Un nuovo piano industriale per GranTerre
Un nuovo piano industriale per GranTerre. Alla presentazione anche lo chef Bruno Barbieri
Previsti 140 milioni di euro di investimenti nel triennio 2022-2025 per potenziare ed efficientare le sedi produttive e per la transizione digitale.
GranTerre Spa – gruppo a totale proprietà cooperativa – a cui fanno riferimento Caseifici GranTerre Spa e Salumifici GranTerre Spa (sito web) ha presentato a una numerosa platea di stakeholders la strategia di crescita che ambisce a rafforzarsi come polo internazionale delle eccellenze gastronomiche italiane nei salumi e nei formaggi. GranTerre, è leader nella produzione e commercializzazione di salumi tradizionali (Prosciutto di Parma e San Daniele, Salame Cacciatore, Speck Alto Adige, Mortadella Bologna e altri) e formaggi duri DOP (Parmigiano Reggiano e Grana Padano in primis, Asiago, Piave e altri) e titolare di marche quali Teneroni, GranTenerone, Parmareggio, Liberamente, Senfter e altre. Inoltre, GranTerre detiene una base logistica fra le più tecnologiche in Italia, 18 sedi produttive in 5 regioni, oltre 2200 tra dipendenti e collaboratori, 176 mila tonnellate di prodotto vendute, 9 Dop e 6 Igp commercializzate, 4 filiali commerciali estere e un fatturato che sfiora l’1,5 miliardi di euro (di cui 407 milioni all’estero).
L’evento, tenutosi martedì 27 febbraio a Villa Cavazza (Modena), ha visto la presenza dei principali stakeholders del Gruppo a cui sono stati presentati il nuovo logo e le strategie di crescita che lo accompagneranno nel prossimo triennio. L’obiettivo è decisamente notevole ed è quello di consolidare la propria leadership nelle eccellenze gastronomiche italiane come salumi e formaggi e continuare a crescere nella dimensione internazionale raggiungendo rapidamente i 2 miliardi di euro di fatturato. Giuliano Carletti, AD di GranTerre Spa traccia la linea per la crescita di fatturato “Investendo nella marca, nell’innovazione, nell’efficienza dei processi e nelle competenze, che saranno i principali strumenti strategici. Il programma di investimenti nel potenziamento ed efficientamento degli stabilimenti e nella transizione digitale supera i 140 milioni di euro.”
Il brand GranTerre, sul quale si concentrerà molta parte della strategia di sviluppo dei prossimi anni sarà sia company name sia brand federatore, e andrà ad aggiungere il proprio valore alle caratterizzazioni che accompagnano marche già molto note ai consumatori, come ad esempio Parmareggio. Alla serata di presentazione ha partecipato anche lo Chef Bruno Barbieri, che ha accompagnato gli ospiti in un gustoso viaggio fra i sapori e i profumi dei prodotti della tradizione salumiera e lattiero-casearia del brand GranTerre.
Il gruppo è partecipato e controllato congiuntamente da Unibon Spa e dal Consorzio Granterre Coop. Agricola e riunisce due realtà storiche del settore agroalimentare italiano come Caseifici Granterre Spa (già Parmareggio Spa) e Salumifici GranTerre Spa (già Grandi Salumifici Italiani Spa). “Due realtà – come sottolineato il Presidente di GranTerre Spa Milo Pacchioni – che affondano le proprie radici a Modena nella metà del Novecento e che attraverso importanti percorsi di crescita interna ed esterna hanno raggiunto i vertici dei rispettivi mercati di riferimento e che non intendono fermarsi. Tutto questo restando sempre saldamente ancorate ai loro territori e alle comunità di appartenenza, a garanzia di quella intergenerazionalità che contraddistingue l’impresa cooperativa.”
Quello che oggi viene riunito sotto “Granterre” è quindi un player con una lunga storia alle spalle, che produce e offre alcune delle maggiori eccellenze alimentari italiane, caratterizzato da una grande capacità industriale con un forte orientamento alla sostenibilità, con una filiera di oltre 2000 soci produttori capaci di saper coniugare l’arte salumiera e lattiero-casearia all’innovazione di prodotto e di servizio con una forte proiezione internazionale che lo posiziona tra i maggiori protagonisti mondiali del food Made in Italy, coniugando grande capacità industriale e sostenibilità.
Giancarlo Pergallini
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