L’Emilia-Romagna accelera sul biologico

Nella foto Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio
L’intesa siglata tra FederBio e Anci valorizza e promuove la pratica green su più fronti e in più ambiti
Se si parla di biologico l’Emilia-Romagna sta facendo bene già da diverso tempo. Tra il 2019 e il 2020, infatti, sia gli ettari coltivati a biologico, sia gli operatori emiliano-romagnoli nel bio sono cresciuti rispettivamente dell’8%. Anche la dimensione media dell’azienda agricola biologica emiliano-romagnola è in costante aumento, con una produzione incentrata prevalentemente su cereali e altre colture da granella per consumo umano ed animale (81%). Grazie al nuovo protocollo d’intesa tra FederBio e Anci Emilia-Romagna, Associazione rappresentativa di tutti i comuni della Regione, oggi si guarda tuttavia ancora più avanti, in linea con il macro-obiettivo dell’Unione europea di raggiungere almeno il 25% di territorio agricolo coltivato a biologico entro il 2030.
Stimolare le istituzioni e gli enti locali ai principi dell’agro-ecologia, promuovere la creazione dei distretti biologici, incrementare il consumo di prodotti bio nelle mense scolastiche e incentivare l’utilizzo del metodo biologico nella gestione del verde urbano e più in generale negli ambiti in cui sono vigenti i Criteri Ambientali Minimi (Cam). Questi alcuni dei punti salienti previsti dall’accordo, che segue l’entrata in vigore dal 7 aprile 2022 della nuova legge sull’agricoltura biologica, istituente tra le altre cose il marchio biologico italiano per i prodotti ottenuti da materia prima nazionale.
L’intesa prevede, in concreto, l’organizzazione di attività di formazione, informazione, promozione e sostegno finalizzate a sensibilizzare gli enti e l’imprenditoria locale verso forme di governance territoriale e ad incrementare la consapevolezza del valore economico, sociale e ambientale legato all’adozione del metodo biologico.
“Supportare i territori che hanno avviato politiche per ridurre l’impiego della chimica di sintesi è parte integrante dell’impegno di FederBio. La firma del protocollo d’intesa con Anci Emilia-Romagna ha l’obiettivo di sviluppare la transizione agroecologica di una regione già naturalmente vocata alla valorizzazione e promozione di principi sostenibili e a un orientamento verso l’agricoltura biologica e a Km 0 nelle politiche locali, con particolare riferimento alla gestione del verde pubblico e alla ristorazione collettiva. Un punto fondamentale dell’intesa riguarda la creazione dei Distretti Biologici, importantissimi per lo sviluppo delle zone rurali in ottica di inclusione sociale, sostenibilità ambientale e per cogliere a pieno le potenzialità espresse dalla nuova normativa nazionale sul biologico”, ha sottolineato in una nota Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.
“I Comuni – così come le imprese, l’agricoltura e le famiglie – stanno affrontando grandi cambiamenti. Le città stanno già cambiando: i territori sono impegnati nella corsa verso la neutralità carbonica, verso l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici che modificheranno drasticamente il tessuto urbano. Nuove norme europee, nazionali e regionali ci richiedono di pianificare e operare in modo diverso, nei lavori pubblici come nelle gare d’appalto, nella gestione del verde e nella rigenerazione urbana”, le fa eco Denise Ricciardi, direttrice Anci Emilia-Romagna: “Ai Comuni spetta il compito di raccontare ai propri cittadini il senso e il valore dello sforzo che sono chiamati a sostenere attraverso i servizi di amministrazione pubblica. Per imparare a fare cose nuove – e a comunicarle – servono tempo, formazione ed esperienze da cui trarre stimoli. Riteniamo che tessere nuove relazioni con chi ha esperienza e competenze in campi specifici sia fondamentale per contaminare tra loro le politiche e costruire nuovi messaggi”.
Chiara Bertoletti