Produzione Industriale e fatturati in Emilia
Pubblicati da Camera di Commercio dell’Emilia i dati sulla produzione industriale e i fatturati nel terzo trimestre 2024 nelle provincie emiliane
PRODUZIONE INDUSTRIALE IN CRESCITA A PIACENZA
+3,4% i volumi dell’industria nel secondo trimestre, contro il calo medio regionale del 2,0%. Artigianato in sofferenza ma migliore rispetto al dato regionale
Si è chiuso in crescita il secondo trimestre 2024 per la manifattura piacentina. A evidenziarlo sono le analisi dell’ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale sulle piccole e medie imprese, che parlano di un aumento della produzione industriale in senso stretto del 3,4% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; un dato che si contrappone decisamente ad un valore medio regionale in calo del 2,0%.
Fatturato complessivo in calo dell’1,8% (dato comunque migliore del -2,8% regionale), che registra invece valori lievemente positivi sui mercati esteri (+0,2%), sostanzialmente in linea con la crescita regionale dello 0,3%).
Gli ordinativi totali – secondo le analisi della Camera di commercio dell’Emilia – crescono dello 0,6% (in calo del 2,8% il dato regionale), con una spinta dai mercati esteri in cui si registra un aumento dell’1,2%, contro il dato regionale di stabilità.
Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del secondo trimestre sono 17,92 per Piacenza (11,8 il dato medio regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 79,8% (superiore al 74,5% regionale).
Secondo le previsioni di produzione per il terzo trimestre (assicurata dal portafoglio ordini) il 51% delle imprese ipotizza stabilità generale, il 23% aumento e il 26% diminuzione.
Per quanto riguarda le previsioni di ordinativi, il 60% ipotizza stabilità, il 328% aumento e l’8,0% diminuzione, valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una stima di 76% per la stabilità, 17% per un aumento e 6% per timori di calo.
Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 28% delle imprese, di stabilità per il 46% e di calo per il 26%.
FOCUS ARTIGIANATO
Artigianato in sofferenza nel secondo trimestre 2024, rispetto al medesimo dell’anno precedente. Si evidenzia infatti un calo nella produzione del 3,8% (migliore comunque del -5,6% regionale), confermato dal calo negli ordinativi totali del 3,2% (contro un calo regionale comunque del 6,1%) e del calo degli ordinativi sui mercati esteri del 4,1% (rispetto al lieve aumento regionale dello 0,1%).
Il fatturato complessivo evidenzia un calo del 2,7% (contro un -5,0% regionale), che si conferma in calo sui mercati esteri (-2,4%), rispetto alla crescita regionale dell’1,0%.
Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del secondo trimestre sono 7,9 per Piacenza (7,3 il dato medio regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 67,9%, leggermente inferiore al 68,2% regionale.
Secondo le previsioni di produzione per il secondo trimestre, il 58% delle imprese artigiane ipotizza stabilità, il 17% aumento e il 24% un calo. Per quanto riguarda gli ordinativi, il 52% ipotizza stabilità, il 25% aumento e il 23% diminuzione; valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una certa fiducia di stabilità per il 43%, timori di calo per il 38% e ipotesi di crescita per il 19%. Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 17% delle imprese, di stabilità per il 58% e di calo per il 25%.
PRODUZIONE E FATTURATO IN CRESCITA A PARMA PER INDUSTRIA E ARTIGIANATO
+2,2% i volumi dell’industria nel secondo trimestre, contro il calo medio regionale del 2,0%. Anche l’artigianato in crescita, in controtendenza con un +1,5%
Si è chiuso in crescita il secondo trimestre 2024 per la manifattura parmense. A evidenziarlo sono le analisi dell’ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale sulle piccole e medie imprese, che parlano di un aumento della produzione industriale in senso stretto del 2,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; un dato che si contrappone decisamente ad un valore medio regionale in calo del 2,0%.
Analizzando i principali settori produttivi, si nota che la crescita maggiore della produzione industriale parmense si è registrata nel settore della lavorazione dei minerali non metalliferi (vetro, ceramica, materiale edilizio) con un +10,9% rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente, seguito da legno e mobile (+4,9%), industria meccanica-elettrica e mezzi di trasporto (+4,5%), e alimentare/bevande (+3,1%). Segno negativo, invece, per l’industria dei metalli (-2,3%).
