• 05/11/2024

Attività culturali nel 2023 accrescono il PIL

 Attività culturali nel 2023 accrescono il PIL

Una panoramica sugli introiti derivati dalle attività culturali in alcuno provincie dell’Emilia-Romagna nel 2023

 

PARMA

Nel 2023 1 miliardi di PIL legato alle attività culturali

Il sistema produttivo culturale e creativo parmense ha sviluppato, nel 2023, attività il cui valore ha raggiunto i 1.009 milioni di euro, ovvero il 5,2% della ricchezza complessivamente prodotta in provincia di Parma.

Il valore è risultato in crescita dello 0,5% rispetto al 2022, mentre si è registrata una lieve flessione del numero degli occupati (-0,5%), passati dai 14.418  del 2022 ai  14.345 nel 2023.

Questi elementi emergono dalle analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati resi noti dalla Fondazione Symbola-Unioncamere con il XIV rapporto “Io sono cultura”, che inquadrano l’importante incidenza della filiera creativa e culturale anche a livello locale.

Analizzando nelle sue componenti la somma del valore aggiunto raggiunta nel 2023, si evidenzia che la componente cosiddetta core, composta da industrie creative e culturali, come architettura e design, dalle attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico, dalle performing arts e arti visive, oltre che da attività come editoria e stampa, audiovisive, musicali o di comunicazione, sviluppa un valore pari a 501 milioni di euro              (-2,9% rispetto al 2022) con 8.021 addetti (-1,2% rispetto al 2022).

Alla ricchezza prodotta dai settori che sono il cuore della cultura, si deve aggiungere quella proveniente dalle attività creative driven, ovvero tutte le attività economiche (organizzatori di eventi, in primo luogo) non strettamente riconducibili alla dimensione culturale, ma caratterizzate da strette sinergie: una componente di rilievo che, a livello provinciale, rappresenta più della metà del valore aggiunto generato dal settore:  507 milioni di euro (+4,1% rispetto al 2022) e 6.324 addetti (+0,4% rispetto all’anno precedente).

Analizzando i settori core del sistema produttivo culturale e creativo parmense emergono, in termini di valore aggiunto, le attività di architettura e design, capaci di produrre 88 milioni di valore aggiunto (+3,7% rispetto al 2022), con 815 imprese che occupano 1.529 persone        (+1,7%). A seguire, le 426 imprese del comparto editoria-stampa, che generano 80 milioni di euro di valore aggiunto (- 3,9% rispetto al 2022), con  1.335 occupati (-3,5%).

Un contributo molto rilevante è assicurato dalle attività inerenti la produzione di software e videogames che, con 259 imprese e 2.786 occupati, generano ricchezza per 205 milioni di euro (- 7,9% rispetto all’anno precedente); il valore aggiunto prodotto dalle 234 imprese delle performing arts e arti visive, poi, è di 49 milioni di euro, con un incremento dell’8,4%  rispetto all’anno precedente. A seguire, i comparti comunicazione   (35 milioni di euro) e audiovisivi e musica (24  milioni di euro).

Infine, la ricchezza prodotta dall’attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico (+10,5% in un anno), si è attestata, nel 2023, a 21 milioni di euro, impiegando  421 addetti.

PIACENZA

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Attività culturali nel 2023 accrescono il PILOltre 400 milioni di PIL dalle attività culturali. I dati del 2023 evidenziano una crescita del 4,9% per il valore e del 2,9% sugli occupati

Il sistema produttivo culturale e creativo piacentino ha sviluppato, nel 2023, attività il cui valore ha raggiunto i 432 milioni di euro, ovvero il 4,2% della ricchezza complessivamente prodotta in provincia di Piacenza.

Il valore è risultato in crescita del 4,9% rispetto al 2022, con un contemporaneo aumento del 2,9% degli occupati, passati dai 6.744 del 2022 ai 6.942 nel 2023.

Sono questi gli elementi principali che emergono dalle analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati resi noti dalla Fondazione Symbola-Unioncamere con il XIV rapporto “Io sono cultura”, che inquadrano l’importante incidenza della filiera creativa e culturale anche a livello locale.

