Quali sono le competenze trasversali più richieste dalla più richieste dalle aziende?
Hai già sentito parlare di hard skills e di soft skills e vorresti saperne di più?
Al giorno d’oggi, per trovare e mantenere una posizione lavorativa non basta avere un profilo altamente qualificato a livello formativo, ma diviene sempre più necessario sviluppare una serie di capacità di carattere sociale, emotivo e relazionale che consentano di affrontare la complessità degli scenari lavorativi.
Quando i manager HR valutano dei potenziali dipendenti, oltre alle qualifiche professionali vengono valutate le competenze trasversali.
Ma cosa sono queste famose soft skills e quali soft skills cercano le aziende nei giovani e nei profili con esperienza?
Soft Skills che letteralmente significa competenze leggere sono le caratteristiche personali e comportamentali, atteggiamenti e modalità relazionali. Le Soft Skills non riguardano delle competenze tecniche, ma piuttosto sono legate alla capacità di lavorare in gruppo, di cooperare per il raggiungimento di un obiettivo comune, la capacità di lavorare sotto stress, ma anche la capacità di risolvere un problema in modo creativo e non convenzionale, la capacità di leadership, la capacità di apprendere in modo continuativo, la determinazione e l’assertività.
In altre parole, si tratta di tutte quelle capacità che permettono all’individuo di avere successo, valorizzando le competenze tecniche e le abilità esecutive che, per differenza, potremmo chiamare hard skills.
Alcuni esempi di soft skill
- Capacità comunicative
- Empatia
- Cordialità
- Capacità di collaborare con le persone
- Competenze sociali
- Capacità di influenzare e di veicolare le scelte aziendali
- Doti di leadership
- Capacità di ascolto
- Capacità di adattamento
Abbiamo chiesto al Dottor Federico Panetti, docente del Master in HR Specialist di Executy Academy quali solo le skills o competenze trasversali più richieste dalle aziende per profili junior e per i profili con esperienza.
Dalla mia esperienza mi sono accorto che nei profili junior le società ricercano fondamentalmente una buona capacità di adattamento, capacità di apprendimento e di ascolto.
Nel momento in cui una società assume una nuova risorsa giovane e con poca esperienza si aspetta che questa capisca velocemente regole informali e formali, capisca velocemente a chi rivolgersi quando ha un problema, quali sono le attività che deve svolgere in una normale giornata lavorativa e saper dare un ordine di importanza e urgenza.
Naturalmente le aziende mettono in campo quello che ritengono opportuno affinché questo avvenga il primo possibile affidando la nuova risorsa a un tutor, rilasciando un mansionario.
Quali sono invece le competenze trasversali richieste ai profili con esperienza?
Al profilo con esperienza si richiede prima di tutto di essere in grado di rendersi autonomo nel prendere decisioni, di gestire il tempo molto efficiente ma soprattutto ci si aspetta che sappia gestire un team di lavoro o che comunque abbia le spalle larghe per prendersi la responsabilità del lavoro di chi ne sa meno.
Come inserire le soft skills nel cv
Quando scrivo il mio cv devo riuscire a far capire al selezionatore che posseggo queste soft skills attraverso una buona descrizione delle attività professionali o extra professionali (sport, hobbies, volontariato, ecc.) svolte in passato.
Oltre a ciò, nella parte finale del cv c’è la possibilità di inserire le soft skills che mi riconosco e in questo caso possono portare degli esempi legati ai lavori precedentemente elencati.
Molto importante è anche quello che scriviamo nella mail di presentazione. Se rispondo ad un annuncio o faccio una candidatura spontanea è fondamentale, oltre ad allegare un cv ben scritto, riportare anche 3 righe di presentazione di me stesso. Nella presentazione dovrò descrivere le soft skills che posseggo tramite esempi corretti (es: sono una persona che sa interagire con una moltitudine di persone diverse qualità appresa presso il bar/ristorante …). Questi suggerimenti valgono anche per il proprio profilo di Linkedin.
Come faccio ad individuare le mie soft skills?
Quando ho alle spalle poche esperienze professionali, perché sono ancora un giovane talento, è fondamentale ricordarsi che le soft skills si acquisiscono in diversi modi e in diversi campi, per esempio:
- ho sempre fatto sport di squadra o sport individuali ho acquisito soft skills diverse (lavoro di squadra, importanza del ruolo e delle aspettative in un contesto di team VS autodisciplina, maggiore responsabilizzazione di fallimenti e successi in sport individuali)
- nel caso in cui ho svolto attività di volontariato possono aver sviluppato le mie competenze emozionali (empatia, compassione, intelligenza emotiva, ecc.) fondamentali in lavori dove la sfera emotiva risulta necessaria.
Se invece sono un profilo senior mi devo ricordare che le competenze tecniche devono sempre essere accompagnate da una profonda curiosità e propensione al miglioramento soprattutto in quei lavori dove l’obsolescenza professionale è molto rapida.
Ma come faccio a migliorare le mie soft skills?
Un modo per maturare e perfezionare le competenze trasversali è mettersi alla prova, ad ogni età, imparare nuove tecniche e mettendosi in gioco sul campo.
Un ottimo primo passo è riconoscere le aree in cui è necessario migliorare anche attraverso la riflessione personale o il feedback di colleghi o amici fidati.
Dopo aver acquisito consapevolezza dei punti di forza e di debolezza, bisogna creare un piano d’azione.
Esistono corsi che possono aiutare chi a sviluppare le competenze trasversali?
“Si è possibile, per fortuna le soft skill sono altamente addestrabili”, afferma Annalisa Puccini Direttore di Executy Academy.
A differenza del QI, che è in gran parte statico per tutta la nostra vita, la nostra intelligenza emotiva – la capacità di apprendere e applicare empatia, organizzazione e leadership – si può potenziare.
Molti pensano che l’apprendimento delle competenze trasversali può essere raggiunto solo attraverso l’esperienza, quando sei nel bel mezzo delle cose, lavorando fianco a fianco con i tuoi colleghi. Sebbene ciò sia certamente necessario per mettere in pratica le competenze trasversali, un buon corso di formazione fatto con validi e preparati professionisti come il Dottor Federico Panetti, svolge un ruolo significativo nell’insegnare a comprendere questi concetti astratti e dare un senso a come implementarli sul lavoro.
In uno studio del Boston College, dell’Università di Harvard e dell’Università del Michigan, i ricercatori hanno scoperto che un gruppo di lavoratori a cui è stata impartita una formazione sulle competenze trasversali era il 12% più produttivo rispetto al gruppo che non ha ricevuto la formazione.