Insieme all’entità dei volumi, anche il fatturato è aumentato, con un +1,5% complessivo (a livello regionale, al contrario, si registra una flessione del 2,8%), e un aumento dello 0,6% sui mercati esteri (abbastanza in linea con la crescita regionale dello 0,3%).
Il fatturato è trainato dal legno e mobili (+8,2%), dalla meccanica (+3,8%), dal tessile-abbigliamento-cuoio e calzature (+2,9%) e da alimentare e bevande (+1,7%), mentre calano la lavorazione di minerali non metalliferi (-0,9%) e le industrie dei metalli (-3,0%).
L’aumento dello 0,6% del fatturato estero dipende in particolare dal +13,3% del tessile-abbigliamento-cuoio e calzature, dal +1,3% dell’alimentare/bevande e dal +0,6% delle industrie dei metalli. In calo del 21,0% il legno/mobile e dello 0,8% il settore delle industrie meccaniche – elettriche e mezzi di trasporto.
Gli ordinativi totali – secondo le analisi della Camera di commercio dell’Emilia – crescono del 2,0% (in calo del 2,8% il dato regionale), con una spinta dai mercati esteri in cui si registra un aumento del 2,6%, contro il dato regionale di stabilità. Trainano con +8,5% il legno e mobile, +6,6% le industrie meccaniche, +2,0% alimentari/bevande e +0,1% il tessile-abbigliamento. In calo invece del 3,6% le industrie dei metalli e del 3,5% le industrie di lavorazione di minerali non metalliferi.
In crescita del 2,6% anche gli ordinativi sui mercati esteri, con +19,3% del legno-mobile, +4,9% la meccanica, +2,1% alimentari e bevande, +2,0% il tessile-abbigliamento-cuoio calzature, mentre si registra un calo del 2,2% nelle industrie dei metalli.
Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del secondo trimestre sono 15,2 per Parma (11,8 il dato medio regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 80,2% (superiore al 74,5% regionale).
Secondo le previsioni di produzione per il terzo trimestre (assicurata dal portafoglio ordini più consistente per alimentari/bevande e meccanica), il 70% delle imprese ipotizza stabilità generale, il 21% aumento e il 9% diminuzione.
Per quanto riguarda le previsioni di ordinativi (più interessanti per meccanica, alimentari e bevande, lavorazione di minerali non metalliferi), il 62% ipotizza stabilità, il 28% aumento e il 10% diminuzione; valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una stima del 50% per la stabilità, 45% per un aumento e 5% per timori di calo.
Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 31% delle imprese (in particolare per meccanica e alimentari/bevande), di stabilità per il 58% e di calo per l’11%.
FOCUS ARTIGIANATO
Anche per l’artigianato manifatturiero, nel secondo trimestre 2024, rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente, si evidenzia una crescita nella produzione dell’1,5% (migliore del -5,6% regionale), con un contemporaneo aumento degli ordinativi dello 0,6% complessivo (regionale -6,1%) e del 5,0% sull’estero (rispetto al lieve aumento regionale dello 0,1%).
Il fatturato complessivo evidenzia un crescita del 2,1% (contro un -5,0% regionale), mentre cresce del 3,0% sui mercati esteri (+1,0% il dato regionale).
Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del secondo trimestre sono 8,4 per Parma (7,3 il dato medio regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 74,8% (superiore al 68,2% regionale).
Secondo le previsioni di produzione per il secondo trimestre, il 70% delle imprese artigiane ipotizza stabilità, il 10% aumento e il 20% un calo. Per quanto riguarda gli ordinativi, il 64% ipotizza stabilità, il 14% aumento e il 22% diminuzione; valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una certa fiducia di stabilità per il 60%, timori di calo per il 15% e ipotesi di crescita per il 26%. Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 14% delle imprese, di stabilità per il 66% e di calo per il 20%.
PRODUZIONE INDUSTRIALE IN CALO A REGGIO EMILIA
-3,7% i volumi dell’industria nel secondo trimestre. Scende anche il fatturato: -4,8%
Si è chiuso in calo il secondo trimestre 2024 per la manifattura reggiana. A evidenziarlo sono le analisi dell’ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale sulle piccole e medie imprese, che parlano di -3,7% per la produzione industriale in senso stretto rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; il dato è peggiore di quello medio regionale, che evidenzia un calo del 2%.
Anche il fatturato complessivo risulta in calo del 4,8% (-2,8% il dato regionale) e, sempre in flessione, appare anche il fatturato legato ai mercati esteri, che segna un -3,9% contro una crescita regionale dello 0,3%.