Analizzando nelle sue componenti la somma del valore aggiunto raggiunta nel 2023, si evidenzia che la componente cosiddetta core, composta da industrie creative e culturali, come architettura e design, dalle attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico, dalle performing arts e arti visive, oltre che da attività come editoria e stampa, audiovisive, musicali o di comunicazione, sviluppa un valore pari a 216 milioni di euro (+4,5% rispetto al 2022) con 3.873 addetti (+ 2,7% rispetto al 2022).

Alla ricchezza prodotta dai settori che sono il cuore della cultura, si deve aggiungere quella proveniente dalle attività creative driven, ovvero tutte le attività economiche (organizzatori di eventi, in primo luogo) non strettamente riconducibili alla dimensione culturale, ma caratterizzate da strette sinergie: una componente di rilievo che, a livello provinciale, rappresenta circa la metà del valore aggiunto generato dal settore: 217 milioni di euro (+5,3% rispetto al 2022) e 3.069 addetti (+3,3% rispetto all’anno precedente).

Analizzando i settori core del sistema produttivo culturale e creativo piacentino emergono, in termini di valore aggiunto, le attività di architettura e design, capaci di produrre 41 milioni di valore aggiunto (+7,3% rispetto al 2022), con 428 imprese che occupano 780 persone (+4,3%).

A seguire, le  291 imprese del comparto editoria-stampa, che generano 63 milioni di euro di valore aggiunto (- 3,6% rispetto al 2022), con 1.143 occupati (-4,5%).

Un contributo molto rilevante è assicurato dalle attività inerenti la produzione di software e videogames che, con 173 imprese e 765 occupati, generano ricchezza per  52  milioni di euro (+10% rispetto all’anno precedente); il valore aggiunto prodotto dalle 156 imprese di performing arts e arti visive, poi, è di 21 milioni, con un incremento del  7,6% rispetto all’anno precedente. A seguire, i comparti comunicazione (14 milioni di euro) e audiovisivi e musica (11 milioni di euro).

Infine, la ricchezza prodotta dall’attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico (8 imprese, +9,0 % del valore aggiunto in un anno), si è attestata, nel 2023, a 14 milioni di euro, impiegando 298  addetti.

REGGIO EMILIA

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Attività culturali nel 2023 accrescono il PILOltre  1 miliardo di PIL dalle attività culturali. Il dato, riferito al 2023, in crescita del 5,6%, con +1,4% per gli occupati (14.762 unità)

Il sistema produttivo culturale e creativo reggiano ha sviluppato, nel 2023, attività il cui valore ha raggiunto i 1.033 milioni di euro, ovvero il 4,9% della ricchezza complessivamente prodotta in provincia di Reggio Emilia.

Il valore è risultato in crescita del 5,6% rispetto al 2022, con un contemporaneo aumento dell’1,4% degli occupati, passati dai 14.557 del 2022 ai 14.762 nel 2023.

Sono questi gli elementi principali che emergono dalle analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati resi noti dalla Fondazione Symbola-Unioncamere con il XIV rapporto “Io sono cultura”, che inquadrano l’importante incidenza della filiera creativa e culturale anche a livello locale.

Analizzando nelle sue componenti la somma del valore aggiunto raggiunta nel 2023, si evidenzia che la componente cosiddetta core, composta da industrie creative e culturali, come architettura e design, dalle attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico, dalle performing arts e arti visive, oltre che da attività come editoria e stampa, audiovisive, musicali o di comunicazione, sviluppa un valore pari a 475 milioni di euro (+1,5% rispetto al 2022) con oltre 7.826 addetti (-0,5% rispetto al 2022).

Alla ricchezza prodotta dai settori che sono il cuore della cultura, si deve aggiungere quella proveniente dalle attività creative driven, ovvero tutte le attività economiche (organizzatori di eventi, in primo luogo) non strettamente riconducibili alla dimensione culturale, ma caratterizzate da strette sinergie: una componente di rilievo che, a livello provinciale, rappresenta più della metà del valore aggiunto generato dal settore: 558 milioni di euro (+9,3% rispetto al 2022) e 6.937 addetti (+3,7% rispetto all’anno precedente).

