• 03/12/2024

UPM, parola chiave comunicazione

 UPM, parola chiave comunicazione

Venerdì 30 giugno, abbiamo incontrato a Modena Giorgio Turini, amministratore unico e socio di UPM Group. Con lui abbiamo parlato dell’azienda, di comunicazione, sostenibilità e progetti futuri

UPM Group è il partner perfetto per il retail branding. L’azienda si occupa, infatti, di offrire soluzioni personalizzate di comunicazione, gestendo e progettando a 360° la realizzazione di punti vendita, aiutando nel tessere la storia di un brand.

Ma non solo, UPM offre soluzioni di comunicazione, progetta e gestisce pratiche amministrative, si occupa di eventi e pubblicità, di allestimento e arredo. La parola chiave di tutto il loro lavoro è comunicazione. Difatti, in un punto vendita, ogni oggetto si fa portavoce di comunicazione, quindi UPM studia, elabora e realizza prodotti personalizzati ed efficaci per rispondere alle varie esigenze commerciali.

La storia dell’azienda inizia nel 1940 a Modena, quando era una piccola realtà artigianale dedita alla produzione di cartelli pubblicitari. Oggi, è leader in Italia nella produzione di insegne e General Contractor nella realizzazione di punti vendita, uffici, sportelli bancari, concessionarie.

«Per i punti vendita – ci racconta Turini – ci occupiamo di tutto. Dalla parte di progettazione, seguendo i cantieri, la parte di impiantistica, gli arredi e la parte visual e immagine».

Ma come riesce l’azienda a coniugare allestimento e sostenibilità?

«UPM è un’azienda che nel proprio DNA ha l’aspetto dell’economia circolare e del riciclo dei materiali. Nel senso che – specifica Turini – a differenza di altri settori, noi arriviamo proprio all’installazione dei nostri manufatti all’interno dei negozi e del mondo retail. Ciò fa sì che recuperiamo buona parte di materiali usati e cerchiamo di riutilizzarne in parte, soprattutto i materiali metallici che fondiamo per sfruttarli al meglio».

Le parole di Turini si sposano con i valori di UPM, in quanto l’azienda crede fermamente che oggi il mondo del retail non possa fare a meno di un approccio etico sostenibile e, quindi, attento all’ambiente. Oltre a riciclare i materiali utilizzati negli allestimenti, vi è un’attenzione anche nell’investire in tecnologie e macchinari che minimizzano l’impatto ambientale dell’attività aziendale, oltre a essere a basso consumo energetico.

Per quanto riguarda il consumo energetico, occupandosi l’azienda anche di insegne luminose, ha sviluppato il progetto AIFIL, con il quale propone ai propri clienti un’alternativa green. Viene cambiato così l’impatto delle insegne luminose, generando meno consumi e più qualità certificata. «La volontà è quella di essere innovativi, da un punto di vista di prodotti. Tra questi vi è un’insegna solare che stiamo testando sul nostro edificio e la novità sta nel fatto che abbiamo messo all’interno proprio dell’insegna dei pannelli solari, garantendo l’accensione tramite uno switch con la rete».

I progetti futuri riguardano sia il territorio italiano che quello internazionale: «UPM Modena, come dice la parola, è un’azienda del territorio modenese e che fa del territorio la propria fucina di talenti». Questo non vuol dire, però, che l’azienda non abbia anche un respiro internazionale. Cinque anni fa, UPM ha iniziato il suo progetto di internazionalizzazione, acquisendo una società in Belgio. Adesso, vi è l’intenzione di proseguire questa strada creando alleanze a livello europeo, invece di farsi concorrenza. Per fare ciò, bisogna comunque puntare sul capitale umano del territorio emiliano, che è la vera forza per portare avanti questi progetti di più ampio respiro.

Di seguito, l’intervista completa a Giorgio Turini:

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Martina Rossi

Coordinatrice editoriale

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