Gli ordinativi totali – secondo le analisi della Camera di commercio dell’Emilia – diminuiscono del 5,9% (in calo del 2,8% il dato regionale), con un calo del 4,7% anche sui mercati esteri, contro un dato regionale di stabilità.
Le settimane di produzione assicurate dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del secondo trimestre sono 9,1 per Reggio Emilia (11,8 il dato medio regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 73,7% (superiore al 74,5% regionale).
Analizzando i principali settori produttivi, si nota che la crescita maggiore della produzione industriale reggiana si è registrata nel comparto della ceramica con un +5,3% rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente, seguito dall’alimentare con +1,1%. Segno negativo, invece, per gli altri settori: industria tessile, abbigliamento calzature e pelletteria a -7,3%, metalmeccanica a -6,0%, produzione di materie plastiche a -5,4%, industria elettrica ed elettronica a -4,5%.
Insieme all’entità dei volumi, come si è detto, anche il fatturato complessivo è sceso del 4,8%.
Valori in crescita si sono registrati per l’industria alimentare (+2,7%) e per la ceramica (+1%), che sono apparsi in aumento anche sui mercati esteri (rispettivamente, +11,1% e + 0,5%).
In crescita, sempre sui mercati esteri, anche il fatturato dell’elettronica (+9,2%) e dell’industria delle materie plastiche (+7,5%), a fronte – rispettivamente – di calo di fatturato totale del 4,8% e del 2,9%.
Calano invece come fatturato totale la metalmeccanica (-8,0% complessivo e -10,4% estero) e il tessile-abbigliamento (-8,4% complessivo e -4,1% estero).
Gli ordinativi totali – secondo le analisi della Camera di commercio dell’Emilia – diminuiscono del 5,9% (in calo del 2,8% il dato regionale) e del 4,7% sui mercati esteri. A parte il dato positivo espresso dall’industria della ceramica (in crescita del 4,1% e del 6,7% sui mercati esteri), tutti gli altri settori registrano un calo complessivo: il tessile del 12,3% e -9,5% sull’estero, la metalmeccanica -8,9% e -11,5% sull’estero. Settori che crescono sull’estero ma non nel complesso sono invece l’alimentare (+2,3% sui mercati esteri e -1,7% complessivo), l’elettrico ed elettronico con +10,7% sull’estero e -6,5% nel complessivo, l’industria delle materie plastiche con +4,7% sull’estero e -4,7% in totale.
Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del secondo trimestre sono 9,1 per Reggio Emilia (11,8 il dato medio regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 73,7% (superiore al 74,5% regionale).
Secondo le previsioni di produzione per il terzo trimestre (assicurata dal portafoglio ordini più interessante per alimentar, tessile ed elettronica) il 51% delle imprese ipotizza stabilità generale, l’11% aumento e il 38% diminuzione.
Per quanto riguarda le previsioni di ordinativi (interessanti in particolare per l’alimentare, e più equamente suddivisi tra tutti gli altri, con la ceramica in coda), il 44% ipotizza stabilità, il 18% aumento e il 39% diminuzione, valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una stima di 50% per la stabilità, 22% per un aumento e 28% per timori di calo.
Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 19% delle imprese (in particolare per alimentare e tessile), di stabilità per il 43% e di calo per il 38%.
FOCUS ARTIGIANATO
Anche per l’artigianato manifatturiero, nel secondo trimestre 2024, rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente, si evidenzia un calo nella produzione del 7,3% (il dato regionale si ferma a -5,6%), con una contemporanea diminuzione degli ordinativi totali del 10,1% (il calo regionale è del 6,1%) e del 9,5% sull’estero (rispetto al lieve aumento regionale dello 0,1%).
Il fatturato complessivo evidenzia un calo del 6,8% (contro un -5,0% regionale), che sui mercati esteri pesa per l’8,3 (+1,0% il dato regionale).
Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del secondo trimestre sono 6,5 per Reggio Emilia (7,3 il dato medio regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 70,1% (superiore al 68,2% regionale).
Secondo le previsioni di produzione per il secondo trimestre, il 47% delle imprese artigiane reggiane ipotizza stabilità, il 7% aumento e il 46% un calo. Per quanto riguarda gli ordinativi, il 47% ipotizza stabilità, il 5% aumento e il 48% diminuzione; valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una certa fiducia di stabilità per il 49% ma timori di calo per il 51%. Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 10% delle imprese, di stabilità per il 42% e di calo per il 48%.