Trenton: innovazione nel cuore dell’appennino

L’innovazione e la sostenibilità nella realtà industriale dell’Appennino Modenese. Vediamolo insieme a Carlotta Giovetti, Presidente e Ceo di Trenton SpA
Nel 1977 nasce a Fanano come Meccanica Fananese; nei decenni, attraverso acquisizioni e trasformazioni societarie, diventa Trenton Spa. Socio unico dal 2022 è Carlotta Giovetti, figlia del fondatore e attuale presidente e amministratore delegato della società.
L’azienda, anche se di medie dimensioni, si divide in tre stabilimenti, due dei quali nella zona montana della provincia di Modena. Trenton opera nel settore metalmeccanico da oltre 40 anni, ed è specializzata nella produzione e assemblaggio di componenti meccanici principalmente nel settore delle macchine agricole e del movimento terra.
Trenton opera in un mercato globale sia per quanto riguarda i clienti a cui le lavorazioni e i servizi sono rivolti, sia per la filiera che spazia oltre il mercato italiano e europeo.
Quali sono i valori sui quali si fonda l’azienda?

«I nostri valori sono semplici: solidarietà, onore e rispetto, flessibilità e profitto. Ognuno di questi principi è declinato in azioni e comportamenti concreti, ma vorrei precisare che inserire il profitto tra essi non ha nulla di cinico o immorale.
Per la nostra cultura può essere difficile elevare il profitto a valore positivo, ma noi ci impegniamo per sovvertire questo preconcetto dando consistenza alle nostre azioni allo scopo di raggiungerlo rispettando tutti gli altri nostri valori. Se conseguito onestamente ed eticamente è funzionale all’esistenza dell’azienda e al suo impatto positivo sulla vita dei dipendenti, dei collaboratori e del territorio».
Parlando invece di flessibilità, quanto è importante e come si concretizza?
«Siamo un’azienda di medie dimensioni, e questo ci permette di avere una struttura snella, con processi decisionali molto veloci. La nostra è un’azienda famigliare con 130 dipendenti in tre differenti strutture di cui due produttive e una di stoccaggio; all’interno di quest’ultima sono presenti anche gli uffici; quindi, è possibile avere di ognuna una visione a 360 gradi. Da noi è normale che tutte le funzioni si incontrino attorno a un tavolo.
La presenza contemporanea dei vertici aziendali permette di valutare correttamente ogni aspetto e di prendere decisioni in pochi giorni, e questo è ovviamente un grande beneficio sia per il cliente sia per la nostra competitività. Oltre alla flessibilità nei processi, è da sottolineare anche l’attitudine delle persone di questa azienda, che riassumerei parlando di curiosità, passione e audacia.
La curiosità e l’audacia ci portano a esplorare, scoprire nuove soluzioni e avere il coraggio di metterle in atto, mentre la passione ci guida per svolgere al meglio ogni compito. Infatti, quando un processo produttivo è definito e stabilizzato, siamo rigidissimi nell’esecuzione e nei controlli di qualità, e torniamo a introdurre la nostra flessibilità solo in caso si presentino situazioni impreviste da affrontare».
Vi definireste un’azienda che esprime innovazione?
«Noi siamo manifatturieri contoterzisti, quindi non abbiamo all’interno un dipartimento di ricerca e sviluppo, lavoriamo sui disegni del nostro cliente finale. Il nostro maggior punto di forza è l’aver coltivato con i fornitori un rapporto tale da consentire la collaborazione per sviluppare nuovi progetti specifici; in questo siamo quindi a volte dei precursori e stimoliamo l’innovazione.
Più di una volta è accaduto che una nostra esigenza abbia spinto il fornitore a realizzare strumenti prima non disponibili che in seguito sono stati proposti anche ad altri clienti. Parafrasando il titolo di un celebre libro, noi a volte “spingiamo la meccanica più in là”, sentendoci promotori dell’innovazione per la nostra attitudine a non fermarsi di fronte a un limite apparentemente invalicabile, coinvolgendo in queste sfide i nostri fornitori».
Trenton e sostenibilità, qual è il vostro approccio?
