• 18/04/2025

Orogel: innovazione e tradizione

 Orogel: innovazione e tradizione

Orogel, azienda leader nella produzione italiana di verdure surgelate ha in programma interventi tecnologici innovativi per continuare a crescere e adattarsi alle sfide del futuro

Nata cinquant’anni fa come piccola cooperativa di imprenditori ortofrutticoli, oggi diventati più di 1600, Orogel si è nel tempo affermata sul mercato fino a diventare il primo produttore italiano di vegetali surgelati, per un fatturato totale di oltre 300 milioni di euro. Grazie allo stretto contatto con la base sociale e alla scelta di produrre esclusivamente in Italia, l’azienda può vantare un controllo totale della filiera, dal campo alla tavola.

La vocazione all’innovazione di Orogel è presente fin dagli anni Settanta, quando si decide di investire nello studio dei processi di conservazione degli alimenti per risolvere il problema delle eccedenze di produzione.

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Orogel: innovazione e tradizione
Silver Giorgini

Oggi prosegue sempre nell’ottica del sostegno alla tradizione, integrando il rispetto del calendario agronomico e l’attenta pianificazione delle colture con sistemi all’avanguardia, sia sul piano della logistica che dell’ammodernamento delle tecniche colturali e di produzione. Ne parliamo con Silver Giorgini, direttore qualità e innovazione del Gruppo Orogel, con una trentennale esperienza nel settore ortofrutta fresca e trasformata.

Negli ultimi dieci anni avete ridotto del 26 per cento i gas serra, del 19 per cento le emissioni di CO2 e avete recuperato il 30 per cento di acqua per usi tecnologici: come ci siete riusciti?

«Ci siamo riusciti grazie all’impegno profuso negli anni e agli investimenti tecnologici sostenuti per ridurre l’impatto ambientale e i consumi. Abbiamo monitorato i consumi e agito su quelle fasi che assorbivano più energia, come ad esempio le sale macchine per il ciclo del freddo».

Una delle vostre innovazioni più importanti è la creazione di intere filiere certificate a residuo zero, affiancata ormai anche da una minore produzione esclusivamente biologica: quali sono i punti di incontro fra questi due campi e in che modo queste scelte influenzano la riduzione dell’impatto ambientale?

«Residuo zero è sinergico alla produzione biologica; entrambe vanno nella direzione di inquinare meno rispetto alle tecniche tradizionali. Abbiamo ridotto gli input chimici a favore di tecniche innovative al fine di ottenere vegetali buoni e sicuri. Siamo una cooperativa e supportiamo i nostri soci coltivatori lungo tutto il ciclo produttivo grazie all’assistenza agronomica in campo da parte dei nostri tecnici».

Anche grazie ai fondi stanziati dal Pnrr è in programma la messa a punto di un nuovo sistema di celle frigorifere automatizzate che prevede l’utilizzo dell’intelligenza artificiale: quali sono le criticità che saranno risolte o migliorate?

«Premesso che l’intelligenza artificiale dovrà sempre essere valutata dalla nostra intelligenza aziendale, grazie a queste innovazioni si potranno ottimizzare le varie fasi di movimentazione e/o di produzione del freddo con l’obiettivo di perseguire continui efficientamenti. Un altro aspetto molto importante è la possibilità di migliorare la manutenzione andando sempre più nella direzione di una manutenzione predittiva».

Orogel si impegna anche sul versante della ricerca, sia nazionale che internazionale. Quali sono le aree di ricerca su cui l’azienda si sta concentrando attualmente?

«Da tanti anni l’azienda investe nella ricerca, avvalendosi di istituzioni pubbliche nazionali e internazionali al fine di testare le migliori tecnologie o filoni di ricerca innovativi. In questi anni sono stati attivati progetti di ricerca che hanno coinvolto tutta la nostra filiera a 360 gradi, partendo dalla fase di coltivazione fino alla fase di trasporto del prodotto finito».

Lei è direttore qualità e innovazione da molti anni presso il Gruppo Orogel: che bilancio fa del lavoro fatto fino a qui? C’è un progetto a cui è più affezionato o di cui va più fiero?

«Un bilancio decisamente positivo, ricco di sfide e di grandi successi ottenuti grazie all’impegno di tutti. Dà soddisfazione vedere disponibili al supermercato nuovi prodotti realizzati da noi, sviluppati con la nostra R&D ascoltando, principalmente, le esigenze dei consumatori, che hanno sempre meno tempo da dedicare alla cucina, ma vogliono avere a disposizione un prodotto bilanciato, gustoso e genuino da cuocere in pochi minuti.

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Orogel: innovazione e tradizioneRecentissimo, l’ottimo risultato ottenuto dal Minestrone Pezzettoni Orogel eletto prodotto dell’anno 2025. Si tratta del premio all’innovazione attribuito ai migliori nuovi prodotti e servizi lanciati sul mercato italiano, scelti attraverso una ricerca di mercato condotta da Circana su 12mila consumatori italiani. Personalmente, il progetto a cui sono più affezionato è il Verdurì, prodotto ideato e realizzato interamente in azienda con i sistemi e le risorse di oltre 25 anni fa: nella sua semplicità è stata una vera e propria “rivoluzione”.

Voglio però ricordare anche tutta linea Benessere Orogel, che ha ampliato la nostra gamma proponendo contorni ricchi di gusto, molto equilibrati da un punto di vista nutrizionale e salutistico».

Come direttore, cosa desidera per il futuro del Gruppo sul piano dell’innovazione? Quale campo secondo lei dà più opportunità di crescita? Soprattutto, come si può crescere tenendo conto delle ormai sempre più impegnative sfide che ci riserva il riscaldamento globale?

«L’innovazione deve essere sempre il nostro motore e deve toccare tutti i settori della nostra realtà aziendale: campagna, stabilimento, prodotto. È fondamentale avere una mentalità aperta per saper cogliere le opportunità di miglioramento e poter fronteggiare le numerose sfide che ci attendono, per esempio: cambiamento climatico, impoverimento dei suoli, scarsità di risorse.

A proposito di suolo, che per noi è un asset fondamentale, la frontiera sarà quella di approfondire il suo microbiota e le azioni per migliorarlo nel tempo al fine di coltivare i nostri vegetali con un minor uso di input chimici. A tal fine, con la collaborazione del Laboratorio Sicural abbiamo già avviato dei progetti sullo studio del microbiota del suolo che porteranno a risultati interessanti e che ci saranno di grande aiuto per il nostro lavoro».

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Articolo di Benedetta Campennì

Redazione

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