anche al rapporto costante con varie università (come, ad esempio, il programma TACC della UniMore) e centri di sviluppo imprenditoriale come, ad esempio, il Motor Valley Accelerator.

Da notare che questo dialogo costante che stimoliamo serve anche a generare opportunità che spaziano aldilà del motorsport: settori come automotive, aviazione, aerospaziale, biomedicale, rappresentano opportunità di mercato e sviluppo con trasferimenti tecnologici che assumo spesso flussi bidirezionali. Nel 2025 avremo anche programmi di sviluppo imprenditoriale e organizzativo su misura per le nostre organizzazioni dedicati all’accrescere consapevolezza e progettualità in contesti di mercato che sono in continuo cambiamento e che se da un lato presentano problematiche dall’altro offrono opportunità».

Quali sono le principali sfide che il settore deve affrontare e come RPM sta contribuendo ad affrontarle?

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - La visione dietro RPM Italia«Le sfide fondamentali riguardano due aspetti chiave: continuare a sviluppare e accrescere la progettualità nel contesto della motorsport industry (riconoscendo la presenza e valenza di questo settore industriale in Italia che fattura vari miliardi di euro); assicurarsi di utilizzare al meglio il proprio know-how e la rete di contatti concretamente raggiungibile allo scopo di utilizzare opportunità emergenti in settori tecnologicamente affini a cui prima abbiamo fatto cenno.

Le opportunità di consolidamento e crescita per le nostre piccole e medie imprese non mancano, è necessario avere la mentalità strategica opportuna e utilizzare al meglio la propria operatività per saperle cogliere al meglio. RPM contribuisce a questi progetti attraverso rapporti diretti e continuativi con cluster come ClustER Mech nella regione Emilia-Romagna (di cui RPM fa parte) che opera su varie filiere produttive e anche il Consorzio Aerospaziale Anser di recente formale costituzione in cui Francesca Paoli è vicepresidente. RPM vuole avere un ruolo attivo e partecipe nello stimolare concretamente queste connessioni e opportunità».

Quali sono le principali iniziative future che RPM intende portare avanti per rafforzare il networking e l’innovazione nel motorsport?

«Un fattore chiave per rafforzare il networking è quello di creare contesti in cui le aziende possano conoscersi sempre meglio: conoscersi e confrontarsi in un modo informale, ma concettualmente metodico e analitico riuscendo ad alimentare un senso di

progettualità, rispetto e fiducia reciproca (principi guida dichiarati da parte di RPM). Da sempre il motorsport è sinonimo di passione ed è la passione che ha permesso e permette a tante piccole e medie imprese di essere spesso gioielli tecnologici “dietro le quinte” delle competizioni, gioielli che ora hanno l’opportunità di continuare a crescere in modo progressivo. Le fiere di settore e le conferenze a tema che stimoliamo a livello di argomenti e che favoriamo a livello organizzativo, rappresenteranno sempre di più una fonte di ispirazione concreta che si svilupperà in progetti nati e condivisi all’interno della rete.

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - La visione dietro RPM ItaliaContinueremo ad accrescere rapporti e legami anche con l’estero (al momento Regno Unito, vari paesi europei, Stati Uniti e India rappresentano già contesti concreti e attivi di sviluppo che si prestano a crescite di rilievo sempre seguendo l’idea di utilizzare al meglio know-how ed esperienze già presenti in azienda). Nello stimolare tutto questo RPM continuerà a sostenere e alimentare iniziative che alimentano diversità ed inclusione come, ad esempio, l’Automotive Women Association (che fa parte della rete) che ha già progetti delineati ad offrire opportunità di crescita professionale in vari ruoli e contesti di automotive e motorsport per ragazze e donne.

Ed è per noi importante alimentare sempre di più la forza della passione andando alle radici del nostro settore prestando attenzione a dinamiche e opportunità che riguardano il settore vintage automotive e motorsport. In tutto questo RPM rappresenta una proiezione potente della passione e spirito di innovazione del passato nel presente e nel futuro del settore».

RPM rappresenta una pietra miliare per l’industria del motorsport in Italia, unendo passione, innovazione e collaborazione per creare valore duraturo. Con iniziative che spaziano dalla promozione di tecnologie sostenibili alla valorizzazione della diversità e dell’inclusione, Riccardo Paterni e il team di RPM stanno tracciando un percorso che collega la gloriosa tradizione italiana con un futuro di opportunità globali. In un ecosistema in rapida evoluzione, RPM si distingue come un esempio concreto di come il lavoro di squadra e la visione strategica possano trasformare sfide in successi condivisi.

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Martina Rossi

Coordinatrice editoriale

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