«In linea generale sia i valori sia la governance dell’azienda devono integrare la ricerca di comportamenti sostenibili e contemporaneamente i prodotti o servizi offerti devono essere in linea con i principi di equilibrio, congruenza e coerenza. La sostenibilità, inoltre, deve essere trasversale a tutte le funzioni e, per essere veramente praticata, deve diventare parte della cultura aziendale.
Parlando delle attività concrete, avere sedi in comunità montane rende più difficoltoso mettere in atto i comportamenti virtuosi che in aree industrializzate sono scontati: per fare un esempio, solo da poco abbiamo potuto definitivamente rinunciare all’uso del gasolio, poiché finalmente siamo stati raggiunti dalla rete di distribuzione del metano.
Contemporaneamente abbiamo ampliato notevolmente i nostri impianti fotovoltaici e quando saremo a regime produrremo circa il 17 per cento dell’energia necessaria ai nostri processi».
In Trenton è già entrata l’intelligenza artificiale?
«Da poco il nostro dipartimento IT ha iniziato a esplorarla e integrarla. A livello personale, l’intelligenza artificiale mi incuriosisce, ma ho una visione articolata: certamente ogni applicazione per l’analisi dei dati o l’ottimizzazione di processi produttivi standardizzati è un’opportunità da valutare e cogliere, ma è necessario non demandare e affidarsi eccessivamente a questi strumenti.
Per quanto in azienda tutti, io per prima e in maniera inflessibile, siamo disturbati dall’imperfezione o dall’errore, sono contemporaneamente convinta che sia proprio attraverso l’errore che si può imparare ed evolversi.
Nella nostra organizzazione l’apporto umano e le relazioni interpersonali hanno una funzione fondamentale nella crescita delle competenze, e quindi, anche se per alcuni chi è in ritardo nell’introduzione dell’utilizzo della IA rischia un forte svantaggio competitivo, io credo che sia necessario un approccio progressivo e tarato sulla singola realtà di business».
Le dimensioni aziendali sono rilevanti ai fini della competitività e della salute aziendale?
«Le dimensioni fanno in effetti la differenza: un’azienda di piccole dimensioni deve costantemente impegnarsi per ottenere condizioni di acquisto, per esempio delle materie prime, a prezzi convenienti per restare competitiva, ma la nostra competitività è garantita anche da processi decisionali molto snelli, capaci di reagire praticamente in tempo reale a imprevisti o richieste particolari.
La stessa dicotomia si presenta anche nella gestione del capitale umano: certamente per noi l’assenza non prevista di una sola persona può mettere in difficoltà il sistema, ma la contropartita sta nel fatto che nessuno da noi è un numero, e tutti ci adoperiamo nella ricerca della migliore soluzione.
Per questa ragione non abbiamo ancora sentito l’esigenza di codificare regole per lo smart working: siamo attenti all’etica e al work-life balance dei collaboratori, ma riusciamo a gestire le singole necessità prendendoci il compito di trovare una soluzione che sia risolutiva e che al contempo non incida negativamente sui processi aziendali».
Come esprimete la vostra solidarietà, uno dei vostri valori aziendali?
«Abbiamo scelto di sostenere solo progetti legati ai territori che ci ospitano: tra questi Maker Dojo, un’associazione che progetta e realizza laboratori di Tech Education sia in presenza che online per bambin* e ragazz* da 8 a 18 anni per potenziare le competenze STEM e la creatività, il campionato di Sledgedog in Norvegia, Sciabile Onlus, che avvicina gratuitamente al mondo dello sci persone diversamente abili, diverse manifestazioni per trasmettere anche bellezza e poesia ospitati molto spesso nell’abbazia di Frassinoro e realizzate in collaborazione con Comune, Proloco, Volontari dei Vigili del Fuoco e ovviamente la scuola di Musica e altri ancora.
Per ultimo, ma non certo per importanza, il progetto aziendale BE(E) DIFFERENT, che nasce da una formazione specifica, svolta in Trenton Academy nel corso del 2023, realizzata attraverso incontri indirizzati al mondo femminile con focus particolare al luogo di lavoro. Scopo principale di questo progetto è di anticipare le esigenze di comunicazione, partecipazione e integrazione, indispensabili per rendere l’ambito lavorativo un posto sano, ricco di idee e collaborativo».