• 24/01/2025

UPM Group: il branding del futuro

 UPM Group: il branding del futuro

Giorgio Turini – UPM Group

Ottant’anni di innovazione e visione strategica: UPM Group, con Giorgio Turini al timone, punta su sostenibilità, tecnologia e formazione per guidare il futuro del settore del retail branding

UPM nasce nel 1940 come piccola realtà artigianale per la produzione di cartelli pubblicitari, insegne e locandine. Grazie alla capacità di interpretare i cambiamenti del panorama di riferimento e soprattutto a una visione

di lungo periodo, è oggi un’azienda leader nella realizzazione di prodotti di comunicazione, dall’arredo degli spazi alle soluzioni visive nei punti vendita, dalle strategie pubblicitarie all’organizzazione di eventi per

i brand. Giorgio Turini, amministratore delegato da marzo 2022, entra al vertice di un gruppo che ha già visto importanti cambiamenti: il primo negli anni ‘80, quando l’azienda cavalca l’innovazione fondendosi con Gualdi Neon per la produzione di insegne luminose; la seconda all’inizio del 2000 quando, dotandosi della necessaria struttura, diventa un interlocutore che può offrirsi come General Contractor in grado di realizzare un progetto che parte dalla creatività, cura l’esecuzione, l’installazione e segue un cantiere in tutte le sue fasi. Vediamolo insieme a Giorgio Turini.

Qual è l’approccio vincente per essere trend setter e non follower?

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - UPM Group: il branding del futuro«In un panorama sempre più complesso e competitivo, il livello dei prodotti e dei servizi offerti da un fornitore noto per affidabilità e competenza è, in un certo senso, dato per scontato e, ovviamente, non può deludere.

Su questo aspetto UPM offre garanzie certe, poiché il gruppo è formato da molte imprese nate come artigianali, ognuna specializzata in uno specifico settore delle lavorazioni offerte, più altre nate appositamente per soddisfare nuove richieste, come UPM Contract Srl, che cura il Project Management fino alla realizzazione in Italia e in Europa di punti vendita chiavi in mano. Per continuare a fare la differenza si deve però giocare anche in un altro campionato: quello che, se si trattasse di un curriculum, sarebbe descritto nella parte soft skills, ovvero le abilità personali, in questo caso declinabili come “abilità aziendali”».

Mettendo al centro i vostri prodotti e servizi, cosa non può mancare nella cornice per differenziarvi ed essere scelti dal vostro cliente?

«Il problem solving: questa è una qualità che ricerchiamo in ogni nostra selezione e che coltiviamo una volta inseriti i nuovi collaboratori. Lavoriamo sempre in contesti nei quali è necessario gestire attività che per loro natura presentano imprevisti.

Occorre flessibilità e iniziativa personale. Credo che l’ambiente dinamico e reattivo che ci caratterizza sia d’esempio a chi si unisce nel percorso lavorativo e stimoli una proficua emulazione. La formazione dei collaboratori: subito dopo il mio arrivo in azienda abbiamo iniziato un percorso di valutazione e autovalutazione manageriale, volto a conservare il buono dell’esperienza dei manager, ma contemporaneamente a dare una visione più contemporanea del loro ruolo.

Ora possiamo dire di aver iniziato una seconda fase, quella volta a valorizzare il lavoro di squadra, poiché i nostri processi si devono integrare perfettamente e, quindi, ognuno deve agire in maniera coerente e trasversale. Gli uffici sono open space che facilitano la contaminazione e il fluire delle informazioni, ma abbiamo anche organizzato momenti di team building come, per esempio, un orienteering in montagna.

Il know-how: per le caratteristiche della nostra attività, le conoscenze tecniche sono indispensabili e devono essere di prima qualità, ma poiché offriamo prodotti di comunicazione a 360 gradi, anche la creatività ha un peso importante, e quindi non ci rivolgiamo solo a tecnici, ma anche a figure con una formazione umanistica come architetti e arredatori.

La sostenibilità: negli anni passati parlare di sostenibilità equivaleva a porsi in maniera innovativa. Oggi non è più un elemento del marketing, ma una parte integrante del business, soprattutto per chi come noi si rivolge a un mercato internazionale. I clienti pretendono di lavorare con chi mette la sostenibilità tra i valori aziendali; chi faceva solo greenwashing non ha avuto grande fortuna. Abbiamo iniziato il nostro percorso verso la redazione di un bilancio sostenibile e, per esempio, la nostra consociata belga ha presentato il “bilancio carbone” in cui sono evidenziate la tracciabilità e le emissioni dei prodotti».

Oltre a questi fattori, di cosa si compone un’offerta completa sotto tutti gli aspetti?

EMILIA ROMAGNA ECONOMY - UPM Group: il branding del futuro«Incessante impegno nella ricerca e sviluppo: non solamente inteso come studio teorico, ma soprattutto come stimolo derivante da ogni nuovo progetto che analizziamo. Possiamo affermare che i clienti che si rivolgono a noi, ci stimolano a essere pionieri della ricerca, per realizzare i loro progetti con soluzioni innovative. Due trend molto importanti sono la realizzazione dei componenti con la stampa 3D e, ovviamente, l’impiego dell’intelligenza artificiale.

Su quest’ultimo argomento c’è chi abbraccia la sua adozione con entusiasmo e chi la teme. Personalmente credo che, se vista come uno strumento, possa davvero far fare un salto di qualità ai processi aziendali. Ampio livello di servizi legati ai prodotti: soprattutto quelli che richiedono competenze specifiche, come le autorizzazioni e i pagamenti dei tributi locali relativi alle installazioni.

Logistica e Operations: in questo settore la nostra forza sta nel gestire tutte le pratiche doganali e soprattutto i materiali, che siamo in grado di stoccare per i nostri clienti. Questa nostra capacità non solo risolve i problemi di spazio e di movimentazione dei prodotti, ma permette di ottimizzare la circolarità dei materiali, che possono essere riutilizzati in contesti differenti. È inoltre recente l’introduzione della possibilità di affittare alcune strutture, con evidenti vantaggi sia di costo sia di impatto ambientale».

Ci sono progetti recenti in cui sono state impiegate soluzioni innovative di cui andate particolarmente fieri?

«Il 2024 è stato sicuramente un anno di grandi soddisfazioni in cui abbiamo

fatto molti sforzi nella gestione del cambiamento tramite l’implementazione del nostro software informatico sviluppato in house per seguire meglio i processi aziendali. Inoltre, abbiamo iniziato un progetto molto ambizioso che ci terrà impegnati anche il prossimo anno: con l’utilizzo dell’IA stiamo implementando una libreria che gestisce la progettualità storica: una volta a regime, saremo in grado di attingere a tutto ciò che già abbiamo realizzato per utilizzarlo come base di partenza in progetti simili, sia per la preventivazione sia per la realizzazione, per non perdere il know-how tecnico che è sempre stato un elemento distintivo di UPM».

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Rita Passerini

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