Analizzando i settori core del sistema produttivo culturale e creativo reggiano emergono, in termini di valore aggiunto, le attività di architettura e design, capaci di produrre 126 milioni di valore aggiunto (+12,1% rispetto al 2022), con  737 imprese che occupano 2.079 persone (+8,3%). A seguire, le 484 imprese del comparto editoria-stampa, che generano 109 milioni di euro di valore aggiunto (- 1,9% rispetto al 2022), con 1.819 occupati (-2,0%).

Un contributo importante è assicurato anche dalle attività inerenti la produzione di software e videogames che, con 297 imprese e 1.282 occupati, generano ricchezza per 82 milioni di euro (-9,3% rispetto all’anno precedente); il valore aggiunto prodotto dalle 287 imprese di performing arts e arti visive, poi, ammonta a oltre 61 milioni, con un incremento del 7,3% rispetto all’anno precedente. A seguire, i comparti comunicazione (54 milioni) e audiovisivi e musica (33 milioni di euro).

Infine, la ricchezza prodotta dall’attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico (+ 5,0% in un anno), si è attestata, nel 2023, a 11 milioni di euro, impiegando 204 addetti.

FERRARA

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - Attività culturali nel 2023 accrescono il PILNel 2023 cresciuti valore aggiunto e occupazione nel sistema produttivo culturale e creativo

Per ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle attività culturali e creative se ne attivano altri 1,8 in settori economici diversi

“Cultura e arte sono volani di crescita, di quella crescita equilibrata che garantisce coesione, senso di appartenenza alla comunità, fiducia e rispetto per l’ambiente e per gli altri. Del resto, non è soltanto il Pil la misura del benessere delle persone e, tuttavia, cultura e arte fanno bene anche ai numeri dell’economia.

Lo dimostrano, ad esempio, i legami sempre più stretti tra fruizione dei beni artistici e turismo, i risultati delle applicazioni di nuove tecnologie nei progetti e nei percorsi museali e culturali, le ricadute di un sistema industriale e produttivo che compete sulla scena globale con creatività e con prodotti ad alto contenuto innovativo”.

Così Paolo Govoni, vice presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna, a commento del 14° rapporto “Io sono Cultura”, realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere, Tagliacarne, Deloitte con la collaborazione dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del Ministero della Cultura.

La cultura, per la provincia di Ferrara, è, dunque, un formidabile attivatore di economia. Una filiera (per ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle attività culturali e creative se ne attivano altri 1,8 in settori economici diversi), in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore che, nel 2023, è cresciuta sia dal punto di vista del valore aggiunto (+4,6% rispetto all’anno precedente e di poco più del 10% rispetto al 2019) che da quello dell’occupazione (+2,8% rispetto al 2022, a fronte di un +1,8% registrato a livello nazionale).

Una filiera, quella ferrarese, complessa e composita in cui si trovano ad operare oltre 8 mila imprese (in crescita rispetto al 2022) e numerose organizzazioni non-profit che si occupano di cultura e creatività, le quali impiegano, tra dipendenti, interinali ed esterni, il 2,2% del totale delle risorse umane retribuite operanti nell’intero universo del non-profit).

Dal Rapporto, infine, emerge un’attenzione sempre più centrata sul fattore uomo e sui nuovi modelli di sviluppo, centrali anche in ottica Impresa 5.0, il nuovo paradigma produttivo che punta alla sostenibilità e alla relazione cooperativa tra uomo e macchina. In primo piano ci sono l’anima e i valori identitari che rendono un’impresa consapevole e responsabile, tanto nei processi produttivi quanto nelle relazioni di filiera e territorio.

Su quest’ultimo aspetto, l’architettura e il design si rivelano particolarmente virtuosi, chiamati a tradurre l’emergente consapevolezza ambientale in una nuova comprensione progettuale, attraverso la riciclabilità, il riuso, meno sprechi, l’utilizzo di materiali migliori e vicini.

“Le attività culturaliha concluso Govoni – sono un potente fattore d’innovazione (economica e sociale), è il nostro vantaggio competitivo. Sono ciò che, nell’era dell’Intelligenza Artificiale, può spalancarci nuove porte: gli oggetti dall’anima super tecnologica hanno sempre più bisogno di un corpo accattivante, funzionale, emozionante, unico. Hanno bisogno della cultura, che rende capaci di incorporare bellezza e valore nei prodotti”.

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Redazione

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