L’innovazione in Romagna
L’innovazione in Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
“La Romagna è l’angolo più a sud di un triangolo industriale, che, oltre al resto della nostra regione comprende Lombardia e Veneto. Le nostre province sono inserite nelle traiettorie di sviluppo che caratterizzano i sistemi più competitivi del Paese e dell’Europa. Abbiamo grandi imprese, leader del loro settore, a dare l’esempio, ma dobbiamo concentrare l’azione della Camera sul sostenere le imprese più piccole, che rischiano di rimanere indietro sul digitale o nei rapporti con la ricerca. Inoltre, alcuni settori sono lanciati nelle transizioni verde e digitale e nella competizione internazionale, mentre altri fanno più fatica: dobbiamo saper calibrare la nostra azione per un sistema integrato e robusto, costellato di eccellenze e complessivamente vivace in tutti i settori e dimensioni aziendali. L’Osservatorio Innovazione ci aiuta a capire dove dobbiamo indirizzare l’azione“. – Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna.
L’Osservatorio Innovazione raccoglie e analizza dati sulle dinamiche del fenomeno innovazione e le mette a disposizione degli attori dell’ecosistema regionale, per supportare le scelte a supporto della competitività delle imprese. L’Osservatorio Innovazione si basa su una indagine tramite questionario, integrata con dati provenienti dal Registro delle imprese, dalla banca dati dei bilanci depositati sempre presso il Registro delle imprese e della banca dati su import-export di Unioncamere Emilia-Romagna. Il questionario comprende domande sulle dinamiche di innovazione (grado, fonti, collaborazioni), approfondimenti sulle transizioni verde (focus sull’economia circolare) e digitale ed un’apertura al tema dell’impatto. Per l’edizione 2022, hanno partecipato alla rilevazione 4104 imprese.
Il campione romagnolo dentro l’osservatorio è di 642 imprese di cui 398 di Forlì-Cesena e 244 di Rimini.
Negli anni dal 2019 al 2022 le imprese romagnole che hanno introdotto almeno un’innovazione sono l’84% (media regionale dell’86%).
Le imprese che hanno investito in almeno una tecnologia digitale o 4.0 sono il 73% a Forlì-Cesena e il 74% a Rimini (media regionale del 76%).
Il 60% delle imprese romagnole ha introdotto più di 3 innovazioni. La prima voce di innovazione riguarda il miglioramento di prodotti e servizi (circa il 61% dell’innovazione). Seguono introduzioni di nuovi prodotti e servizi (il 55 %), nuovi macchinari (45%) e soluzioni di minor impatto ambientale che riguardano il 45% dell’innovazione.
In media in regione Emilia-Romagna circa due terzi delle imprese hanno introdotto più di tre innovazioni, mentre nelle nostre province la percentuale scende: il 58% delle imprese di Forlì-Cesena e il 57% di quelle di Rimini.
In relazione al tasso di adozione delle tecnologie 4.0, esistono tecnologie che hanno la caratteristica di essere trasversali a più settori e di essere soggette ad un utilizzo più frequente (cyber security, cloud computing, CRM, ERP, condivisione dati fra più processi aziendali).
La soluzione tecnologica a maggiore diffusione riguarda la cyber security adottata in media dal 40% delle imprese romagnole contro una media regionale del 43%. Sulla cyber security non esistono particolari differenze fra i territori romagnoli.
Spiccano maggiormente le differenze sull’adozione del cloud computing e del CRM, verso le quali c’è una maggiore concentrazione delle imprese di Rimini che hanno partecipato alla rilevazione (rispettivamente +4,2 e +5 punti percentuali rispetto alla media regionale).
Come accade per tutte le imprese regionali, in entrambi i territori romagnoli le tecnologie abilitanti 4.0 (es. IA, Big data) sono implementate al crescere della complessità tecnologica aziendale (ovvero numero complessivo di innovazioni introdotte).
L’innovazione degli ultimi anni lascia intravedere un modello di trasformazione profondo che sta prendendo piede anche in Romagna e che abbina innovazioni sul lato digitale con innovazioni in ambito ambientale e di economia circolare.
L’osservatorio distingue queste ultime soluzioni in “eco-efficienza”(riduzione dei consumi, degli scarti e rifiuti, degli imballaggi) ed “eco-efficacia” (soluzioni di analisi del ciclo di vita, eco-design, durabilità/riparabilità/rigenerabilità del prodotto finale, riciclabilità dei
materiali e uso di materie prime rinnovabili, uso di materie prime secondarie).
Generalmente le imprese romagnole scelgono soluzioni combinate di eco-efficienza ed eco-efficacia(poco meno del 50% dei casi). Meno frequenti sono le scelte che interessano esclusivamente l’una o l’altra (le imprese che hanno scelto solo l’eco-efficienza sono il 27,8 % a Rimini e il 19,8% a Forlì-Cesena, mentre quelle che hanno scelto l’ eco-efficacia sono il 25,8% a Rimini e il 29,6% a Forlì-Cesena).
La sfida dell’innovazione dei prossimi anni si giocherà sulle competenze e sulla formazione.
Mediamente il 55% delle imprese romagnole ha registrato saldi di assunzioni positivi, in linea con la media del campione regionale. Esiste tuttavia anche in Romagna un problema di reperibilità di professioni. Il 58% delle imprese impiega meno di 6 mesi nel reperire le figure professionali necessarie all’attività aziendale (la media del campione regionale è del 55%).
Per trovare addetti alla produzione (operai e operai specializzati) e alla logistica (autisti) invece la ricerca dura più di 6 mesi. Segue – per difficoltà – la ricerca di figure che si occupano della gestione logistica e di magazzino, vendita e post-vendita e gestione della produzione. Leggermente più critica per queste figure la situazione a Forlì-Cesena. L’ambito di competenze per cui risulta più critica la reperibilità in Romagna è quello relativo all’”innovazione organizzativa”.
Mediamente il 44% dei dipendenti delle imprese romagnole (Forlì-Cesena e Rimini) ha partecipato a corsi di formazione nel 2022 (in Emilia-Romagna il 46%). In crescita dal 2021 al 2022 sia a Forlì-Cesena e che Rimini la quota di lavoratori coperti da percorsi di formazione aziendale.